26 Aprile 2024, 07.00
Valsabbia
Convegno

Nuove strategie per il welfare locale

di Cesare Fumana

Un convegno in comunità montana organizzato dalle cooperative sociali valsabbine ha fatto il punto sui nuovi strumenti di amministrazione condivisa per i servizi sociali


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C’è un nuovo “mantra” entrato nel vocabolario della Pubblica amministrazione: coprogrammazione e coprogettazione.

I due termini si riferiscono ad attività diverse. La coprogettazione riguarda la costruzione di progetti specifici da parte di più attori che si interfacciano secondo una logica di condivisione di risorse e obiettivi. La coprogrammazione si riferisce invece alla medesima logica, ma con il focus delle politiche.

Sono modalità di relazione tra la Pubblica amministrazione e gli enti del Terzo settore ispirate al principio di collaborazione.

Per chiarire i termini di questa nuova modalità di gestire in particolare i servizi sociali è stato organizzato un convegno da parte di tre cooperative valsabbine (Cooperative Area, Cogess e La Cordata), con il patrocinio di Comunità Montana di Valle Sabbia e dell’Associazione Comuni Bresciani, che si è svolto martedì pomeriggio presso la sala delle Assemblee a Nozza di Vestone.

Numerosi i rappresentanti degli enti del terzo settore, scarsa invece la presenza di amministratori locali, a cui il convegno era anche rivolto.

L’incontro, moderato dal giornalista Massimo Tedeschi, ha visto come relatori Davide Giacomini, docente di Organizzazione aziendale all’Università degli Studi di Brescia, e Mario Gorlani, docente di Diritto Pubblico della medesima Università.

Dopo l’approvazione del Codice del Terzo settore e la sentenza 131 del 26 giugno 2020, molte amministrazioni hanno iniziato a utilizzare gli strumenti della coprogettazione e della coprogrammazione, comprese alcune valsabbine.

Il presidente di Comunità montana Giovanmaria Flocchini l’ha definita «una nuova sfida per le amministrazioni pubbliche», ricordando che alcuni progetti anche in Valsabbia sono stati pensati ricorrendo a questa nuova modalità di collaborazione fra la Comunità montana e le cooperative sociali del territorio: ad esempio il progetto Sai, per l’accoglienza e l’integrazione di persone straniere, o la gestione dei Cdd di Idro e Villanuova.
«L’obiettivo – ha ricordato Flocchini – è quello di migliorare il servizio».

Anche per Michele Zanardi, presidente dell’Ambito 12 di Valle Sabbia, è uno strumento di enormi potenzialità che fa perno sulla collaborazione.
«Ad esempio per la stesura del Piano di Zona abbiamo attuato una programmazione comune con un’approfondita e corale analisi dei bisogni.
Servono però anche risposte nuove ai nuovi bisogni. Sono strumenti nuovi, nuovi modelli che non possono avere vecchie risposte, ma dobbiamo essere innovatori del territorio. Per questo l’alleanza fra enti pubblici e terzo settore deve accompagnarsi in un cammino nuovo».

Per Davide Giacomini, gli enti del Terzo settore hanno enormi risorse non sfruttate che possono essere messe in gioco per migliorare i servizi sociali.
«Prima la gestione dei servizi sociali – ha ricordato il professore –, poteva avvenire attraverso bandi, gare d’appalto dove vince il miglior ribasso, oppure con una gestione “in house”. Questa terza modalità, introdotta con il Codice del Terzo settore, offre un approccio alla cultura della partecipazione, dove l’obiettivo è quello di perseguire il miglior risultato.
Un percorso che va costantemente seguito e che necessita di un’importante fase di valutazione finale».

Per Mario Gorlani questa modalità operativa è quella di maggior prospettiva per i prossimi anni nell’ambito dell’affidamento dei servizi sociali.
Ha ricordato l’applicazione a rilento per la rigidità del quadro normativo, sbloccato con l’emanazione delle linee guida del settore.
«Rispetto all’appalto – ha rimarcato il professore –, la coprogettazione permette maggiore flessibilità e il confronto con le realtà del territorio: in questo caso il terzo settore deve essere portatore di innovazione per rispondere meglio ai bisogni delle persone da seguire».




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