06 Febbraio 2022, 07.06
Blog - Maestro John

Quando arrivò la televisione

di Maestro John

Sono cresciuto senza televisione, ora sono un tele-dipendente. Prima però vorrei ricordare due persone che ci hanno lasciato


Salutavo il caro dott. Gian Luca Bettini mentre saliva sulla sua bella moto. Ricordo il suo sorriso, quando lo incontravo nell’ambulatorio di via Copponi, dove prestava servizio il mio medico dr. Angelo Bonvicini insieme all’amico dr. Gianni Filippini.

Mando un grande abbraccio alla dolce moglie del caro Alessio Filippini, la signora Maria Leali. Alessio era il sesto dei sette figli di Angelo Filippini e di Cortini Emilia: Esperia, Antida, Osanna, Alma, Amerigo, Alessio ed Edoardo.
Anni fa Maria ed Alessio (classe ’42, coscritto ed amico di mio fratello Dino) mi avevano raccontato le vicissitudini del loro viaggio di nozze.

Si erano sposati il 31 ottobre del 1966.
Il giorno dopo partirono per Milano, dove Alessio era stato carabiniere ausiliario.
La sera del 3 novembre giunsero a Firenze, dove pernottarono in un albergo. Quando la mattina del 4 si svegliarono, ebbero una terribile sorpresa: l’acqua stava salendo sino alla finestra della stanza dei novelli sposi, posta al primo piano!
Quella notte l’Arno aveva rotto gli argini, dopo giorni di piogge intense ed ininterrotte. Immaginatevi lo spavento dei due sposi, che avevano 21 e 24 anni: il freddo, la paura, il buio (era saltata la corrente). I telefoni non funzionavano, non potevano avvertire a casa. “Abbiamo cercato di aiutare come potevamo. Piccole cose, come liberare l’albergo dall’acqua e dalla melma, dare una mano a chi era nelle vicinanze. C’era talmente tanto da fare…”

La mattina del 5 novembre
Maria e Alessio riuscirono a partire in treno, arrivando verso sera a Bologna.
Ma era difficile muoversi con i treni perché l’alluvione aveva colpito molte città. Tornare a Brescia fu un’impresa. Immagino la gioia e la commozione dei familiari al loro arrivo!

Poi la vita è andata avanti.
Maria è stata impiegata al Lanificio, mentre Alessio ha svolto il lavoro di idraulico (ha lavorato anche quando è stato costruito il “grattacielo” dove abitavo) e nel 2018 ha festeggiato il 50° dell’azienda in Fiera.
Dall’amore di Maria e di Alessio sono nati due figli: Michele (ingegnere, nato nel 1968, che ha regalato loro il nipote Riccardo) e Marco (nato nel 1971, che ha donato loro i nipoti Paolo, Marta e Andrea). Ciao, Alessio!

Sono venuto in possesso di un video (forse girato dal signor Santino Cenedella) della mostra mercato radio e televisione a Gavardo inaugurata dal sindaco Mario Baronchelli: lo trovate qui sotto.



Quand’ero bambino le televisioni si contavano sulle dita della mano.
All’oratorio nel pomeriggio i giochi venivano rotti da un urlo disumano ”Gnari, Rin Tin Tin!” e un’orda di bambini in braghe corte si ammassava nel fortino del bar, davanti al Caporale Rusty.

Non avendo la televisione, io e mia sorella Valentina ci recavamo a vederla in casa della signora Sartori, in via Sormani. Ricordo la paura per la canzone “Quindici uomini sulla cassa da morto” e il ritorno a casa saltando e cantando la sigla della TV dei ragazzi, mano nella mano.
Dinanzi al nostro appartamento nel “grattacielo” abitava la famiglia Bergomi: alcune volte mi hanno ospitato a vedere la tele. Mi rimase impresso Giorgio Gaber che cantava “La ballata del Cerutti Gino”.

Alla fiera di maggio c’erano spettacoli serali all’aperto, presentati da Mike Bongiorno (1963), da Corrado con “Sanremo a Gavardo” (ripetizione delle canzoni finaliste al festival votate dal pubblico, 1964), con Wilma De Angelis ospite d’onore (1965) e con Nilla Pizzi, la “regina della canzone” (1966).
Poi ci furono, tra gli altri, i défilé di moda presentato dall’annunciatrice televisiva Mariolina Cannuli.

Il giovedì sera c’era “Lascia o raddoppia?” condotta da Mike Bongiorno, e la gente si accalcava nei bar per vederla. Famosa la partecipazione alla trasmissione del dottor Marco Marzollo, medico condotto a Gavardo e cultore delle belle note, con la professoressa Filippini Ippolita di Salò ed il dott. Ugo Gagliardi.

Il 12 aprile 1956 il dottor Marzollo si presentò come esperto di musica classica e più precisamente sulla “Musica sinfonica dell’Ottocento e di Wagner”. E vinse, ammirato da tutti per la prontezza e la precisione con le quali rispondeva ai quiz. Marzollo si ripresentò per altre due volte, in una delle quali impressionò l’intera nazione parlando delle recenti scoperte del Gruppo Grotte Gavardo presso il Buco del Frate di Paitone, mostrando un grosso dente canino di orso che aveva portato con sé.

Durante la terza serata Marzollo venne eliminato con una domanda sull’opera “Oro del Reno” di Wagner.
In realtà la sua risposta fu sin troppo precisa e Mike Bongiorno, pur fra qualche polemica subito placata dallo stesso Marzollo, preferì attenersi al testo dei giudici della gara.
Il dottore guadagnò un monte premi di 640.000 lire, pari al valore di una utilitaria Fiat. Queste notizie le ho ricavate dal bel libro di Marcello Zane “I giorni del Gattopardo” (Liberedizioni)

Certe sere andavo alle Acli a vedere le partite alla televisione in bianco e nero. Avevo i soldi giusti per pagarmi un bel gelato, panna e cioccolato. Fissavo la tele ed ero felice, con la mia camicia bianca al cioccolato. Assistevo alle partite dell’Inter nelle Coppe, ed ero contento se vinceva (perché era una squadra italiana: altri tempi…).
Un giorno si è sparsa la voce che alla trattoria Mariettina era arrivata la televisione a colori. Si vedeva lo schermo con alcune strisce verdi, gialle e azzurre. Ma mi sembrava di vedere davvero le figure a colori, come una grande illusione.

Quando è arrivata la televisione in casa mia, è stato un evento. Dominava la sala sopra un mobile in vetro e con le rotelle, e quando si accendeva bisognava aspettare che si scaldassero le valvole. Ricordo che abbiamo visto tutti insieme un film con Gary Cooper e mio nonno –abituato ai film muti- ha detto: “Ma parlei?”.

Quando c’era la benedizione “Urbi et orbi”, prima ci inginocchiavamo davanti alla radio, poi da quell’anno davanti alla televisione.  
Il sabato sera c’erano le Gemelle Kessler, che mostravano le lunghe gambe: mia mamma diceva: “Nóm a dormer alà”, mio papà spegneva la tele ed io stavo lì a fissare il puntino bianco in mezzo allo schermo.

Adesso ci sono centinaia di canali che trasmettono giorno e notte, un tempo erano pochi, con le trasmissioni RAI che finivano con la famosa sigla, che comunque la mia famiglia non vedeva, perché andavamo presto al “Cinema Bianchini, sotto le coperte e sopra i cuscini.”  

Un giorno mia zia Giulia  aveva detto: “Stasera ala televisiù i fa la vita de San Francesco.” Tutta la famiglia è stata eccezionalmente in piedi ad aspettare fin dopo le 22 quella trasmissione edificante. Sono apparse alcune immagini di grattacieli e di auto americane, allora mio papà ha detto: “Giulia, ma sét sicűra?” “Certo, l’ó lisìt söl’Avvenire…” Poi sono apparse immagini di donne piuttosto discinte, e la mia mamma ha detto: “La sarà una versione moderna de San Francesco”.
Finché è apparso il titolo “Sulle strade di San Francisco” e allora siamo andati tutti a nanna.

Mi piaceva il quiz per ragazzi Chissà chi lo sa?” in onda il sabato pomeriggio e condotto da Febo Conti. Ricordo le tribune politiche, moderate da Jader Jacobelli, e le imitazioni che Alighiero Noschese faceva dei politici.

Il lunedì sera trasmettevano un film, di cui poi il giorno dopo tutti parlavano, come un cineforum popolare. Mentre tutta la famiglia era schierata in sala a guardarlo, ad un certo punto mio papà caricava la sveglia e andava a dormire, ed era segno che eravamo quasi alla fine della storia. Ma lui le storie vere le aveva vissute in guerra.

Il venerdì sera trasmettevano il teatro di Goldoni e di Eduardo De Filippo. Purtroppo me lo son perso, come gli sceneggiati di altissimo livello (oggi si chiamerebbero fiction).
Fortuna che li ho visti su RaiPlay: Il conte di Montecristo, i Miserabili, Le inchieste del commissario Maigret con Gino Cervi, I fratelli Karamazov, I promessi sposi e l’Odissea, con Ungaretti che legge alcuni brani!

Mentre con il mio grande amico Andrea Giustacchini stavamo preparando per il Teatro Poetico Gavardo “L’ultimo inverno” sui partigiani della nostra valle, abbiamo avuto la fortuna di conoscere Angio Zane, protagonista della lotta partigiana nelle Fiamme Verdi della “Brigata Perlasca”.

Angio fu autore di pubblicità del Carosello rimaste nella memoria collettiva di una generazione, come quelle della cedrata Tassoni con Mina, della stella dei salumi Negroni (“Le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di Negroni vuol dire qualità”) e tante altre con protagonisti del calibro di Johnny Dorelli e Raimondo Vianello.

A proposito, un giorno una troupe aveva invaso il negozio di scarpe, per filmare un uomo che si buttava nel Naviglio dalla finestra del magazzino. Ho poi rivisto quella scena di pochi secondi in uno spot di Raimondo Vianello e Sandra Mondaini ed ho pensato: le Calzature Comini sono diventate famose!

Quando andavo a morose con la mia attuale moglie (milanista perché le piaceva Rivera), verso le 19 della domenica le dicevo che dovevo assolutamente tornare a casa, perché i miei volevano che rincasassi presto. In realtà (ma questo gliel’ho detto dopo sposati…) correvo a casa a vedere le partita in differita (mia zia diceva “difterite”).
Sapevo già il risultato, ma era sempre un gran godere.

Quando ci siamo sposati ci hanno regalato un televisore rosso che abbiamo messo in camera.
Per cambiare i pochi canali a disposizione bisognava premere dei piccoli pulsanti. Il problema era d’inverno, quando si voleva cambiare canale o spegnere: allora mi alzavo infreddolito e poi correvo sotto le coperte.

A quel tempo c’erano anche Tele Benaco (con certi programmi notturni che non ho visto e che non vi dico…) e Tele Garda, con aste e trasmissioni erotiche soft alle quali partecipava la celebre Ilona Staller, in arte Cicciolina, poi divenuta deputata nel Partito Radicale.
Ovviamente ho visto Sandokan, che certi chiamavano “la tigre della magnesia”!

C’è stata poi la rivoluzione del telecomando, l’unica cosa in cui (a volte) potevo decidere qualcosa a casa mia. Ci sarà un telecomando per cambiare l’umore delle mogli? 
Io alla tele (partite di calcio a parte) salterei da un film all’altro, mentre la mia attuale moglie si concentra su uno e lo guarda tutto, sino alla fine, anche se l’ha già visto 10 volte (vedi “Il piccolo Lord”, “Vacanze Romane” e “Pretty Woman”).
A letto vorrei dormire con la televisione spenta, mentre lei la vorrebbe accesa tutta la notte…

Spesso mia moglie andava a dormire prima di me, e si addormentava con la tele accesa. Io andavo a letto sul tardi ma appena la spegnevo lei si svegliava di soprassalto e pretendeva che la riaccendessi. Col risultato che dovevo sorbirmi Bruno Vespa per poi, finalmente, spegnerla, ma abbassando il volume piano piano.

Quanto alla faccenda di risintonizzare la tele
, la Littizzetto ha detto:

“Se uno ha un televisore abbastanza recente, diciamo dal 2018 in avanti, quelli vanno bene basta sintonizzarli. Oppure ti compri  il decoder che costa 30 euro e basta sintonizzarlo.
Sembra facile. Adesso devi chiamare il premio Nobel Parisi per collegartela.
Poi ci sono le televisioni che andranno rottamate, e saranno tante.
Si stima 17 milioni di televisori che saranno da rottamare: se lo sa Greta ci sputa. Praticamente se le metti tutte insieme diventa una Marmolada di televisori.
E meno male che è cominciata la transizione ecologica, meno male. Transizione ecologica nel senso che l’ecologia transita da un’altra parte. Tutto questo per vedere Amadeus più definito, con il naso che arriva direttamente sul nostro divano…”


Jannacci cantava in dialetto milanese:
La televisiun la g’ha na forsa de leun (leone)
la televisiun la g’ha paura de nisun
la televisiun la t'endormenta cume un cuiun…”


Il Presidente della Repubblica Mattarella, durante la cerimonia di insediamento, ha parlato di  “un’Italia impegnata nella tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, consapevole della responsabilità nei confronti delle future generazioni.” Grande!
Sarebbe bello che la “sporca faccenda” del maxidepuratore del Garda venisse spiegata alla tele, tipo “Striscia la notizia”, “Le Iene”, “Report” o dalla Gabanelli…
Così tanti conoscerebbero il disastro a cui andiamo incontro (tra l’altro, non piovendo da mesi, il Chiese è ridotto davvero male…).

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese!
maestro John

Nelle foto:
1) Mike Bongiorno a Gavardo
2) Il dottor Marzollo relatore della giuria del premio letterario “Platano d’oro” organizzato dall’Ordine dei medici di Cagliari nel 1988. La fotografia è tratta dal bel libro “Omaggio a Marco Marzollo” (Ateneo di Salò), offertomi gentilmente dal figlio Claudio, che ringrazio di cuore
3) L’indimenticabile Cesare Cavagnini con la showgirl televisiva Antonella Elia
4) Prima comunione di Giacomo Tagliani, presso il Circolo Combattenti: il caro Alessio è il secondo da sinistra in fondo (grazie all’amica Irma per la foto)




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