05 Novembre 2023, 08.00
Gavardo
Blog - Maestro John

Come pioveva

di John Comini

Il Chiese in piena, teatro per don Murgioni e Gabriele Bonvicini, suor Anna Maria, la festa in Tesio, Amos col Cai, tre compleanni, un addio e vari eventi


1) Ancora una volta: pioggia intensa, esondazione, allagamenti e strade chiuse. Tutti con gli occhi sui social per vedere aggiornamenti e video di un fiume marrone che trascina detriti e alberi, che scorre a velocità pazzesca e fa paura. “Uno scenario da brivido”, scrive qualcuno.
Come dimenticare la devastante piena del 4 novembre 1966, quella dell’Arno a Firenze, che coinvolse anche il nostro territorio? Ricordo la mia cantina allagata, l’acqua nel negozio di scarpe. I gabinetti pubblici sotto il ponte erano spariti, coperti dal fiume di acqua e fango. Metà dell’Isolo era stato portato via. Ricordo l’impressionante rumore del fiume. Ricordo gli sguardi pieni di paura della gente, che osservava con sgomento l’acqua del fiume che passava sotto il ponte e sembrava potesse sopravanzarlo e portarlo via.
Un’altra alluvione ci fu il 6 novembre 1972. Ed il 7 giugno 1990: a Sopraponte la piena del torrente Vrenda ebbe gravi conseguenze, case danneggiate e crollo dello storico ponte.
Nel novembre 2010 il Chiese è esondato in più punti. Ci sono stati momenti difficili per le famiglie costrette a lasciare le case, anche se solo temporaneamente.
E poi c’è stata l’apocalisse del novembre 2018, una tragica ondata di maltempo che ha flagellato l’Italia, con venti fortissimi e pioggia incessante. Strade devastate, tralicci piegati come fuscelli. Il Chiese e i suoi affluenti erano esondati nelle campagne, creando apprensione. Frane di terra e fango dappertutto. Bagolino era isolata ed al buio. Al freddo e al buio Provaglio Valsabbia, Anfo e Idro. A Livemmo si sono abbattuti centinaia di abeti e piante sia in pineta che in Valsorda.
Ora per fortuna è tornato a splendere il sole. Speriamo in bene. Ancora una volta è giusto ringraziare la Protezione civile, i Vigili del fuoco, le Forze dell’Ordine e tutti quanti si sono prodigati a dare una mano sotto la pioggia o che hanno rispettato le indicazioni impartite.  
Permettetemi di citare l’associazione GAIA: “Il fiume Chiese secondo gli esperti è il ‘perfetto recettore dei reflui gardesani depurati’. Solo chi non conosce il fiume Chiese può dire una cosa del genere, solo chi sta dietro una scrivania e non ha mai alzato il culo per vedere come stanno le cose realmente può sostenere una cosa del genere. Il fiume Mincio, oltre ad avere una portata media pari a quella del Chiese al suo massimo ha una PORTATA COSTANTE grazie all’enorme vasca di laminazione che è rappresentata dal lago di Garda, il fiume Chiese no. Il fiume Chiese è un fiume a carattere ormai torrentizio che in caso di pioggia intensa NON PUO' essere regolato. Solo chi propone il progetto del mega collettore del Garda con i due mega depuratori a Gavardo e Montichiari può, in malafede, ignorare tutto questo.”

2) Questa sera al teatro Salone di Gavardo (ingresso libero) ricorderemo don Pierluigi Murgioni, che trent’anni fa a soli 51 anni è salito alla Casa del Padre. Don Pierluigi fu missionario fidei donum in Uruguay, durante la dittatura militare, quando predicare il Vangelo e parlare di giustizia significava essere un pericoloso avversario del potere. Fu imprigionato e torturato per cinque anni: la sua vicenda ricalca quella di tanti testimoni che incarnando lo spirito del Concilio Vaticano II e della Conferenza di Medellin, fecero la scelta dei poveri e denunciarono le ingiustizie strutturali che stravolgevano la realtà sociale e civile dell’America Latina.
Don Saverio Mori, compagno di seminario e di missione in Uruguay, arrestato pochi giorni dopo don Pierluigi, torturato e poi rilasciato, non si fece intimidire e continuò a visitare in carcere don Murgioni, che sempre trovò in lui un fratello che lo sostenne nei momenti più difficili. Ha scritto don Saverio (che ho avuto la fortuna di conoscere quand’era parroco a Prevalle): “A volte ci siamo resi scomodi, come è scomodo il Vangelo, ma non per i poveri e i semplici, bensì per i detentori del potere. Posso garantire che con don Pierluigi abbiamo cercato di predicare e testimoniare unicamente il Vangelo del Signore.” È bello sapere che a Ghedi, dove don Pierluigi è stato dal 1982 al 1988, per ricordare il suo operato fu costituita negli anni Duemila l’Opera don Murgioni, poi divenuta Cooperativa e ora confluita nella Casa della Misericordia, che riunisce una serie di realtà operanti nel campo del volontariato.
Ringrazio in particolare il parroco don Italo Gorni (che ha subito accolto con entusiasmo la nostra proposta) e Pino, fratello di don Pierluigi, che ci ha sostenuto e inviato molte notizie e fotografie e ci ha messo in contatto con Anselmo Palini, che tra i molti bellissimi libri pubblicati ha scritto lo straordinario “Pierluigi Murgioni Dalla mia cella posso vedere il mare” Editrice Ave.
Tra l’altro ricordo che don Leonardo Farina (bellissime le sue omelie) è stato parroco a Cecina e Gaino dal 2006 al 2018.

3) Venerdì e domenica prossimi alle ore 20.30 sempre al Teatro Salone, gentilmente concesso, il Gruppo Teatrale Gavardese rappresenterà “All’occhio, Pinocchio!” dedicato al caro amico Gabriele Bonvicini. L’ingresso è libero, ma dicono sia meglio arrivare un po’ prima. Lo spettacolo è la storia di un gruppo scalcinato che sta provando la storia del burattino in un vecchio teatro, ma la custode Teresa (Antonella Pialorsi) e l’amica “torda” (la mitica Paola Rizzi), insieme al Vigile (Germano Filippini) ed a Suor Gesulina (Caterina Manelli) pensano si tratti di ladri o di fantasmi. Spassosi equivoci a volontà, quindi. In scena ci sono alcuni attori del Gruppo Teatrale “storico” (Valentina Avanzi, Maria Grazia Bontempi, Laura Rubino,           Donata Goffi, Alessio Savoldi, Guerrino Mazzacani, Gabriele Devoti, Beppe Mangiarini) oltre a Luca Lavi, Filippo Bonvicini, Guido Assoni, Lucia Pappalardo, Enrica Bertini (del Centro Diurno Stella del Mattino della Comunità Fraternità a Nozza dove era stato ospitato il nostro Bonvi), Clara Maioli, Mattia Zanelli, Francesco Poletti, Monica Tiboni e Noa Filippini. Collaborano Marilena Mangiarini, Peppino Coscarelli, Luca Lombardi e Sara Ragnoli.
Lo spettacolo era stato rappresentato anni fa anche dai simpaticissimi seminaristi (ora sacerdoti) nella Festa dell’Immacolata del 2015. Tra gli altri lasciatemi citare i fantastici Lorenzo Bacchetta e Luca Galvani, che saluto con affetto. Io dirigevo il tutto, ma dietro le quinte c’era l’occhio attento di don Alessandro Tuccinardi, che seguiva con affetto la sua scatenata banda di futuri sacerdoti.

4) Poiché lo spettacolo è dedicato a Gabriele “Bonvi”, vorrei ricordare anche la sua cara sorella e mia coscritta, Suor Anna Maria Bonvicini. Era nata a Gavardo il 15 novembre 1952, era prima di quattro fratelli. Educata alla fede dai genitori, aveva frequentato la scuola delle Suore Orsoline e aveva partecipato alla vita della parrocchia e dell’oratorio. Le piaceva il clima di raccoglimento in cui le suore vivevano e ricordava che da bambina aveva pregato la Madonna perché l’aiutasse a diventare come loro. Lavorò in fabbrica e a 19 anni entrò come postulante nella Congregazione delle Missionarie Francescane del Verbo Incarnato a Fiesole (dove spesso si recava il fratello Gabriele) e si donò per sempre a Gesù il 25 marzo 1981. Con tenerezza e pazienza si dedicò alla formazione pratica delle giovani candidate alla donazione totale. Suor Anna Maria ha onorato il volto di Gesù nei fratelli, per i quali si è prodigata entrando nelle case dove c’erano malati da confortare, sofferenze da alleviare, speranze da ravvivare. Anna Maria ha servito la Chiesa a Casto, a Villa Carcina, a Fiesole, a Lugano, a Pisa, a Roma, a Caldine. Nel 2000 aveva coronato il suo sogno di un’esperienza missionaria in Bolivia, accompagnando alcune giovani del gruppo missionario della Diocesi di Fiesole. Di suor Anna Maria le Sorelle della sua comunità ricordano la voglia di vivere e di lavorare, la semplicità e la sincerità, e -nel periodo di sofferenza per la malattia- la riconoscenza verso le Consorelle che l’assistevano. È salita in Cielo, chiamata a cantare la gloria di Dio, il 4 febbraio 2001. Nel suo libro di lettura spirituale sono state trovate su un semplice biglietto queste sue parole: “Signore Gesù, consola la mia mente, illuminandola quando mi fermo solo sul sentire i piccoli dolori fisici, o a cogliere che sono messa da parte, che non conto e a lamentarmene. Fa che si tramutino in momenti di umiltà: solo Tu sei grande! Te li dono e mi dono al di là di tutto. Avere occhi che guardano a Te: d’intesa, d’incontro. Fa che sempre più impari ad abbandonarmi nelle Te mani (come argilla che gira e rigira nelle mani del Vasaio!) Grazie Signore!” Ciao, Anna Maria, ora in cielo abbraccerai tuo fratello Gabriele.

5) Bella festa domenica scorsa in Tesio, alla faccia del maltempo. Dopo la Messa celebrata alla Chiesetta degli Alpini dal grande don Cesare Polvara (con tanto di chitarra), è stata scoperta e benedetta la scultura lignea dedicata ai Donatori dell’Avis nel 60° anniversario del gruppo locale. Poi inaugurazione e benedizione del “Casì del Tes”  ristrutturato: copertura rifatta, solette rinforzate, zona giorno e cucina, camerata da una dozzina di letti, due bagni e la tanto sospirata acqua potabile con collegamento all’acquedotto comunale ed alla rete fognaria. Ma non finisce qui: benedizione del tracciato per i disabili, targa a ricordo per ringraziare tutti coloro che nel tempo si sono presi cura di un luogo prezioso che i gavardesi portano nel loro cuore. E poi tutti a pranzo (con manicaretti del mitico Charly) sotto la tettoia che ora potrà essere riparata in caso di maltempo grazie a “tendoni” trasparenti donati dall’Associazione Tempo Perso. Tesio: bellezza, emozioni e gioia per tutti!

6) Ecco un nuovo racconto di Amos Ziliani: quello che lui scrive per me è Vangelo (apocrifo, eh eh eh!) (foto a fondo pagina).
“Eccomi qui, pronto per questa nuova avventura con i miei supereroi del CAI. Questa volta la sfida è alta e ambiziosa: conquistare la Bassa Via del Garda, uno dei sentieri più spettacolari che si possono trovare sul lago di Garda. Il cammino sarà adattato alle nostre carrozzelle, si svilupperà per circa 130 km e verrà suddiviso in cinque tappe. Collegherà i paesi di Salò e Riva, unendo la costa alla rete di stradine e sentieri secondari che si trovano nell’entroterra montano.
Parlare dei soci del CAI mi emoziona sempre: sono tenaci, infaticabili, indistruttibili, degli immortali! Quest’anno festeggiano 75 anni di storia. Dopo aver conquistato tante cime fredde o ghiacciate, hanno deciso di non precludersi le creste ancora più alte, le vette calde del cuore, della solidarietà, della fratellanza con altri gruppi che accolgono la fascia di utenti con disabilità. Un grande onore e una grande stima per tutta la dirigenza che ha deciso di percorrere anche sentieri di generosa umanità.
Vi farò partecipi delle sensazioni della truppa, ma devo confidarvi che non tutto ciò che sto per raccontare è attendibile, perché si mescola con la fantasia. Tra l’altro girava voce che durante il percorso sulla Joëlette mi addormentavo e vagheggiavo, quindi non riesco a distinguere quando è finita la realtà ed è iniziato il sogno.
Vivere il Benacus ci ha sempre accompagnato nel divertimento, nei bagni, nei tuffi, nelle gite in barca e nel lavoro. Mi sono diplomato nel vecchio Liceo Calini di Salò, ed in verità vi dico, ho passato più ore a guardare il lago che a studiare. Chi di noi, in gioventù, non ha fatto il cameriere, il pizzaiolo o il lavapiatti? Io nel mio piccolo, una stagione, sono stato barista al Grand Hotel di Gardone. Chi di noi, a parte me, non si è fatto d’estate una bella straniera?
Eccoci pronti con il mio drappello di mitici amici, invogliati dalle lusinghe del magnifico Cardinale, Aldo, catechizzati con subdole parole: «Sarete in due, i nocchieri, Franca con la tradizionale Joëlette, battezzata ‘la Lamborghini’, agile e veloce, ideale per piloti magri, e una sei cilindri (gli spingitori). Tu, invece, Amos, avrai la Tesla, una carrozzella elettrica, con hardware sperimentale completamente automatico, dotata di software d'intelligenza artificiale, con riconoscimento automatico del percorso e aggiornata in tempo reale col cloud.» Mi accorgerò più avanti che, invece di intelligenza artificiale, vista anche l’età media dei partecipanti, sarà pilotata dalla demenza senile!
Si parte in una mattina fresca con qualche nuvoletta. Due gocce di pioggia, ma saranno le uniche per tutto il viaggio. Atmosfera frizzante, densa di eccitazione. I ragazzi indossano gli zaini, si allacciano gli scarponi da trekking e si stringono le cinture dei marsupi. Controllano ogni cosa: navigatori, cellulari, GPS, GPX. Io comincio a scherzarli subito e urlo loro che questa non è una missione su Marte e siamo a pochi chilometri da casa, cosa volete che succeda? Mi prendono a male parole e mi dicono la solita frase: «Amos, se sei venuto per rompere i cabasisi, potevi stare anche a casa.»  Ricordo che il mio compito è sostenerli e tenere alta la tensione: il viaggio sarà perfetto grazie al mio controllo e coordinamento.
Lasciamo Gavardo dopo le fotografie di rito. Saluto parenti e recuperiamo anche un salame. Finalmente arriviamo a Roè Volciano, una località ‘in Guine’ con una rampa brutale di 600 metri. Tutti imprecano e Stefano, l’ideatore del trekking, diventa subito l’uomo più bistrattato e irriso. E sarà così per tutto il viaggio, in particolare quando ci proporrà delle varianti, allungando sempre il sentiero, sostenendo di prolungarci il piacere del viaggio. Digrignare tra i denti male parole per la nostra guida ci ha aiutato molto, ci è stato utile come masticare le foglie di coca; ogni improperio o maledizione ci ha dato la forza di resistere alle fatiche, canzonandolo anche con il ritornello ‘quelle stradelle che tu ci fai far, caro Stefano le devi pagar.’
Io domando a Franca, pilota della seconda Joëlette, come mai questi ragazzi prima accettano queste sfide e poi ogni metro un’invettiva, un’imprecazione. Lei saggiamente mi dice: «Vedi, Amos, tu non puoi capire, tutti hanno ossessioni, punti deboli, paturnie. Questi sforzi sono come una medicina amara ma terapeutica, ci sfogano, ci liberano, ci guariscono. Guarda, per esempio, quel serio e morigerato commercialista, che quando viene con noi si libera come un bambino, esplode di allegria irrefrenabile e fa in modo che il nostro viaggio diventi una specie di Zelig itinerante.» Le chiedo chi sia questo tizio e lei: «Non facciamo nomi, ti dico solo l’acronimo: Angelo P., salvaguardiamo la sua privacy o, se vuoi, chiamalo Portesi A.».
Alla fine della prima tappa arriviamo in ostello a Toscolano. Cena frugale e una bella serata di karaoke con l’uomo jukebox, “Reinhold” Angiolino Goffi. La mattina dopo, giro panoramico per Gargnano, ma troviamo il sentiero chiuso per lavori, quindi dobbiamo allungare il percorso di circa 4 km. Il nostro accompagnatore trova subito un sentiero alternativo molto più ripido, e arriviamo a Serniga verso mezzogiorno, con uno spuntino gustosissimo curato dalla leggendaria coppia di cuochi da strada, Ammiraglio & Cardinale. Da qui si snoderà un percorso stupendo fino a Piovere, con vista sul lago a strapiombo, un incanto. Ho contemplato il cielo mentre si tingeva di sfumature arancioni e rosa fintanto che il sole calava all’orizzonte. Anche Franca, rapita dalla poesia, mi ha sussurrato: «Sai Amos, ho imparato che le salite non spaventano chi guarda in alto verso la cima e smania per il traguardo. Ma è altrettanto importante fermarsi ed aspettare chi cammina con un passo più lento.»
Infatti, il momento di raggiungere la nostra meta si stava avvicinando. Con un’ultima spinta di energia, diamo il massimo alle nostre Joëlette. Ma ci aspetta un tremendo strappo distruttivo, il salitone del convento di Montecastello. Sarà una vera e propria Via Crucis, con giaculatorie irripetibili, tanto che le ‘sincette’ delle stazioni si chiudevano al nostro passaggio, neanche un Cireneo ad aiutarci. Ma finalmente la tappa più dura è andata, dopo 30 km e tante ore di cammino. Una suora di colore ci apre le porte del paradiso-ostello: il panorama è con vista mozzafiato sul lago.
A Franca dico che in questa tappa io non ho mai avuto paura, solo un po’ di dissenteria. Lei, come sempre profonda, mi risponde: «Ho scoperto che questo rifugio è un posto accogliente. Così vicino al cielo da non andare oltre. Un posto che ha tutte le risposte adeguate alle tue incertezze.» E io d’istinto: «Amen!».
Dopo aver mangiato, ci mettiamo in terrazza. La vista che si apre davanti a noi è spettacolare. Le vette circostanti sembrano danzare con le nuvole, mentre il lago si allarga come un dipinto perfetto. Seduti e contemplando l’immensità che ci circonda, ci sentiamo grandi per l’impresa e nello stesso tempo umili di fronte alla grandezza della natura. Sono grato a Dio per aver potuto vivere quei momenti.
Nella terza tappa, la prima parte mi è preclusa: sono stato escluso e ammonito per comportamento irriverente, colpevole di troppe chiacchiere. Volevano riposare le orecchie, con la scusa che il percorso era particolarmente impervio. Anche Franca, loro complice, declama: «I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi.» Quindi basta parlare: osservare e meditare. Ho imparato che il legno di faggio può scaldare per un intero inverno, che ai lati del bosco crescono piccoli ciclamini e che se l’erba è umida è un buon segno, magari si trovano funghi.
Vorrei raffigurare in modo allegorico questo percorso simile a un volo in deltaplano, pieno di discese ardite e risalite, con il lago aperto e noi con lo sguardo trasognato e terso. (nota: Caro Angiolino, splendide le tue fotografie, ma questa mia immagine la ta gà caàt el pont.)
Stefano, la nostra guida, si è dimostrato un grande. Ha schivato le frecciatine col sorriso, e alla terza tappa gioca il jolly, portandoci in un rifugio moderno di nuova concezione che tutti hanno apprezzato: il ‘Pineta Campi’ con 4 stelle, piscina coperta e all’aperto, campi da tennis, sauna, ristorante internazionale, ecc. Che bello vivere così la montagna.
Ma il giorno dopo dalle stelle alle stalle, o meglio dalle 4 stelle alle infinite stelle del rifugio ‘Passo Nota’. Dopo un abbondante pasto con la scusa banale del compleanno di Paolo Frugoni, cosa che a pochi interessava, abbiamo ordinato prosecco a fiumi, allietati dalle chitarre dei nostri leader. Poi, tutti a dormire sotto un portico, per terra, a cielo aperto.
Arriva poi l’ultimo tratto, giù per la via del Ponale a rotta di collo fino a Riva del Garda. Qualche ora da Turisti e gita finale in Aliscafo fino a Salò, a suggellare uno dei trekking più spettacolari. Alla fine Stefano riceve un lungo e meritato applauso: dalla polvere all’altare. La sua vicenda dimostra che con determinazione, impegno e anche senza il giusto sostegno, è possibile superare le avversità e raggiungere momenti di gioia e realizzazione nella vita. Mentre scendo dal battello leggo una scritta di Franca sul vetro appannato dell’aliscafo: ‘Vi voglio abbracciare e brindare. È stato ancora una volta il mio tempo migliore, quello trascorso con voi.’”
Grazie, Amos. In fondo all’articolo ci sono le foto che mi hai inviato, come quella con te “beato tra le donne”: forse non ti sarai fatto belle straniere, ma quanto a italiane, mi pare che tu abbia solo da scegliere…


7) Questa settimana compiono gli anni tre donne meravigliose.
Mercoledì poetici auguri all’eccellente maestra Raffaella Polini, che ho avuto la fortuna di conoscere nella leggendaria scuola di Prevalle. Raffaella insegna con grazia e passione, si impegna a creare un clima sereno nella propria classe, in cui i bambini possano dare il meglio di sé. Con lei gli alunni hanno partecipato al progetto “Opera Domani” per conoscere la bellezza della musica, che è armonia dell’anima.
Mercoledì è il compleanno della dolce Manuela Guatta Caldini, moglie dell’amico Sandro Cavagnini (grande ciclista e juventino che come me spera nella Champions). Dal loro amore è nato Gianluca (ieri ha compiuto 41 anni), che con Annalisa Croci ha donato ai felici nonni due bambini stupendi, Emanuele e Federico.
Sabato compie gli anni Merilde Pancrazi, per tutti Mery, una donna riservata e gentile. Fa parte del Gruppo Caritas, è moglie dell’amico Sergio Baronchelli (architetto e juventino di razza) e mamma della bella dottoressa Maria. Augurissimi!

8) Addio a Fabiana De Oliveira Alexandre, una ragazza di 14 anni che spesso incontravo sulla via Romana dove veniva portata a spasso sulla carrozzella spinta dal papà Vitor, sempre sorridente e cordiale. Un grande abbraccio a mamma Marlene ed ai familiari. “Ci sono persone che hanno in sé un mare d’amore, la loro purezza è più limpida del cielo azzurro.” Ciao Fabiana!

Alcuni eventi:
* oggi, domenica, a Gavardo Celebrazione nel 105° Anniversario della Vittoria Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate: ore 9 Messa nella Chiesa Parrocchiale, ore 10 corteo verso Ospedale La Memoria, deposizione corone di alloro alle Lapidi dei Caduti, commemorazione e deposizione vaso di fiori presso la Cappella del Cimitero (prestano servizio i corpi bandistici “Viribus Unitis” e “Nestore Baronchelli”
* oggi a Gavardo “Donne di casa nostra” (3° itinerario) trekking urbano sulle tracce di cinque donne gavardesi accompagnati dagli stupendi racconti della Prof.ssa Emilia Nicoli (si parte dalla Biblioteca turno unico ore 14.30, obbligo prenotazione entro venerdì 0365 377462 cultura@comune.gavardo.bs.it, replica domenica 12)
* oggi a Gavardo ore 20.30 al Salone il Teatro Gavardo con Andrea Giustacchini e Paola Rizzi presenta “Caro don Murgioni” in ricordo del sacerdote che 30 anni fa lasciava questa terra
* oggi a Salò al Salòttino ultimo giorno per la mostra monografica su Edoardo Krumm (ore 10-12 e 15-19)
* a Vobarno in biblioteca per “Labor” mostra pittorica e fotografica sulla Ferriera (fino al 30 novembre)
* lunedì a Gavardo in Biblioteca ore15-17.30 “Libera la tua creatività” porta un’idea di cosa vuoi creare e la realizzeremo insieme (Hub tecnologico per ragazzi 11-17 anni gratis previa iscrizione 0365 377482 biblioteca.civica@comune.gavardo.bs.it)
* martedì a Roè Volciano in auditorium dalle 17.30 alle 19 “Comunicare e gestire la relazione con l’altro” con Roberta Baruzzi (per l’Università del Tempo Libero)
* mercoledì a Sopraponte in Oratorio dalle 14 alle 16 Punto d’incontro per persone dai 60 anni in poi (info Elide 347 8580827)
* mercoledì a Gavardo al Centro Sociale ore14.30-16.30 laboratorio del cuoio
* mercoledì a Gavardo in Biblioteca  alle 16.30 “Junior Atelier” Raccontare e fare “Siamo foglie che volteggiano e giocano, cadono e si rialzano: e tu che foglia sei?” laboratorio per bambini da 7 a 10 anni obbligo prenotare 0365 377463 biblioteca.civica.@comune.gavardo.bs
* mercoledì a Sabbio Chiese ore 15-17.30 “Vieni a scoprire la stampa 3D” (per Hub Tecnologico per ragazzi 11-17 anni gratis iscrizioni in Biblioteca)
* giovedì a Soprazocco in Oratorio dalle 14 alle 18 Punto d’incontro per persone dai 60 anni in poi (info Pierino 340 3332823)
* giovedì a Barghe nella ex Centrale elettrica dalle 17.30 alle 19 “Arte in Vallesabbia” con il prof. Alfredo Bonomi (per l’Università del Tempo Libero)
*giovedì a Salò in Biblioteca ore 18.30 il Centro Antiviolenza Chiare Acque invita a “Riflessioni sulla violenza contro le donne anziane” con la sociologa Elisabetta Donati, la dottoressa Donatella Albini e il dottore Giancarlo Raggi (ingresso libero)
* giovedì sera a Muscoline nella sala civica Don Milani del Centro Polifunzionale incontro sul tema della violenza sulle donne, (gratuito è necessario contattare la segreteria al numero 0365.379563) fa parte di un ciclo di incontri con Massimiliano Basile, psicopedagogista e criminologo, con personale della Questura di Brescia, in particolare la Divisione Anticrimine della Polizia di Stato e con Roberto Cerati maestro di Karate
* ogni giovedì a Casto in biblioteca ore 20 «Do iu spic inglis?» consigliata ma non obbligatoria una padronanza base della lingua (info 3482884130)
* venerdì a Gavardo al Centro Sociale ore14.30-16.30 gioco burraco
* sabato a Toscolano Maderno Auditorium Scuole Medie ore 20.30 spettacolo “Ma siamo matti?” a cura dell’Associazione Il chiaro del bosco Salò-O.D.V. (per “Insieme per la salute mentale” info 392 7092022)
* venerdì a Gavardo al Salone ore 20.30 “All’occhio, Pinocchio!” del Gruppo Teatrale Gavardese (dedicato al caro amico Gabriele Bonvicini)
* sabato a Ponte Caffaro ore 16 nella Sala Convegni della Cassa Rurale “Ipotesi di ferrovie e tranvie al confine del Caffaro” relatore Mauro Oliva (per “Gente di Vallesabbia” organizza l’Associazione Artistica Culturale “Eridio”)
* sabato a Gavardo in Biblioteca “International Games Week” dalle 9 alle 12 giochi da tavolo per bambini fino ai 12 anni
* sabato a Villanuova al Teatro Duse (Auditorium Garda via Carpen 53) ore 21 “A scatola chiusa” con il Nodo Teatro, posto unico 12,50 €
* domenica a Villanuova al Teatro Duse (Auditorium Garda via Carpen 53) ore 21 “Sulla panchina” con Zero Negativo, posto unico adulti 12 €, fino a 18 anni 8 €
* domenica a Gavardo dalle ore 10 alla RSA “Open Day” per conoscere dal Presidente Fabrizio Mora e dallo staff il nuovo Centro Diurno Integrato e il nuovo servizio di fisioterapia (ore 11 Buffet aperto a tutti, poi pranzo con spiedo su prenotazione, incontro coi cani della Pet Therapy, info Fondazione “La Memoria” ETS, Via Santa Maria  0365 34261)
* domenica a Gavardo al Salone ore 20.30 replica di “All’occhio, Pinocchio!” del Gruppo Teatrale Gavardese (dedicato al caro amico Gabriele Bonvicini)

Io continuo a pregare per un amico: Madre Elisa Baldo, fai il miracolo!
Infine spero vada a buon fine l’appello a “Chi l’ha visto?” lanciato dalla Comunità di Bagolino su iniziativa dell’amico Diacono Luca Ferremi, per ritrovare le opere perdute o meglio rubate nel 1972.
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese!                                 

maestro John

Nelle foto:
1) Pierluigi Murgioni (in alto a sinistra) con seminaristi gavardesi
2) Gli attori del Gruppo Teatrale Gavardese (non ci sono tutti) durante le prove
3) La locandina di “All’occhio, Pinocchio!” (grazie all’amica Sara Ragnoli)
4) La cara Suor Anna Maria Bonvicini


In fondo, foto di Amos col CAI











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