Martedì, 30 aprile 2024


Banner
ValleSabbiaNews logoBanner


Breaking News
 

martedì, 15 gennaio 2008 Aggiornato alle 00:00Piano cave

Un progetto di legge alternativo

di
Il dibattito sulla questione cave, tema caldo per i cittadini bresciani, ha trovato sabato una nuova e importante occasione di confronto, grazie al convegno allestito dall'amministrazione comunale di Prevalle nella sede municipale.
Il dibattito sulla questione cave, a cui i cittadini bresciani sono particolarmente sensibili visto l'elevato numero di siti estrattivi dislocati sul territorio provinciale, ha trovato sabato una nuova e importante occasione di confronto, grazie al convegno allestito dall'amministrazione comunale di Prevalle nella sede municipale. Oltre al sindaco prevallese Luca Massardi tra i relatori Arturo Squassina, consigliere regionale bresciano di Sinistra democratica, il vicepresidente della Provincia di Mantova Claudio Camocardi e Giannarosa Baresi, segretaria provinciale di Rifondazione e rappresentante del partito in Broletto. Invitati, ma assenti, anche gli assessori regionale e provinciale all'Ambiente.
Alla tavola rotonda il compito di affrontare le varie proposte di modifica della legge regionale 14/98, quella che disciplina appunto le attività di escavazione. In tal senso Prevalle non è certo un luogo come un altro: il territorio locale è intaccato dalle pratiche estrattive e il Consiglio comunale ha deciso di intraprendere un percorso legislativo in merito, approvando un progetto di legge di iniziativa popolare che mira a cambiare due punti della legge «Quello che chiediamo è che venga impedito il trasporto di materiale da un ambito estrattivo ad un altro per la prima lavorazione - spiega Massardi -, e che i Comuni siano chiamati in causa in tema di viabilità». L'obiettivo generale è quello di ottenere per gli enti comunali un maggiore spazio decisionale, a discapito della Regione.
Quella di Prevalle non è comunque l'unica istanza, come conferma Squassina, promotore con tutto il centrosinistra di un altro progetto di legge presentato al Pirellone. «Dobbiamo partire dal presupposto che dalle cave deriva un prodotto dall'elevato valore economico - accusa l'esponente di Sd -, a vantaggio della lobby dei cavatori. In Lombardia non solo vengono continuamente autorizzati aumenti dei volumi estraibili, ma anche aperture di nuovi siti, in contraddizione con le norme europee». Ma cosa prevede la proposta del centrosinistra? «Pochi e semplici punti», risponde il consigliere. Tra questi il dare il potere decisionale a Province e Comuni anziché alla Regione, no alle «cave di prestito» senza una effettiva realizzazione delle grandi opere che queste dovrebbero sostenere, stop completo all'utilizzo dei siti dismessi come depositi di rifiuti,
A sottoscrivere gran parte delle parole di Squassina anche Baresi e Camocardi. Proprio il vicepresidente mantovano ha sottolineato «l'importanza della Valutazione ambientale strategica nella preparazione dei Piani cave, maggiore cura e concertazione nella concessione delle autorizzazioni e più rigidità sanzionatoria contro chi viola le regole».