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venerdì, 23 dicembre 2011 Aggiornato alle 08:00Manifetturiero

Produzione industriale, ancora una contrazione

di red.
La produzione industriale manifatturiera bresciana ha registrato nel mese di novembre un’ulteriore contrazione, dopo la brusca frenata sperimentata a ottobre.

Il made in Brescia sta quindi scontando con particolare enfasi la nuova fase recessiva che sta colpendo l’area euro e l’Italia, il cui mercato appare estremamente depresso. Nel dettaglio, l’attività produttiva è diminuita per 26 operatori su 100, con un saldo negativo del 15% fra imprese che hanno dichiarato variazioni in aumento e in diminuzione.

L’andamento per classi dimensionali denota un generalizzato decremento della produzione, con l’esclusione degli operatori medio-grandi e maggiori, i quali si caratterizzano per il sostanziale mantenimento dei livelli di attività realizzati nel mese precedente.

L’utilizzo degli impianti riflette l’andamento dell’attività produttiva, con una quota del 25% delle imprese che dichiara di averlo diminuito. Il livello di utilizzo, rispetto al potenziale, è giudicato basso dal 42% delle aziende.

Le vendite sul mercato nazionale hanno subito una flessione molto marcata, con un saldo negativo del 45% tra operatori che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelle nei Paesi UE ed extra UE fanno rilevare saldi negativi rispettivamente del 9% e del 4%.

Le giacenze di prodotti finiti e le scorte di materie prime risultano adeguate alle esigenze dalla maggioranza degli operatori. La manodopera è rimasta invariata per l’82% delle aziende.

Le previsioni a breve termine sono estremamente pessimistiche: il saldo tra imprese che prevedono variazioni in aumento e in diminuzione è negativo (-34%). Le prospettive sull’utilizzo degli impianti risultano in flessione per il 33% delle imprese. La forza lavoro è prevista stabile dall’83% delle aziende, in aumento dall’1% e in diminuzione dal 16%.

Gli ordini dal mercato interno sono attesi in contrazione dal 51% delle aziende, con un saldo negativo del 47% tra imprese che dichiarano variazioni in aumento e in diminuzione; quelli dai Paesi UE e dai Paesi extra UE presentano, rispettivamente, saldi negativi del 20% e del 17%.

L’Indagine viene effettuata mensilmente su un panel di 250 imprese associate appartenenti al settore manifatturiero.