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domenica, 15 marzo 2015 Aggiornato alle 07:58Incendio

Quel pozzetto asciutto

di val.
Le fiamme che si sono mangiate il prato del Laürì, a Bione, rischiando di aggredire l'abitato, hanno messo in evidenza una preoccupante carenza nel sistema di sicurezza antincendio del centro valsabbino

In difficoltà a raggiungere con i mezzi adeguati il punto dove occorreva portare dell'acqua, per lo spegnimento delle fiamme prima e poi per la necessaria bonifica, i vigili del fuoco lumezzanesi hanno dovuto darsi da fare invece con badili e pale battifuoco.

Grande è stato il sollievo, quindi, quando un abitante del posto li ha aiutati ad individuare un pozzetto sul quale campeggiava il disegno di un idrante, a poche decine di metri dalle fiamme.

Mentre uno dei pompieri si preoccupava di liberare l'apposito rubinetto dalla terra smossa che aveva riempito il tombino, altri sono ridiscesi a rotta di collo fino agli automezzi a recuperare un paio di manichette e l'attrezzatura per collegarle.

Tutto inutile: da quel pozzetto non è stato possibile recuperare neppure una goccia d'acqua. E nemmeno la ricerca di un altro rubinetto che lo potesse alimentare ha datto l'esito sperato.

Per fortuna è arrivato il pick-up da Vestone col "modulo", e le operazioni di bonifica sono state eseguite grazie a quello.