28 Gennaio 2024, 07.14
Blog - Maestro John

Un monsignore tra guerra e pace

di Maestro John

Il ricordo di Monsignor Luigi Ferretti, i messaggi del mitico Cèco, una serata a Brescia dedicata a don Murgioni, molti compleanni, un addio e vari eventi.


1) Lunedì 29 gennaio a Gavardo si ricorda il terribile bombardamento del 1945 che causò 52 vittime. Fu a causa di quella tragedia che monsignor Luigi Ferretti chiese di lasciare Salò per tornare al suo paese natale.
Di solito si dice che nessuno è profeta nella propria patria; invece don Luigi, dalla figura esile e dal sorriso accogliente, fu amatissimo nella sua Gavardo, stimato e benvoluto da tutti e da tutti chiamato “Èl Monsignór” e anche “Bonsignór”.

Da bambino abitavo in Piazza De Medici, accanto alla canonica: mio papà diceva sempre: “El Monsignór èl dorma visì al mé có”.
Monsignore, prima di tornare a Gavardo dopo il bombardamento, era a Salò, e là il primo matrimonio che ha celebrato è stato quello dei miei genitori, il 22 maggio del 1940.

Nel 1946 mio papà aprì un negozio di scarpe in via Quarena: ne aveva diritto essendo reduce di guerra, ma c’erano le gelosie dei commercianti. Allora chiese aiuto a Monsignore, con il quale si presentò dal sindaco dottor Franchi: mio papà stava dietro il sacerdote, nascosto “come en cagnulì”.
Quante volte ho visto Monsignore che, con la veste delle grandi occasioni, prendeva la corriera per andare a Brescia! Esclamavo «Riverisco!» e lui mi sorrideva.

Luigi Ferretti era nato a Gavardo il 19 gennaio 1895 nella casa paterna di via Fornaci, quarto di dieci fratelli: la sua era la nota famiglia di fornaciai di origine svizzera.
Luigi già a sette anni iniziò a lavorare nell’azienda paterna come garzone. Ricorderà: «Ero addetto ad azionare il “trapilì”, una specie di stanga con cui si manovrava il carrello della macchina».
Era un lavoro duro, tanto più che l’orario era dalle cinque del mattino alle sette di sera.
A 12 anni si vide promosso al ruolo di spingere la carriola: ma per raggranellare qualche spicciolo era costretto a lavorare anche di notte, dalle 3 alle 5, dormendo sotto il portico della fornace fra un turno e l’altro.
Ma trovava anche il tempo di giocare vicino alla chiesa parrocchiale e negli spiazzi verdi dell’Isolo.

Era un ragazzo come gli altri. «Ero in chiesa una certa domenica, per la Messa cantata delle 10.30, e il parroco di allora, don Gaetano Fusi, mi sorprese a conversare con un mio compagno. Mi fece uscire dal banco, alla presenza di tutti, e mi diede la penitenza di recitare l’Atto di fede, di speranza, di carità e di costrizione».

Frequentò la prima elementare con la maestra Turrini, la seconda e la terza con il maestro Emilio Setti (c’era anche Eugenio Bertuetti, futuro giornalista e scrittore), la quarta, la quinta e la “sesta” con il maestro Antonio Zane. Riusciva bene in tutto, senza fatica, ma in tutta normalità.

A 13 anni dopo molti ripensamenti decise di entrare in Seminario a S. Cristo di Brescia.
Quando passò agli studi teologici a Santangelo ebbe come compagno di studi il giovane Giovan Battista Montini. Lo ritroverà nuovamente a Roma, per un solo mese, al Seminario Lombardo, dopo di che il futuro Papa passerà all’Accademia dei Nobili Ecclesiastici per la preparazione al servizio diplomatico della Santa Sede.

La Prima Guerra Mondiale vide Luigi in grigioverde, tre giorni in fanteria ed il resto come autiere del servizio sanità.
Come soldato visse la dolorosa ritirata di Caporetto, senza viveri e fatto prigioniero dagli italiani perché rastrellato come sbandato, con il rischio di essere processato.

Assolto il dovere di servire la Patria, Luigi tornò agli studi interrotti. Il 21 maggio 1921 fu consacrato sacerdote dal Vescovo mons. Giacinto Gaggia: a Gavardo celebrò la sua Prima Messa il 22 maggio. Subito dopo venne inviato a Roma dove si laureò in Diritto Canonico all’Università Gregoriana e in Diritto Civile presso l’Istituto Apollinare.

Durante l’estate tornava a Gavardo per trascorrervi le vacanze: organizzava lunghe passeggiate con i ragazzi dell’oratorio in Tesio, al Belvedere di Soprazocco, alla Madonna della Neve e sul Monte Magno.
In Seminario a Brescia insegnò lettere al ginnasio e diritto canonico nel corso teologico.

Don Luigi venne nominato parroco di Gavardo il 29 marzo 1932, per sostituire l’arciprete don Gaetano Fusi scomparso l’anno prima.
Per organizzare il suo ingresso, che avvenne il 22 maggio anniversario della sua Prima Messa, venne creato un apposito Comitato, composto dal curato, dal dottor Giuseppe Rossini e dal presidente dell’Oratorio Francesco Inzoli.
Nel pomeriggio si inaugurò il nuovo fabbricato delle scuole di catechismo dell’Oratorio, erette grazie al notevole contributo del fratello Antonio. Questi aveva inventato all’epoca della politica autarchica del fascismo il “Lanital”, una lana sintetica prodotta col latte, e spesso don Luigi ricorreva a lui per le “finanze”.

Nel maggio 1940 il Vescovo Giacinto Tredici lo nominò prevosto Mitrato di Salò. La notizia piombò inattesa a Gavardo, suscitando stupore e malcontento: ma don Luigi accettò con spirito di obbedienza.
A Salò ebbe modo di esplicare le alte doti di intelligenza e di equilibrio anche nei momenti particolarmente difficili della Repubblica di Salò, portando a fondo delicatissime missioni fra le parti in contesa, proteggendo persone e la stessa città da rappresaglie.
Per i salodiani fu il “Parroco della guerra”. Frattanto riprese l’insegnamento a Brescia: «Molte volte feci in bicicletta -30 chilometri ad andare e 30 a venire-la strada, allora non asfaltata, da Salò a Brescia e ritorno.»

Il 22 marzo del ’45 all’ospedale di Salò i partigiani fecero un’azione per liberare il partigiano Carlo Mombelli (“Renato”), comandante di un gruppo della Perlasca, che era stato catturato dai fascisti e medicato per poter essere poi interrogato.
Mombelli fu liberato, ma nel conflitto a fuoco ci furono due morti tra i carcerieri e due partigiani feriti. Ippolito Boschi (“Ferro”) di Barghe morì poco dopo, il suo corpo fu nascosto, murato in un sottoscala di casa Ebranati.

La perpetua Catina Mosconi aiutò a fuggire un partigiano ferito: lo accompagnò fino alle Rive tenendolo ‘a braccetto’. C’era il terrore di una rappresaglia fra il personale dell’ospedale.
Monsignore con coraggio si presentò al commissariato e chiese che fosse lui a pagare, lui il pastore e non le pecore del suo ovile. La sua esile persona fu ingigantita dalla sua forza morale, a tutti donò calma e fiducia: un parroco degno dell’alta missione affidatagli.

Molti salodiani ricordano che nei giorni della liberazione una colonna tedesca non voleva arrendersi e sparava con la mitragliatrice: mons. Ferretti, in piedi su una camionetta scoperta e tenendo stretto tra le mani il crocifisso, si diresse verso la colonna tedesca che si arrese.

Il 29 gennaio 1945 Gavardo fu colpita dal bombardamento: decine di case distrutte, una popolazione terrorizzata, 52 morti.
Monsignore prese subito una decisione: tornare a Gavardo, in mezzo ai suoi concittadini privi del parroco don Emilio Maffezzoli, caduto con altri sacerdoti.
Scrisse al Vescovo: “Tanta distruzione di case e tanta desolazione di anime mi stringono il cuore atrocemente. La nostalgia della parrocchia doppiamente mia, soltanto assopita, si ridesta ora e si acutizza fino allo spasimo…una voce che mi viene dal profondo dell’anima e mi sembra l’eco di quella divina, mi va gridando continuamente che il mio posto è là, tra i figli della sventura”.

Il giorno dei funerali le intense parole di Monsignore risuonarono tra la folla:
«Una voce si udì in Rama; un pianto e un ululato senza fine.
È Rachele che piange per i suoi figli e non accetta consolazione, perché essi non sono più. La nostra pacifica borgata, novella Rachele, è oggi in grandissimo lutto perché è stata colpita nei suoi figli migliori.

E allora, o figli della mia terra tanto più amata -oggi dopo l’immensa sventura- e voi particolarmente che piangete amare lacrime su queste bare che chiudono le spoglie martoriate dei vostri Cari, ricevete a vostro conforto e consolazione verace il motto scristiano che ho raccolto ieri mattina come un ricordo prezioso dalle labbra di una sposa, rimasta per una lunga notte sotto le macerie della sua casa accanto allo sposo divenuto cadavere dopo un’ora dal crollo fatale.

Fatto il racconto di quelle ore dedicate a confortare con i richiami della fede l’anima del marito morente, e poi a pregare con una fiducia incrollabile in attesa della liberazione, quella donna umile e sublime concludeva così: “Sia fatta la volontà di Dio”. Mai queste parole, che ho ridetto milioni di volte nel Pater, mi sono apparse così piene di vera consolazione, come ascoltandole dalla bocca di questa donna così tremendamente provata…»


Domenica 11 marzo 1945 Monsignore fece nuovamente il suo ingresso come parroco di Gavardo. La celebrazione ebbe luogo presso la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, poiché la parrocchiale era senza vetri. Al termine della guerra Monsignore si impegnò per evitare vendette personali o rivendicazioni.
Una sera chiese a Paolo Bresciani di portare con la sua moto il ragionier Nino Cantoni, ex commissario Prefettizio del Comune di Gavardo, presso il parroco di Carpenedolo, per evitare incontri spiacevoli.  

Non lascerà mai più Gavardo, neppure per le insistenze del Vescovo che lo voleva a Brescia con un incarico di prestigio.
Nel 1948 venne nominato Presidente del Tribunale ecclesiastico diocesano a cui si aggiunse quello di Giudice del Tribunale Regionale Lombardo per le cause matrimoniali. Veniva apprezzato per l’equità e la giustizia alla luce della carità evangelica. Ripeteva sempre col sorriso: «Bisogna che cerchiamo di aiutarli più che si può!».

Dal 1961 al 1964
accettò l’ufficio di Vicario Generale della Diocesi accanto al Vescovo mons. Tredici, purché tale incarico non lo allontanasse dalla “sua” Gavardo.

Pastore d’anime dalla grande umanità, facilitava l’incontro con il prossimo, di qualunque condizione sociale.
Una suora di Casa San Giuseppe raccontò: «Quando si va dal Superiore, si pensa ai suoi molti impegni e preoccupazioni: lui invece si mette a sedere tranquillo, ascolta senza interrompere, senza dar segni di fretta e tanto meno di impazienza, e poi quando si è finito, conclude con poche parole ma dense di saggezza.»

Assunse come “perpetua” una giovane aiutante della Catina Mosconi
, la Marì Marcelli, che poi si fidanzò con Vittorio Pedrotti che frequentava la Canonica come dirigente di Azione Cattolica e catechista.
Nel 1952 si sposarono e monsignore assunse la signorina Alba Rivetta di Marzatica, una giovane molto impegnata nel suo compito: lucidava la Canonica come uno specchio, facendosi aiutare dalle cugine di Marzatica.
Era molto devota a Monsignore e continuò ad assisterlo anche dopo le sue dimissioni da parroco.

A proposito dell’animo caritatevole e dell’innata arguzia di Monsignore, il dottor Valentino Monchieri, suo medico curante, raccontò questo dialogo avvenuto in Canonica con la perpetua:
- Monsignore, c’è quello dell’enciclopedia. È venuto per la rata.
- E i soldi dove li trovo?
- Ma ieri li aveva messi da parte.
- Sì ma stamane è venuto il… che non aveva da pagare l’affitto e mi ha ripulito.
   Poveretto, come si fa a dir di no? Dottore, mi deve fare un piacere. No, non per me! È venuta la moglie di…disperata; se lei potesse…
- Sì che posso. Ma lei conosce bene la moglie?
- No, ma non importa: piangeva tanto!...

Monsignore contribuì a creare una vera comunità educante, alla quale contribuivano tutte le realtà della parrocchia, con 3 oratori, uno maschile e due femminili, Casa San Giuseppe e le madri Orsoline, l’Azione Cattolica ed il Gruppo Missionario.
Monsignore era aiutato dal rettore, don Angelo Calegari: sotto la sua spinta verranno ricostruite la canonica, le abitazioni del rettore e del curato, la sala riunioni dell’Azione Cattolica, la Biblioteca parrocchiale in Via Fossa, verrà ampliato l’oratorio, costruito il teatro Salone dedicato a Papa Pio XI ed il Cinema Capitol.
Sarà acquistato il cinema Italia trasformandolo in bar Acli al piano superiore ed in uffici per la consulenza pensionistica ed il patronato al piano inferiore. Molte di queste opere furono realizzate col contributo del fratello Antonio, insigne benefattore.

Monsignore si prese cura del patrimonio artistico, facendo restaurare gli affreschi di San Rocco ed il magnifico portale in legno della parrocchiale.
Fu anche promotore della costruzione della Casa di Esercizi Spirituali di Montecastello, voluta dalla grande anima di Pierino Ebranati, e del bollettino parrocchiale “Il Ponte”, stampato il 25 marzo 1957 come supplemento de “La voce del popolo” di don Mario Pasini.

Sempre vicino alle missioni, si recò in visita dal mitico don Giovanni Arrigotti e dalle suore in Kiremba.
Era così sensibile a questi problemi che faceva organizzare due feste missionarie: una per la Chiesa universale, una per una congregazione che cambiava di anno in anno. La realtà delle missioni era ben conosciuta attraverso le numerose figure di missionari gavardesi, che portavano i racconti vivaci delle loro esperienze. Il nome Gavardo-Malì divenne sinonimo di intelligente e generosa solidarietà, intesa come pratica evangelica a servizio dei poveri.

Devotissimo al Sacro Cuore ed alla Vergine Maria
, Monsignore era un eccellente predicatore, dall’eloquenza piana e profonda, che teneva avvinto l’uditorio.
Un giorno, mentre predicava in una parrocchia, un asino della vicina piazza fece giungere un lungo raglio. I presenti (parroco compreso) a fatica riuscirono a trattenere il riso.
E l’oratore: «Vedete quanto è vero quello che vi sto dicendo? Persino dalla piazza giungono consensi!».

Aveva un senso dell’umorismo straordinario che stemperava le critiche. Alle beghine che si lamentavano perché alcune ragazze portavano la minigonna disse: «Mèi che vedóm verghota apò noter precc, vé par?».

In occasione del suo 50° di Prima Messa (1971), fu restaurata la chiesa parrocchiale, il sindaco M° Mario Baronchelli gli consegnò la medaglia d’oro di riconoscenza civica e gli venne conferita la Croce di Cavaliere di Vittorio Veneto; il Vescovo di Brescia mons. Morstabilini presenziò alle celebrazioni.

Nel 1972 la salute di Monsignore peggiorò ed inviò le sue dimissioni al Vescovo, ritirandosi nella sua casa in via Fornaci. Con la venuta del nuovo parroco don Francesco Zilioli, don Angelo Calegari venne promosso parroco di Verolavecchia.

Quando la notte tra il 6 e il 7 maggio 1974 mons. Luigi Ferretti terminò il proprio percorso terreno, Gavardo pianse una guida spirituale ed un vero amico del popolo. I funerali vennero celebrati dal Vescovo ausiliare mons. Pietro Gazzoli il 9 maggio 1974, alla presenza di una folla straordinaria.

Don Antonio Andreassi disse: «E tu, amico don Luigi, dal Paradiso dove ti pensiamo già, continua a parlarci di Dio e della carità, continua a guidarci nell’ordine, nella fedeltà, nella giustizia, nella pace. E continua a benedirci».
Sono 50 anni che ci ha lasciato: a lui venne intitolata la Scuola Primaria, mentre al fratello Antonio è dedicato un viale. Grazie di cuore, Monsignore!

2) Il mitico alpino Cèco Maioli mi ha gentilmente scritto: “Caro Maestro, a proposito di Monsignore, mia madre da giovane è stata più anni in casa Ferretti. Avevo le foto di mia mamma sia al mare sia al Casotto nel tempo di vacanza con Monsignore ancora chierico; era coscritta e amica di una delle sorelle di Monsignor Luigi, la Rita sposata con il Maestro Angelo Zane.”

La “siùra Rita”
aiutava le persone in difficoltà per trovare un posto di lavoro o l’assegnazione di un alloggio, senza preoccuparsi del “colore” politico che potevano avere. Sua figlia Cecilia visse il volontariato con un’ammirevole professionalità: nell’Avis, nell’amministrazione comunale, nel Museo, nel Comitato per la terza Età, nella Caritas, nell’Avulss e nel CAI.

Poiché la settimana scorsa ho riportato l’elenco dei dispersi gavardesi durante la Campagna di Russia, Cèco mi ha scritto che andrebbero aggiunti Raffaele Gosetti classe 1913 e Giuseppe Zentilini classe 1917.
I loro nomi sono scritti sulle lapidi dell’Ospedale “La Memoria”. Cèco ricorda che sia Gabriele Gosetti sia Angelo Zentilini, componenti come lui del Corpo Bandistico Viribus Unitis, raccontavano di aver perso il primo il papà (lo conobbe solo in fotografia) e Angelo uno dei fratelli.

Cèco con altri compagni si è recato più volte a visitare il grandioso monumento dei caduti Russi a Nikolajewka, e ogni volta hanno deposto un mazzo di fiori e recitato la preghiera dell’Alpino, sebbene in quel monumento non fossero incisi i nomi degli Italiani.
Inoltre nell’ultimo viaggio in Russia Cèco aveva portato al museo italiano, allestito e custodito dal Professore Alim Morozov, una pergamena con tutti i nomi dei caduti e dispersi di Gavardo.

Cèco mi racconta che insieme ad un gruppo cammina ogni martedì, estate e inverno, in mezzo alla natura.
Prima del covid il gruppo si chiamava “Amici del martedì”, ora si chiama “Amici Miei”. Ci sono Anna, Attilio, Augusto, Ceco, Dedo, Daniela, Egidio Elena, Elena 2, Francesca, Gianpietro, Iole, Mary, Norma, Nadia 2, Sandra, Serafina, Silvano, Grazia da Vestone e Maria Pèpo. Spesso si aggrega a loro l’amico Tiberio Persavalli, che fa parte anche del Gruppo di Cammino e con i componenti del Pedibus accompagna i bambini a scuola.

A questo punto chiedo perdono ma m’ero scordato di scrivere che venerdì 5 gennaio il mitico Cèco ha compiuto 92 anni! Cèco è una delle belle persone che danno una mano in mille occasioni, ma che non si mettono in mostra.
Ed è giusto che, nel corso dell’Adunata degli alpini a Gavardo, gli sia stata attribuita l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica. Ha ricevuto centinaia di auguri a voce e sui social, da fuori provincia e persino dall’estero. Senza contare dolci e bottiglie di vino! Facco mio un bel messaggio che gli è stato scritto:
“Gli anni passano anche per gli alpini, ma mantiene l’eterna giovinezza chi come te conserva lo spirito giovane.
Auguri per il presente e per il futuro, mitico Cèco!


3) Sabato 3 febbraio il Teatro Gavardo
è stato invitato dalla Parrocchia di San Faustino al teatro San Giovanni nel Centro Storico di Brescia per una replica di “Caro don Murgioni” che a Gavardo avevamo dedicato al sacerdote salito alla Casa del Padre 30 anni fa. La sua vita sarà raccontata dagli amici attori Andrea Giustacchini e Paola Rizzi.
Ci saranno il fratello Pino, che ringrazio di cuore per le molte notizie e fotografie, lo scrittore Anselmo Palini, don Saverio Mori (anche lui incarcerato in Uruguay con don Pierluigi) e don Flavio Saleri, ex missionario fidei donum in Uruguay.

4) Oggi, domenica, auguri ad Aldo Zambelli, simpatico marito di Cesarina Cattaneo. Ha sempre cose interessanti e divertenti barzellette da raccontarmi. Parliamo anche della croce che noi mariti dobbiamo portare, ovviamente quando non c’è Ceci!

Lunedì è il compleanno di Mario Taraborelli, una persona che se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Mario festeggia gli anni insieme ai suoi magnifici gemelli Marta e Mattia. E il giorno prima compie gli anni anche l’altro nipote, il bravo Andrea. Chissà quali prelibatezze preparerà la moglie e nonna Claudia, vera regina dei fornelli!

Martedì compie gli anni la mia coscritta Marì Zecchi, brava maestra a Prevalle e assidua camminatrice: è mamma di Stefano Lombardi e del mio grande amico Luca.

Sempre di martedì favolosi auguri a mia nipote Donata Franceschetti, sorella dello juventino Marcello, figlia del caro Sergio e di mia sorella Rita. Donata ha sempre un carattere entusiasta e schietto, che trasmette al marito Alberto ed ai figli Francesco, Caterina ed Alessandra.
Cara Donata, sono fortunati i tuoi studenti ad averti come profe!

Sabato compie 87 anni (ma paiono molti meno) Renato Savoldi, che incontro spesso a Sopraponte sulla Via Romana.
Ricorda che da bambino, durante la guerra, mentre si recava a scuola aveva visto un aereo volare sopra le case così basso che ha ancora impresso l’immagine del pilota! E quando c’è stato il bombardamento, ricorda la neve altissima e gli aerei che scendevano verso Gavardo. Renato è nonno in gamba di Michele, il nipotino che adora. Auguri, speriamo che la nostra Juve ci dia buone notizie!

5) Ho letto sul facebook del Sindaco Comaglio e di Gaia che ci ha lasciati Pietro Sturla.
Era sindaco di Bagnolo Mella e convinto oppositore dei depuratori dei comuni del Garda sul Chiese. La sua battaglia era fatta per una questione di principio e non di interesse campanilistico: un vero esempio per ogni amministratore.
Lo ricordo nella fotografia con gli stivali nel Chiese, insieme ad altri bravi sindaci. “Mai molá” diceva. Non l’ho conosciuto personalmente, ma di certo era un grande uomo!

Alcuni eventi:
* oggi, domenica, ore 16 a Villanuova nell’Auditorium Garda ‘Eleonora Duse’ la compagnia teatrale “I Bravi” in “Rumori fuori scena” di Michael Frayn con Enrico Felter, Santina Sansoni, Luca Boschiroli, Azzurra Rizza, Fabio Malacrida, Dalila Giuliano, Fiorenzo Savoldi, Maddalena Costagli, Fabio Pasquali, regia di Christian Ginepro (info Fabio 335 8342492)
* oggi a Villanuova nuova edizione del mercatino “Dalla soffitta alla strada”
* oggi a Sabbio Chiese al teatro parrocchiale “La Rocca” ore 16 concerto “Attraversando l’America” della Filarmonica Conca d’Oro diretta dal M° Lelio Epis per augurare a tutti un felice 2024, il concerto sarà aperto dalla “Conca d’Oro Junior band” diretta dalla Maestra Barbara Folli
* oggi a Salò al Salòttino in via Fantoni dalle 14 alle 18 Matteo Maggini parla dei personaggi delle fiabe
* lunedì a Sabbio Chiese in Biblioteca “I lunedì all’hub” dalle 15 alle 17.30 ti aspettiamo per realizzare le tue idee creative: magliette personalizzate, stickers, spillette, stampa 3D…(per ragazzi dagli 11 ai 17 anni, partecipazione gratuita previa iscrizione)

* lunedì e mercoledì a Gavardo in Biblioteca dalle 15 alle 17.30 “Tazze personalizzate con la Mugpress” ritagliamo con il plotter fogli di inchiostro trasferibile permanenti e applichiamoli sulle mug (Hub tecnologico per ragazzi 11-17 anni gratis previa iscrizione 0365 377482 ci si può iscrivere ad un solo appuntamento)

* lunedì
a Gavardo ore 20 nel 79° anniversario del bombardamento Celebrazione liturgica nella Chiesa Parrocchiale, segue la Commemorazione Civile in ricordo delle vittime a cui presenzierà il sindaco Comaglio, l’orazione sarà curata dall’amico Maurizio Abastanotti con l’accompagnamento del Corpo Musicale Viribus Unitis

* martedì sera a Prevalle nella Sala del Teatrino di Palazzo Morani “La donna nel cambiamento” terzo incontro su educazione e promozione della salute femminile nell’arco della vita, con la psicologa Valentina Fraire, l’ostetrica Roberta Maccarrone e l’osteopata Nunzia Pasqua (organizzano Comune, Ecomuseo del Botticino e Studio ostetrico “Il Nocciolino Blu”)

* mercoledì a Sabbio Chiese in Biblioteca dalle 15 alle 17.30 “Creiamo magneti personalizzati”: progettiamo, stampiamo e ritagliamo con il plotter speciali fogli magnetici (per ragazzi dagli 11 ai 17 anni, partecipazione gratuita previa iscrizione in Biblioteca)
* mercoledì a Sopraponte in Oratorio dalle 14 alle 16 “Pomeriggio in compagnia” (info Elide 347 8580827)
* mercoledì a Gavardo al Centro Sociale di via Mangano dalle 15.30 alle 16.30
laboratorio “Le storie” con il sottoscritto

* giovedì a Soprazocco in Oratorio dalle 14 alle 18 “Pomeriggio in compagnia” (info Pierino 340 3332823)
* giovedì sera a Gavardo in Biblioteca per “5 sfumature di giallo” incontri con autori del mistero Alice Basso presenta “Le aquile della notte” modera Mara Facchetti del Festival Giallo Garda, letture del Gruppo di lettura di Soprazocco “Di libro in libro” (ingresso gratuito, info e prenotazioni Ufficio Cultura  0365 377462 cultura@comune.gavardo.bs.it o segreteria@festivalgiallogarda.it)
* giovedì a Gavardo ore 20.45 nella Scuola Parrocchiale “Medio Oriente. Verso nuovi equilibri?” con Michele Brunelli docente all’Università degli Studi di Bergamo e alla Cattolica di Brescia (per Fabula Mundi percorso di geopolitica organizzato dalle Acli provinciali di Brescia Aps, da Ipsia Brescia Odv in collaborazione con Fondazione Museke, partecipazione gratuita e senza iscrizione)

* venerdì a Gavardo al Centro Sociale di via Mangano dalle 14.30 alle 16.30
giochiamo a Burraco con la simpatica Mariangela

* sabato a Gavardo al teatro Salone ore 20.45 “Te…le…canto” esibizione per cantanti organizzata dal gruppo musica dell’Oratorio
* sabato a Villanuova nel Teatro Auditorium “E. Duse” ore 21 Contaminazioni in “L’ultimo chilometro” commedia in movimento con Emanuele Ghitti e Stefano Rossetti, regia di Francesco Buffoli e Daniele Bottini (intero 12 €, ridotto 10)
* sabato sera a Brescia in centro Contrada San Giovanni al Teatro San Giovanni “Caro don Murgioni” il Teatro Gavardo ricorda don Pierluigi Murgioni
* sabato e domenica a Villanuova al Cinema Teatro Corallo film “Wonder -White Bird” per non dimenticare (sabato ore 20.30, domenica ore 14.30 e 20.30 per prenotazioni https://www.cinemacorallo.it/)

* domenica a Pertica Alta il fantastico “Carnevale di Livemmo” con le sue tipiche maschere: la Vecia dal Val, l’Omasì dal zerlo, e il Doppio, ore 14 carnevale dei bambini, ore 14.30 sfilata delle maschere tipiche in Piazza, durante l’evento rappresentazione di scene tipiche degli antichi mestieri della zona ed esposizione dei prodotti realizzati sul territorio (info lepertiche.com/it/il-carnevale-di-livemmo o fb.com/carnevaledilivemmo)
* domenica a Gavardo Festa di San Giovanni Bosco, dopo la Messa solenne delle 10.30 nella chiesa parrocchiale Marcia della Pace con sbandieratori e bandiere di pace, conclusione con Angelus in Oratorio, poi pastasciuttissima (prenotare entro giovedì al bar), ore 15 giochi per bambini, merenda per tutti e ore 17.30 Vespri Solenni in Santa Maria
*domenica a Villanuova ore 20 all’Auditorium Garda Sala “E. Duse” film “Semina il vento” per il “Cineforum ECO-VISIONI”, organizza l’Associazione culturale aps “Larosaelapsina” (ingresso gratuito, info 334 1405014 / larosaelaspina@gmail.com)
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese!                                 
                                                                                                          maestro John
Nelle foto:
1) Monsignor Ferretti accanto a don Angelo Calegari ad un’adunata alpina
2) Le vittime del bombardamento di Gavardo (grazie per la foto alla bibliotecaria Manuela Franzoni)
3) Cèco Maioli (il primo a destra in piedi) con gli “Amici miei”
4) La locandina della serata dedicata a don Pierluigi Murgioni
Grazie di cuore a Cèco Maioli. Le notizie su Monsignore sono tratte da “Il ciliegio proibito” di Antonio Abastanotti, da “Mons. Luigi Ferretti L’arciprete della ricostruzione” di Franco Frassine e da “Il Ponte” del settembre 1971 per il 50° di Messa.




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10/03/2024

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Gli 80 di don Eugenio ed i 31 di don Luca, “L’avaro” a Vestone, il rogo della “vècia”, Cèco ricorda, Nick Blaze a Montichiari, altri 4 compleanni e vari eventi.

03/03/2024

Nel cuore, nell'anima

Il 50° di Bruna e Nello, per Ezio e per Flavio, l’Avis Gavardo, Antenore a Bagolino, il coro La Faita, Vestone in rosa, La casa sull’acqua, Cèco ricorda, 4 compleanni, un addio e vari eventi

25/02/2024

La forza della vita

Le tante persone che non si rassegnano, i volontari AVG, la RSA La Memoria, un progetto in Bangladesh, le suore in Brasile, due poesie, un compleanno e vari eventi