29 Ottobre 2023, 08.00
Blog - Maestro John

Fra terra e cielo

di John Comini

I defunti, il ricordo di don Murgioni, il 60° dell’Avis Gavardo, le croci sui monti, le foto del CAI in festa, Cèco e lo scarfòi, due compleanni, due addii e vari eventi


Giorni di brutte notizie, di buio che arriva presto, giorni di tristezza per i cari che ci hanno lasciato. Mi consola la poesia di Patricia Vena:

“Non ce ne siamo andati per sempre, nessuno se ne va per sempre.
Siamo rimasti un po’ nel sole di mezzogiorno, nella corrente del fiume,
nelle strade ardenti dell’estate, nelle notti tristi dell’autunno.
Siamo rimasti un po’ nell’aria e un po’ nella terra,
nel soffio del vento e nel I defunti, il ricordo di don Murgioni, il 60° dell’Avis Gavardo, le croci sui monti, le foto del CAI in festa, Cèco e lo scarfòi, due compleanni, due addii e vari eventicaldo della siesta.
Non ce ne siamo andati del tutto.
Un po’ siamo rimasti in ognuno di coloro che abbiamo lasciato.
Non ce ne siamo andati del tutto, nessuno se ne va del tutto.
Lo so perché a volte torno in un profumo, in un suono, in un colore, o in un sogno
che poi dimentico…”

A volte ci si chiede: in che brutto mondo viviamo? Siamo esseri fragili. Siamo fango e spirito. Capaci di meschinità, di mediocrità se non di orrore. Ma anche capaci di dolcezza, di tenerezza, di amore senza confini.

Come don Pierluigi Murgioni, che trent’anni fa lasciava questa terra a soli 51 anni.

Domenica 5 novembre alle ore 20.30 nel teatro Salone Pio XI, il Teatro Gavardo lo ricorderà: grazie alla Parrocchia e a don Italo Gorni, gli attori Andrea Giustacchini e Paola Rizzi interpreteranno il testo del sottoscritto tratto dallo splendido libro di Anselmo Palini “Dalla mia cella posso vedere il mare” e da lettere e documenti di Pino Murgioni, fratello di don Pierluigi. La proiezione di fotografie accompagnerà la vita del sacerdote che in Uruguay nel 1972 fu incarcerato e sottoposto a terribili torture dai militari della dittatura, per aver proposto il messaggio evangelico di pace e di giustizia. Nel 1977 fu espulso e tornò in Italia, dove riprese a svolgere il proprio servizio a San Faustino, a Ghedi ed infine a Gaino e Cecina. Negli ultimi anni si dedicò alla traduzione in italiano del Diario del santo vescovo e martire in Salvador mons. Oscar Romero. Don Murgioni fu colpito da un male incurabile in un fisico già debilitato dalle sofferenze subite: morì il 2 novembre 1993 e fu sepolto a Gaino.

«In terra bresciana è sepolto un tesoro, - scrisse don Giampietro Baresi, missionario comboniano - un messaggio di Dio scritto nella carne di un uomo che non ha fatto rumore e che potrà essere facilmente dimenticato da chi cerca la presenza di Cristo nei segnali di potere e di vittoria.» Ora don Pierluigi è accanto alla tomba di don Pernigo, la mamma Luigia (morta l’anno prima) e il papà (morto nel ’94) sono insieme in un piccolo loculo e la sorella Mariateresa (nel ’95) col marito Beppe Pedezzi.

In ricordo di don Murgioni giovedì 2 novembre alle ore 20 verrà concelebrata una Messa a Gaino, presenti i suoi compagni di classe, mentre a Gavardo sarà concelebrata col parroco mons. Italo, mons. Cesare Polvara e don Flavio Saleri mercoledì 8 novembre alle ore 20.
Mia sorella Rita ha molti ricordi di don Pierluigi quando abitavamo con la mia famiglia in Piazza De Medici, davanti alla Chiesa parrocchiale. La famiglia Murgioni, originaria della Sardegna, abitava proprio sopra di noi ed accanto alla Canonica.

Quando mia mamma si è trasferita da Salò, una signora le ha detto: «Lei va ad abitare sotto la signora più buona di Gavardo!» La zia di don Pierluigi, Paola, sorella del papà, faceva la sarta e teneva alcune ragazze come apprendiste. Il papà di don Pierluigi era maresciallo e comandava la locale stazione dei carabinieri. Mia sorella Valentina si ammalava spesso e mio papà, per riscaldare meglio l’appartamento, una notte si recò in solaio per prendere la legna: fece un po’ di rumore e gli si presentò dinanzi il maresciallo Murgioni con la sciabola sguainata! Le gemelle Anita e Clara Ferretti erano amiche di Anna Murgioni e venivano spesso a trovarla. La professoressa Paola Chiodi era amica di Maria Teresa Murgioni. Pierluigi e Pino giocavano a indiani insieme ai Chiodi in Paina: Pinuccio era “Occhio di Lince”, Gianni “Aquila rossa”. Don Pierluigi era coscritto di mio fratello Dino: conservo una foto dei coscritti del ’42 alle Acli.  

Alla serata di domenica 5 novembre parteciperà don Saverio Mori (compagno di missione di don Murgioni e anche lui imprigionato e torturato) oltre a don Cesare Polvara e a don Flavio Saleri che sono stati missionari fidei donum in Uruguay.

Oggi, domenica, per il 60° dell’Avis Gavardo, sul Monte Tesio ci sarà la passeggiata “Il Giro delle croci” con gli accompagnatori del CAI gavardese, la celebrazione della Messa nella Chiesetta degli Alpini, la posa e la benedizione di una splendida scultura lignea (realizzata dall’indimenticato Enrico Mora) con croce di copertura dedicata ai donatori Avis e infine l’inaugurazione del “Casì del Tes”  ristrutturato dal Comune.
Ho avuto la straordinaria fortuna di conoscere molte persone dell’Avis. Hanno opinioni politiche diverse, tifano per squadre diverse, ma tutte hanno una cosa in comune: aiutano le altre persone. E lo fanno gratis! Possibile?! Sì perché donano il loro sangue e aiutano a salvare persone che hanno avuto incidenti o problemi di salute. E le salvano senza conoscerle!

L’Avis di Gavardo raccoglie donatori da tutti i paesi vicini: Muscoline, Nuvolento, Paitone, Prevalle, Roè Volciano, Serle, Vallio e Villanuova. Ma c’è anche qualcuno che si è trasferito lontano eppure continua a donare in Valsabbia. La sezione conta più di 1.300 soci, ma si rinnova l’appello a chiunque volesse diventare donatore di sangue: c’è sempre bisogno di aiuto!

Grazie al Gruppo ciclistico (un bella compagnia che ama percorrere le strade in mountain bike per portare un messaggio promozionale a favore della donazione del sangue) ho partecipato ai pellegrinaggi del 2009 a Santiago de Compostela e del 2016 a Roma per il Giubileo della Misericordia, ed a vari viaggi in Umbria e Toscana (io in furgone, eh! “ghó mia scritt giocondo!”).  L’Avis all’interno delle proprie manifestazioni ha invitato molte volte il Teatro Gavardo: ricordo uno spettacolo con Paola Rizzi in piazza De Medici davanti ad un mare di persone. Tutti gli avisini sono persone meravigliose: permettetemi almeno di citare il Presidente capitan Arturo Tebaldini, Antenore e Giovanni Taraborelli, i dottori Gianni Filippini e Giovanni Damiata…E lasciatemi ricordare alcuni avisini che oggi festeggeranno in cielo: Renato Paganelli, uomo di speranza, figura di spicco del mondo del volontariato valsabbino, cofondatore della sezione Avis di Gavardo, che ha poi guidato per molti anni come presidente (è stato anche consigliere provinciale). E Cesare Goffi, grande fotografo ed animatore culturale, che con entusiasmo organizzava le straordinarie serate culturali dell’Avis. E poi Claudia Podavini, Aldo Arrighi, Cecilia Zane, Gilberto Forioli, Mirco Comini... W l’Avis! W gli avisini!
4) A proposito di “Giro delle croci”, provo a ricostruire le vicende di alcune croci sui monti gavardesi: ma non mettetemi “in croce” se sbaglio qualcosa, caso mai scrivetelo sotto l’articolo…

Com’è nata la croce sui Tre Cornelli? Dal libro di Aldo Amici sulla storia dei “Pastorelli dei Tre Cornelli”, apprendo che l’idea era nata dall’amico Ivano Maioli, che nel 1990 ha realizzato ed installato una croce, sia a suggello dell’impegno del Gruppo a tener viva la tradizione della pastorella, sia per ricordare i 45 anni di sacerdozio di don Francesco Zilioli. Molte persone si prestarono generosamente per la realizzazione. La ditta Fiori di Nozza fornì i tralicci in ferro zincato, Angelo Veneziani e Bruno Cherubini misero a disposizione la loro officina. Il caro Teddy progettò la croce e fece i rilievi topografici, Aldo Massolini, Franco Ferrari e il mitico Cecco Maioli trasportarono i materiali con i trattori. I fratelli Lorenzo, Antonio, Paolo Andreassi e Severino Rivetta azionarono il “falcone” (preso in prestito dall’Enel) per l’installazione della croce, il disboscamento e il sentiero di accesso furono garantiti dal CAI Gavardo (capitanato dal presidente Angiolino Maioli e dal suo vice Beppe Re), Beppe Comini e le sue donne Iris e Miriam provvidero al vettovagliamento. La Croce, posta sul Cornello di mezzo e inaugurata con una degna cerimonia, è diventata méta di tanti alpinisti che amano la montagna bresciana.

Il mega-presidente del C.A.I. Gavardo Emiliano Alborali
(che ringrazio di cuore) nel bel libro “Una lunga storia di amore per la montagna 1948-2023” scrive: “Nel 1948 i fondatori della nostra Sottosezione (che ne trattarono la nascita con la Sezione di Brescia, a partire dal Gruppo della Montagna “Achille Ratti”) ebbero l’idea di costruire e installare una croce sul monte Tre Cornelli, in particolare sul Cornellino di nord-est, anche se di poco più basso del Cornello Centrale, in quegli anni un punto ben visibile dal paese, in virtù del fatto che allora il taglio del bosco era operazione praticata con regolarità come attività di sussistenza e la croce risultava perciò ben in evidenza sull’orizzonte. Questo gesto voleva da un lato esorcizzare i sacrifici e le pene vissuti negli anni della Seconda Guerra Mondiale, da poco alle spalle, con le sue profonde cicatrici lasciate anche a Gavardo, dall’altra trasmettere un messaggio di speranza e di ottimismo, in un momento storico in cui un po’ ovunque nell’Italia della ricostruzione si cercava nelle gite in montagna una sorta di conferma della ritrovata libertà.

Purtroppo, con il passare dei decenni, il luogo venne un po’ dimenticato dai più, anche comprensibilmente a vantaggio della vera e propria vetta del Monte Tre Cornelli (cioè il più alto Cornello Centrale), punto particolarmente attraente per gli escursionisti per il vasto panorama circolare sulla pianura e sulle Prealpi e su cui tra l’altro troneggia dal 1990 l’imponente croce posata dal “Gruppo Ragni” di Gavardo a ricordo del 40° anniversario di ordinazione sacerdotale del parroco Don Francesco Zilioli. Il sentiero di accesso al Cornellino sparì, coperto dalla vegetazione, e anche la struttura stessa della croce iniziò a mostrare inevitabilmente i segni del tempo. Si fece quindi sempre più strada tra i soci del C.A.I. Gavardo l’idea di una ristrutturazione del manufatto ed il progetto prese concretamente vita verso la fine del 2021 quando, in concomitanza con i lavori per la giornata autunnale di manutenzione sentieri, la vecchia croce fu rimossa e trasportata a valle.

Nei mesi successivi, una volta rinforzata la struttura originale della croce, la stessa venne arricchita da stupendi inserti in ferro battuto, realizzati dal socio, fabbro d’arte, Raimondo Bignotti, recanti tra l’altro un estratto dal famoso brano “Signore delle cime”, a voler gettare un ponte immaginario tra terra e cielo, tra il C.A.I. di oggi e tutte quelle persone che hanno avuto il C.A.I. nel cuore e che ci hanno lasciato nel corso degli anni. Il senso di questa operazione è bn riassunto nell’iscrizione che il Consiglio ha voluto apporre sulla croce rinnovata: “1948-2022 Il C.A.I. Gavardo ricorda la sua storia, i suoi artefici e chi ha camminato in suo nome”. La nuova croce è stata inaugurata e benedetta con una bella e partecipata cerimonia il Lunedì dell’Angelo 18 aprile 2022, in occasione dell’avvio della stagione escursionistica, ed ora è lì, al centro di una piccola romantica radura dove ognuno può soffermarsi, mandare un pensiero al C.A.I. o elevare una preghiera a una persona cara o a un amico che ora cammina tra le montagne del paradiso.”

A quella cerimonia hanno preso parte alcuni ex presidenti e la madrina Iris Vezzola, mamma del mitico Mirco e moglie di Beppe Comini, a lungo custode in Tesio del “Casì del cümü” e tra i posatori della croce originale.

Poi ecco la croce sulla sommità della Paina, affiancata dall’altare in cemento, edificati nei primi anni Quaranta, dal gruppo “non passaran” a ricordo degli amici morti in guerra. La croce in cemento armato sul cocuzzolo della Selvapiana, ben visibile dal paese, venne realizzata dai parrocchiani di Sopraponte e da essa lo sguardo nelle giornate limpide si spinge fino ai primi Appennini.

Poiché la mia memoria va e viene, mi è venuto in mente che avevo promesso di pubblicare le foto della Festa per il 75° del CAI Gavardo, scattate dall’amico Antenore Taraborelli, presidente della giuria (con Marianna Losa e Claudio Magri) del Concorso fotografico “75 anni-75 Vette”.

Coprendomi il capo di cenere, ecco il link.

Mi ha scritto il mitico Ceco Maioli, grande alpino e grande uomo. “Caro Maestro John, riguardo al tuo lunghissimo articolo di domenica scorsa, voglio dirti che, io da ragazzo ero a fare il Famei, e dormivo nel paiù de scarfòi delle pannocchie, al Casì del Roda dal Giuseppe Avanzi prima e a Limone poi dai fratelli Podavini detti Pipù, sempre nel paiù de scarfoi. Mi scuso se ho scritto non corretto perché non so come si scrive paiù e scarfoi, ma tu lo capirai. Mio fratello Luigi impagliava le sedie con gli scarfòi, mio papà impagliava le sedie con le carezze, pianta che vive nella paludi con acqua stagna. Saluti Ceco Maioli.” Caro Ceco, grazie per i tuoi ricordi, scritti in modo più che corretto. Riguardo ai miei articoli, è vero che sono lunghissimi, ma io sono sposato e quando scrivo è l’unico momento in cui posso esprimermi liberamente, eh eh eh! Un grande abbraccio!

Giovedì compie gli anni l’amica Cesarina Cattaneo detta Ceci. Poiché tra le altre cose è anche brava a scrivere, le ho chiesto se gentilmente poteva inviarmi uno scritto sui suoi ricordi. Eccolo.

“Sono nata il 2 novembre 1948, primogenita di Angiolina Parolini e Francesco Cattaneo. Il babbo e la mamma si sono conosciuti durante un campo estivo dei carristi accampati a Villanuova sul Clisi, nei pressi dei campi dove di lì a poco sarebbe sorto il campo sportivo. Andato poi in guerra per ben sette anni, al suo ritorno rivide la mamma e lui, da Martinengo nella bergamasca, ogni fine settimana coltivava il sentimento che li avrebbe portati al matrimonio nel 1947. In forza poi dell’assunzione come operai al cotonificio diedero vita alla loro simpatica famiglia allietata da 4 pargoli, non proprio dei più calmi e docili.

Cesarina, brava a scuola e supplente della mamma quando questa faceva i turni al cotonificio. Battistina, moglie del tuo amico Ciotolo, brava infermiera ma da sempre denominata dalla mamma “el mé teremòt”. Egidio, bravo meccanico, per qualche anno in forza alle assistenze ai rally, quasi sempre in bega con la sorella maggiore, beghe che finivano con una tirata di capelli e qualche calcio nel sedere. Terry la piccolina, coccolata da tutti, ma volata in cielo troppo presto: in compenso ci ha lasciato il suo Moreno, splendido figlio legato alle zie come fossero la sua mamma… La Ceci non ama troppo la cucina, ma alcuni manicaretti le riescono bene, per cui quando ha ospiti punta su quelli, giusto per non fare brutta figura. Non le piacciono le pulizie, fa quello che basta  per non apparire disordinata, le piace tantissimo la musica, cosa che ha trasmesso a Paolo ma anche a Daniela, che per parecchi anni ha diretto il coretto parrocchiale.

Ama il cucito, il ricamo, organizza tutti gli anni con le amiche il viaggetto in quel di Bergamo per la fiera “Creattiva” dove le arti manuali fanno bella mostra. Tutte le volte che torna dice la fatidica frase: «È bello vedere e rendersi conto di quante persone amano il lavoro manuale in tutte le sue forme.» Cosa da non trascurare: questa uscita, che in primavera prevede un scappatina in quel di Bergamo Alta, da parecchi anni vede il tutto esaurito, con tanto di lista di attesa per le ritardatarie (partendo da Manerba raccoglie passeggeri fin da Castiglione delle Stiviere fino a Brescia). Questo ci permette, con l’utile che ne ricaviamo, di fare offerte all’oratorio senza ricadere sulle tasche delle signore che sferruzzano tutti i mercoledì. Attenta com’è al sociale, a Ceci fanno riferimento le organizzatrici di eventi con finalità sociali, vedi la 50 miglia di Viva Vittoria dello scorso 4 giugno. Nel nostro ambiente portiamo avanti l’interessamento a quanto ci accade intorno…ciao ciao
Ah dimenticavo: a volte mi dicono “Te sét come el pedersèm” della serie “ci sei un po’ dappertutto…A volte dovrei avere il coraggio di tirar fuori le due lettere: NO!”

Cara Cesarina, sono le belle persone come te che migliorano questo mondo. Favolosi auguri e un saluto a tuo marito: tu sei santa, lui è martire, eh eh eh!

Sabato compie gli anni l’amica Anna Martini, coscritta della mia attuale moglie. Il papà Santo lavorava all’Enel, la mamma Assunta lavorava al Lanificio. La sorella maggiore, la cara Mariangela, era nata nel ‘47. La domenica del 4 novembre 1951 nacque Anna: sorrideva a tutti, non piangeva mai, tutti la volevano tenere in braccio.

Anna frequentò l’asilo e le scuole elementari presso le suore Orsoline: la maestra era Madre Crocifissa. Studiò come puericultrice a Brescia. Passava le serate studiando, facendo la maglierista in casa ed apprendendo i lavori domestici, dove eccelleva per gusto e creatività. Con la sorella teneva il bar dell’Oratorio, nel periodo in cui c’era il dinamico curato don Eugenio Panelli.

Poi Anna incontrò un bel ragazzo, dai capelli folti e dalla simpatia travolgente. Il suo nome era Antenore, del nobile clan dei Taraborelli, classe 1950. Da ragazzino aveva lavorato dal Mario Rizzi e girava in bici per il paese fischiettando o cantando.
La dolce mamma di Antenore, la signora Palma, lavorava al Lanificio, dove era entrata insieme alla mamma di Daniela Massolini, la cara Paola Tebaldini che tutti chiamavano Leti.  Essendo una brava cuoca, colmava Antenore e la sorella Franca di ogni ben di Dio. Antenore aveva studiato all’Itis, aveva trovato lavoro alla Breda come perito e poi a Villanuova come professore all’Inapli, insieme agli amici Oliviero Bonettini ed a Luigi Savoldi, marito della bionda Angioletta.

Nel 1960 nacque il fratello di Anna, Maurizio, dalla voce stupenda, che fin da ragazzo cantava accompagnandosi con la chitarra, facendo delirare le donne.

Anna ed Antenore, due nomi che iniziano per A come Amore, si sposarono il sabato 22 novembre del 1975: la cerimonia fu celebrata da don Eugenio, testimone di nozze era l’amico Cesare Polvara detto Cece, coscritto di Anna e diventato poi grande sacerdote. Anna divenne maestra del nido prima a Rezzato, poi a Villanuova e infine a Gavardo, sempre apprezzata da bambini e mamme. La casa di Anna e Antenore è sempre accogliente ed ospitale, piena di amici. E quando l’estate soggiornano a Bagolino, anche là accolgono le persone con allegre cene, magari ospitandole a dormire.

I due amano le passeggiate in montagna, amano viaggiare con gli amici Ermanno e Gabriella Poletti, e spesso si recano al mare a Cinquale dove Antenore può fare il bagno mentre Anna va a far compere al mercato di Forte dei Marmi, rivoltando tutti i banchetti alla ricerca di qualche vestito da comprare perché, come dice sempre “Ghó mia nient da mitim adoss!”.

Anna come Antenore si è sempre data da fare per gli altri, fa parte dell’Avis e dell’Associazione Volontari Gavardesi. Hanno avuto la grazia di due figli davvero splendidi, Francesca nata nell’82 e Giovanni nell’83. A loro hanno trasmesso con l’esempio i valori della condivisione, del rispetto, delle radici cristiane ed umane.

Francesca si è sposata con Loris Losa, una persona buona e profonda. Ora abitano a Daone dove vivono con i figli Marianna e Riccardo, due ragazzi educati e creativi.

Giovanni come il papà è appassionato di fotografia e socio dell’Avis, ma non è milanista come il padre, giustamente ha scelto la Juventus, la squadra migliore che ci sia al mondo… Con Gaia Costa ha regalato ai nonni Adele, un tesoro di bambina.

Auguri e buona vita, Anna!

Ci ha lasciati Augusto Oliva: lavorò nel negozio di confezioni e tessuti del padre e sposò Cornelia, nipote di don Angelo Calegari. Era un eccellente pittore: fin da giovanissimo manifestò la sua passione per l’arte del dipingere e la consolidò nel 1955 a Lavenone grazie agli insegnamenti del maestro Omero Solaro, importante paesaggista a cui si ispirerà in molte le sue opere. In seguito si perfezionò alla scuola rezzatese di Rodolfo Vantini, diretta dal maestro Francesco Squassina con Girolamo Battista Tregambe e Natale Donneschi. Oliva partecipò a numerosi concorsi e a mostre collettive: i suoi poetici paesaggi si trovano in numerose collezioni in Italia, Svizzera, Germania e Austria. Suo il dipinto “La deposizione” nella Via Crucis del Monticello di Gavardo. Sentite condoglianze ai familiari.

Si è spenta serenamente Marina Bruschi vedova Belli. Anni fa la incontravo a Sopraponte e mi raccontava sempre qualche aneddoto. È la buona suocera di Gabriele Zanelli (mio ex alunno alle elementari) e la nonna di Mattia (con lui ed il Gruppo Teatrale Gavardese stiamo preparando lo spettacolo “All’occhio, Pinocchio!” che rappresenteremo al Teatro Salone venerdì 10 e domenica 12 novembre, dedicato al nostro caro amico Gabriele Bonvicini.) Un grande abbraccio alla famiglia.

Alcuni eventi:


* oggi, domenica, a Gavardo in Tesio per il 60° dell’Avis Gavardo ore 9.30 passeggiata con accompagnatori CAI Gavardo, ore 11.45 Messa alla chiesetta alpina, benedizione scultura lignea con croce dedicata ai donatori Avis e inaugurazione “Casì del Tes”  ristrutturato, ore 13 momento conviviale
* oggi a Villanuova al Teatro Duse (Auditorium Garda via Carpen 53) ore 16 “Il principe di marzapane” con il Nodo Teatro, posto unico 6 €
* oggi a Salò al Salòttino mostra monografica su Edoardo Krumm fino al 5 novembre (da giovedì a domenica ore 10-12 e 15-19)
* a Serle in biblioteca “Il mondo della cava” mostra fotografica sulla vita in cava di generazioni di serlesi (fino al 31 ottobre in orari della biblioteca) e mostra delle sculture marmoree di Dante Colosio
* a Vobarno in biblioteca per “Labor” mostra pittorica e fotografica sulla Ferriera (fino al 30 novembre)
* lunedì a Gavardo in Biblioteca ore 16.30 Baby drive-in Speciale Halloween per bambini 5-10 anni (obbligo prenotare 0365 377463 biblioteca.civica@comune.gavardo.bs.it)
* lunedì a Gavardo in Biblioteca ore15-17.30 “Una lanterna per Halloween” costruiamo una lanterna per Halloween e altre decorazioni di cartoncino con il plotter da taglio (Hub tecnologico gratis previa iscrizione 0365 377482 biblioteca.civica@comune.gavardo.bs.it)
* martedì a Roè Volciano nell’auditorium dalle 17.30 alle 19 “Prepara oggi il tuo domani” strategie per la promozione dell’invecchiamento sano e attivo con la brava Federica Podda per l’Università del Tempo Libero
* martedì a Gavardo Festa di Halloween al Museo dalle 21 alle 23.30 “Dolcetto o reperto?” percorso da paura con le operatrici de “La melagrana” per bambini 8-12 anni (8 €) Link per la prenotazione online https://rb.gy/f7dxv
* martedì a Gavardo al Museo Sala Bruni Conter ore 20.30 il musicista Maurizio Lovisetti e l’attore Daniele Squassina in “Senza misericordia: il Medioevo tra la vita e la morte” spettacolo di parole, suoni e immagini ispirato dal volume di Chiara Frugoni e Simone Facchinetti (per “Medioevo meraviglioso” conduce l’amico Enrico Giustacchini, ingresso libero)
* mercoledì a Sopraponte in Oratorio dalle 14 alle 16 Punto d’incontro per persone dai 60 anni in poi (info Elide 347 8580827)
* giovedì a Soprazocco in Oratorio dalle 14 alle 18 Punto d’incontro per persone dai 60 anni in poi (info Pierino 340 3332823)
* giovedì a Barghe nella ex Centrale elettrica dalle 17.30 alle 19 “La presenza romana in Vallesabbia” con Elisa Zentilini per l’Università del Tempo Libero
* ogni giovedì a Casto in biblioteca ore 20 «Do iu spic inglis?» consigliata ma non obbligatoria una padronanza base della lingua (info 3482884130)
* venerdì a Gavardo al Centro Sociale ore14.30-16.30 gioco burraco
* venerdì a Gavardo in Biblioteca ore 20.45 per la rassegna sull’astronomia e l’astrofisica “Bufale e complotti nell’era dei viaggi intergalattici” con Vittorio Baraldi ingegnere aereospaziale e divulgatore scientifico (info 0365 377462)
* sabato a Gavardo in Via Mangano, 5  dalle ore 15 alle 18 Laboratorio di Book-Trailing (alla scoperta del cinema e realizzazione di video) condotto da Andrea Bignotti, Davide Biffi e Giacomo Guerra Iscrizioni al link https://bit.ly/3LMOW70 0365377462 voiceout.gavardo@gmail.com
* sabato a Gavardo in Biblioteca “International Games Week” dalle 9 alle 12 giochi da tavolo per bambini,  dalle 14.30 alle 19.30 Gruppo di gioco a partire dai 12 anni
* sabato a Gavardo al Mulino dalle 16 alle 20 inaugurazione della mostra “Idee di legno” personale di Riccardo Pelizzari (domenica ore 10-12 e 16-20; martedì, venerdì, sabato e domenica 12/11 dalle 16 alle 20)
* domenica a Gavardo ore 20.30 al Salone il Teatro Gavardo con Andrea Giustacchini e Paola Rizzi presenta “Caro don Murgioni” in ricordo del sacerdote che 30 anni fa lasciava questa terra

Io continuo a pregare per un amico: Madre Elisa Baldo, fai il miracolo!
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese!   
Maestro John                             
                                                                                                     
Nelle foto:
1) Pierluigi Murgioni bambino (a destra) con i genitori ed il fratello Pino
2) La locandina della serata di domenica prossima dedicata a don Murgioni
3) Cesarina Cattaneo ceci con il marito Aldo Zambelli in alta montagna
4) Anna Martini (verso destra, con la maglia bianca e la collana di perle) alla Gita sociale AVIS  del 2 ottobre 2016 a Bergamo e Villaggio Crispi d’Adda (foto del marito Antenore Taraborelli)





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