Vi invito a tre iniziative: la serata dedicata ai racconti dei nostri nonni e la presentazione di due nuovi libri, dell’amico Mauro Abastanotti e dell’associazione “La rosa e la spina”. Infine il ricordo di una buona persona di nome Osvaldo
Ci sarà anche la Signora Maria (l’attrice Paola Rizzi) nella serata dedicata ai racconti dei nostri nonni, che si terrà giovedì 23 settembre alle ore 20, al Teatro Salone Pio XI di Gavardo, dal titolo “Il fiume della vita”. Si tratta di racconti e ricordi sull’esistenza vissuta dai nostri anziani: infanzia, famiglia, scuola, lavoro, nozze, guerra, emigrazione… Un modo per stringerci a loro in un grande abbraccio virtuale, in questo difficile periodo.
Perché la vita di ciascuno è un romanzo, è come un fiume che scorre, ti porta gioie e dolori, ma solo quando passa ti accorgi dei segni che lascia dentro di te. Ogni momento è prezioso ed unico, ed i nostri anziani hanno nel proprio cuore ricordi indelebili, gioie e dolori, amicizie ed amori.
L’evento, organizzato dalla Fondazione La Memoria onlus di Gavardo, oltre alla Signora Maria vedrà sulla scena il grande attore ed amico Andrea Giustacchini ed il mitico Coro La Faita, diretto dall’impareggiabile maestro Valerio Bertolotti. Lo spettacolo, che comprende foto e video, è un racconto in cui si intrecciano le testimonianze raccolte dalle animatrici che operano con gli anziani ospiti presso la casa di riposo “La Memoria”, coordinate dalla Dott.ssa Federica Podda.
Il coordinamento dei testi è del sottoscritto, con la collaborazione tecnica di Luca Lombardi, Sara Ragnoli e Peppino Coscarelli. Il progetto, cofinanziato da Fondazione Comunità Bresciana e da uno sponsor privato, è patrocinato dal Comune di Gavardo e vede il contributo anche della sezione Avis di Gavardo, il cui presidente è Arturo Tebaldini. I posti sono soltanto 120: info e prenotazioni 0365/34261 e info@fondazionelamemoria.it. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook della Fondazione La Memoria.
C’è una bella fiaba dei Fratelli Grimm che s’intitola “La Scodella del nonno”.
“C’era una volta un vecchio nonno, ma tanto vecchio, che non ci vedeva quasi più e le mani gli tremavano, non aveva più denti, e quando mangiava, la minestra gli ricadeva dalla bocca sulla tovaglia. E per questo, suo figlio e sua nuora non lo vollero più a tavola con loro e il povero vecchio, solo e malinconico, mangiava la sua zuppa nel canto del fuoco.
Un giorno, che le mani gli tremavano più del solito, ecco che la scodella gli scivola di mano e si rompe in mille pezzi. La nuora colmò il vecchio di rimproveri e la sera a cena, gli versò la zuppa in una ciotola di legno: “Almeno, questa non la romperete”. Quand’ebbe finito di cenare, ecco che il nipotino, un bimbo di pochi anni, si mise a giocare sul pavimento della cucina, e i suoi genitori videro che egli cercava di rimettere insieme i cocci della scodella rotta dal nonno.
“Che cosa fai?” gli domandarono.
E il bimbo rispose: “Accomodo la scodella per dar da mangiare al babbo e alla mamma, quando saranno vecchi”. I genitori si guardarono, fecero il viso rosso e vennero loro le lacrime agli occhi. Sì, era giusto che fosse così. Anche loro, da vecchi, sarebbero stati trattati dal figlio, com’essi avevano trattato il povero vecchio. Si pentirono del loro cattivo cuore e ripresero a tavola il nonno e da allora in poi ne ebbero cura.”
La sera di martedì 21 settembre, sempre al Salone, il mio grande amico Mauro Abastanotti presenterà il suo nuovo romanzo “Alfa senza filtro”.
Dopo il clamoroso successo di “A chi dimanda di me”, dopo “Il garibaldino nella foto”, “Dov'è Nikolajewka?”, “Del mio lungo silenzio”, dai quali il Teatro Gavardo ha ricavato molti spettacoli, ora Mauro ha ideato un libro che è una storia corale, un affresco che racconta le nostre radici. Dalla prefazione di un altro amico, Marco Piccoli (l’ho incontrato sabato pomeriggio a Brescia con la scatenata moglie Roberta ed un figlio alla straordinaria manifestazione contro il maxidepuratore del Garda): “Una penna che insegue storie nella storia…Sullo sfondo degli passati eventi bellici mondiali, scorre un’avvincente narrazione delicatamente tinta di giallo che richiama, a larghi tratti, gli scritti di Pavese ne “La luna e i falò” perché ‘un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti’.
È il paese di ‘Vardacco’, con il suo fiume, la sua Grande Fabbrica, il ponte, la chiesa, la pesa pubblica vicino al Mercato Boario… Insomma, un luogo fantastico ma allo stesso tempo non molto lontano “da qui” che apparirà molto famigliare soprattutto ai lettori conterranei dell’Autore. Vardacco è la sua gente, impastata di vizi e virtù, immersa nel vivere di relazioni che sono il dolce e l’amaro, la luce e l’ombra, colorano riti quotidiani, popolano i giorni al sole così come abitano intimi segreti che vagano inevitabilmente di bocca in bocca… Maurizio Abastanotti è bene attento a non rimanere confinato nell’invenzione.
Attorno al fatto delittuoso che scuote Vardacco in una notte di fine agosto del 1946, avverte, anche in questo suo lavoro, l’esigenza di riavvolgere il nastro di vicende epocali…“Alfa senza filtro” è una preziosa fessura da cui spiare un mondo senza selfie senza like. È un’occasione per fermarsi sul ponte, appoggiarsi alla ringhiera di ghisa e, guardando il fiume, sognare di affacciarsi per una volta ancora, alla porta della tabaccheria della Mimì.” Durante la serata l’editore Marcello Zane dialogherà con l’autore, ci saranno le letture di Andrea Giustacchini, le musiche di Mauro Faccioli ed il disegno dal vivo di Chiara Abastanotti (che ha illustrato fantasticamente il volume).
La prenotazione è obbligatoria all’Ufficio Cultura (presso la biblioteca) tel. 0365/377462 o cultura@comune.gavardo.bs.it Ci sarà anche una diretta facebook Area 63 Gavardo e Davide Comaglio Sindaco.
Bravo Mauro! Non ti bastava camminare con me, sistemare l’orto, creare meravigliosi giocattoli di legno, restaurare mobili, viaggiare con Beatrice, suonare con i Lem.3, partecipare a corsi di musica, intervenire nel dibattito sociale e politico, collaborare con il mitico papà Antonio in mille lavori, leggere e portare l’erba sul tuo mitico Ape! Ora ti sei ributtato nella scrittura. E ogni volta da anni mi dici: “Questo è l’ultimo libro che scrivo!” Scommetto che stai già pensando ad un’altra storia…perché la vita, come sai, è un romanzo!
Ieri, di ritorno dalla manifestazione di Brescia (ma quanta gente! e che bello vedere persone che protestano in modo gioioso e civile!) ho partecipato a Villanuova alla prima delle due serate organizzate dall’associazione “La Rosa e la Spina” per presentare la raccolta di prose e poesie dei partecipanti al suo concorso sul tema del lavoro.
Gli elaborati sono stati raccolti nel libro “Prendo la parola. Voci poetiche dal lavoro”. È stata una bella e fresca serata, nel cortile della Biblioteca comunale di Villanuova. Ho ascoltato ottimi brani presentati e letti con intensità, ed una straordinaria cantante, Eva Feudo Shoo. Io, che facevo parte della giuria, avevo dato un voto alto a tutti gli elaborati, perché davvero mi sembravano tutti belli e significativi.
Per la poesia si è classificato prima Ilaria Grasso (“Oggi ho lavorato 40 pratiche”), secondo Matteo Rusconi (“La misura della vite”) e terzo Luca Ispani (“Una giornata in fabbrica”). Per la prosa primo classificato Andrea Milzani (“La fonderia”), seconda Simonetta Callegarini (“Burocrazia fa rima con empatia”) e terzo Corrado Usardi (“Il musicista”). La seconda serata sarà venerdì 17 settembre alle ore 20.30 presso la Sala civica “Oriana Fallaci” della Biblioteca di Gavardo. Importante: il rinfresco era ottimo e abbondante. E c’erano le leggendarie crostate di Vanda! Se non venite, mi fate un piacere: me le pappo tutte io!
Vorrei ricordare infine una persona davvero buona che ci ha lasciato: Osvaldo Maccarinelli. L’ho incontrato poche volte, ma quel poco tempo è stato sufficiente per apprezzarne le doti di onestà, simpatia e disponibilità. Sono vicino alla moglie Caterina Pialorsi (sorella del mio caro amico e coscritto Renato), alla figlia Laura, alla sorella Maria, ai parenti tutti. Ciao, Osvaldo!
“Da qualche parte sopra l’arcobaleno
proprio lassù, ci sono i sogni che hai fatto
una volta durante la ninna nanna.
Da qualche parte sopra l’arcobaleno
volano uccelli blu e i sogni che hai fatto,
i sogni diventano davvero realtà.
Un giorno esprimerò un desiderio
su una stella cadente:
mi sveglierò quando le nuvole
saranno lontane dietro di me
dove i problemi si fondono come gocce di limone
lassù in alto, sulle cime dei camini
è proprio lì che mi troverai
da qualche parte sopra l’arcobaleno.”
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il fiume Chiese!
maestro John
Nelle foto:
- La grande famiglia Rizzi nel 1936
- La locandina de “Il fiume della vita”
- Il mio grande amico Mauro Abastanotti
- La cantante Eva Feudo Shoo durante la serata a Villanuova