Museo Archeologico, sguardo al futuro

Un museo sempre più dinamico quello di Gavardo che ha avviato diversi progetti per proiettarsi nel futuro, allacciando rapporti di studio con Università e centri di ricerca, e rinnovando anche le collezioni esposte.Ne hanno parlato il presidente della Fondazione Simoni, che sovrintende al Museo Archeologico della Valle Sabbia (Mavs) Marcello Zane, l’amministrazione comunale gavardese, con il sindaco Davide Comaglio e l’assessore alla Cultura Ombretta Scalmana, e il direttore Marco Baioni.Una mostra importanteLa prima imminente novità è una mostra molto importante che sarà inaugurata il prossimo 13 aprile, sugli ultimi ritrovamenti del sito palafitticolo del lago Lucone, a Polpenazze; fra questi una porta di 4000 anni fa, che sicuramente è la più antica d'Italia e fra le tre più antiche d'Europa (le altre due si trovano in Svizzera). Il ritrovamento risale al 2020 ed è stata studiata e trattata per poterla esporre dall’Istituto centrale del restauro di Roma.Nuovi spazi museali«Presto il museo potrà contare su nuovi spazi – ha annunciato il presidente Zane –. Sono quasi ultimati i lavori di ristrutturazione dell’edificio a fianco del museo che sarà adibito a foresteria per ospitare studenti e ricercatori, in particolare quelli impegnati negli scavi del Lucone. Qui troveranno spazio anche la biblioteca, un laboratorio e una sala riunioni. Questo libererà degli spazi nell'edificio vecchio che saranno dedicati per l'accoglienza e la didattica e i nuovi spazi espositivi. L'obiettivo è quello di allargare l’arco temporale dei reperti conservati nel museo anche a quelli del periodo post romano fino al medioevo, visto che ci sono materiali».«La ristrutturazione di questo edificio fatiscente – ha precisato il sindaco Comaglio – è stata resa possibile grazie al finanziamento regionale del bando Borghi antichi, per il quale sono stati stanziati 270.000 per il rifacimento del tetto, dei solai e la riqualificazione esterna e interna. L’edificio, su tre piani, accoglierà la foresteria che potrà ospitare fino a 15 persone.Pista ciclopedonale fra il museo e il LuconeTra i progetti in campo c'è anche quello di collegare il museo con il Lucone di Polpenazze attraverso una pista ciclabile. È stato sottoscritto un protocollo d’intesa fra i Comuni di Gavardo, Muscoline e Polpenazze per lo studio di un progetto che ha un valore di 2 milioni e mezzo di euro. «È stato redatto uno studio di fattibilità per poter partecipare a bandi nazionali e regionali con queste finalità – ha spiegato Comaglio –. Questo tracciato ha una doppia finalità: anche quella di poter collegare la pista ciclopedonale del Garda, che transita per la Valtenesi, con la Gavardina».Volontari UnescoIl direttore, l’archeologo Marco Baioni, si è soffermato, infine, sui progetti di ricerca legati agli scavi del Lucone.«Il nostro non vuole essere solo un museo contenitore, ma anche un centro di ricerca, per questo in questi anni sono stati attivate collaborazioni con molte università e centri di ricerca, anche internazionali. C'è un coinvolgimento di studenti che va da quelli delle superiori per il Pcto (alternanza scuola-lavoro), a studenti universitari, ai volontari Unesco.L’anno scorso questo abbiamo partecipato al bando Unesco e già la scorsa estate erano arrivati cinque volontari da diversi Paesi europei. Quest'anno abbiamo avanzato una nuova candidatura ed è già arrivata la richiesta di venire da noi da 8 volontari, anche dalle Università di Cambridge e Parigi».Si tratta di giovani studenti che compiono un’esperienza in siti Unesco, in questo caso il sito palafitticolo, in un ambito di scambio culturale.«Per quanto riguarda gli scavi del sito palafitticolo del Lucone – ha concluso Baioni – l'obiettivo è quello di proseguire in altre aree adiacenti per poter studiare un abitato in estensione, così da riuscire ad avere, finalmente anche in Italia, una porzione di abitato di 4mila anni fa completamente indagata. La particolarità del nostro scavo è quella di permettere di essere visitato, per dare l’opportunità di vedere gli archeologi all’opera e questo è molto apprezzato».

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