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venerdì, 3 maggio 2024 Aggiornato alle 08:10Eco del Perlasca

Tre mesi ad Hannover

di Manuela Pelizzari

Se un anno fa qualcuno mi avesse detto che nel giro di pochi mesi sarei partita per Hannover, in Germania, per partecipare ad un progetto Erasmus + di tre mesi, molto probabilmente gli avrei riso in faccia; eppure eccomi qui, a raccontare la mia esperienza.


Mi chiamo Manuela Pelizzari, frequento la 4° liceo scientifico dell’istituto Perlasca di Idro, e il 14 settembre 2023 sono partita per un’esperienza Erasmus ad Hannover, in Germania, dove ho vissuto per tre mesi.  

Parlarne mi sembra quasi surreale, all’inizio del mio percorso liceale non avrei mai immaginato che, a distanza di pochi anni, avrei avuto l’opportunitá di fare una simile esperienza, soprattutto a causa dell’imperversare del Covid. 

 

Viaggiare, conoscere e vivere culture diverse dalla mia è, ed è sempre stato, il mio sogno nel cassetto;  quando a giugno 2023 la scuola aveva emesso il bando per partecipare ad un’esperienza Erasmus di lunga durata, non ho esitato nemmeno un istante, mi sono candidata, io volevo partire, dovevo partire a tutti i costi, e ce l’ho fatta. 

Sarò sincera, non mi importava veramente dove sarei andata, qualsiasi luogo mi sarebbe andato bene, perché ovunque avrei potuto aprire ulteriormente la mia mente,  arricchirmi dal punto di vista culturale, e vivere il mondo, l’Europa, dimenticandomi dei confini che ci separano. Non è facile andare via, allontanarsi da tutte le proprie certezze, i propri cari, per lanciarsi verso l’ignoto, ciononostante, lo rifarei altre cento, mille volte;  sono grata all’Unione Europea per permettere a milioni di giovani ogni anno di fare simili esperienze, così come ringrazio la scuola per aver dato a me, e a tutti gli studenti, questa opportunità.
 

Partire mi ha permesso di scoprire la Germania: ho visitato luoghi bellissimi, come Berlino, il Rheingau e il Mare del Nord, ho vissuto Hannover ed il suo sistema scolastico, ho potuto imparare il tedesco e migliorare il mio inglese e, grazie alle persone che ho conosciuto e la famiglia che mi ha ospitata, ho potuto non solo ampliare i miei orizzonti, ma anche conoscere grande parte della cultura tedesca. 

Viaggiare soli ci costringe ad uscire dalla nostra “bolla”, a fidarci solo di noi stessi e delle nostre capacità; ci rende migliori, perché ci insegna a stare con noi stessi e a non sottovalutarci, a credere in ciò che siamo. Impariamo a viaggiare per viaggiare, non per raggiungere una meta, ad abbracciare l’imprevedibile e abbandonarci all’ignoto, non esiste cosa più bella. 
 

Nonostante la Germania non sia lontana da noi geograficamente parlando, lo è per quanto riguarda la vita di tutti i giorni. I tedeschi sono molto piu “rilassati” di noi, e questa loro caratteristica ha influenzato molto la struttura del loro stato e della loro società; per esempio, un aspetto che mi ha sconvolta, è che la domenica è giorno di risposo per tutti, questo vuol dire che non troverete negozio, o alimentari, aperto durante questo giorno settimanale, neanche la mattina e neanche in città.

 

Un’altra differenza sono sicuramente i mezzi di trasporto, almeno per quanto riguarda Hannover le persone preferiscono spostarsi in bici, sia che nevichi, sia che piova, sia di giorno, sia di notte e, se il meteo gli impedisse di usarla, piuttosto della macchina preferirebbero comunque usare i mezzi pubblici; ovviamente questo vale per coloro che vanno a scuola o a lavoro e devono coprire distanze non troppo lunghe. 

 

Ció che mi ha colpita più di tutto rimane però il sistema scolastico, lontano anni luce dal nostro. 

Partiamo dal presupposto che questo cambia da Land a Land, quindi io mi riferisco principalmente a quello della Bassa Sassonia, e in particolare a quello del Gymnasium, nel mio caso la Goetheschule di Hannover, che in Italia è più o meno l’equivalente del liceo. 

La settimana scolastica va dal lunedì al venerdì, lasciando agli studenti il weekend completamente libero, le lezioni durano 45 minuti, così da dare agli alunni cinque minuti per spostarsi da aula ad aula, visto che per ogni materia cambia, e ogni due lezioni, dunque ogni ora e mezza, gli studenti hanno mezz’ora di pausa per fare quello che vogliono; nonostante di norma la scuola termini alle 14, o più tardi a seconda dei corsi che uno frequenta, al rientro a casa si è molto rilassati e per niente stanchi, e solitamente i compiti per il giorno seguente sono pochissimi se non inesistenti. 

Un’altra differenza sono sicuramente il numero di prove che un alunno deve affrontare: le interrogazioni non esistono, la cosa più simile è il voto orale che viene dato alla fine di ogni semestre, che si basa sugli interventi che ogni studente fa in quell’arco di tempo, infatti mentre nella mia classe quando viene fatta una domanda sembra di fare il gioco del silenzio, in Germania sembra che abbiano appena chiesto chi voglia ricevere un milione di euro; per quanto riguarda invece le prove scritte, beh, penso siano circa 2/3 in sei mesi (e pensare che è la mia media settimanale di maggio…). 

 

Altro aspetto sconvolgente sono i compiti delle vacanze, che in Germania non esistono, ebbene sì cari studenti, avete sentito bene, non esistono, perché, a detta loro, le vacanze sono fatte per riposare e coltivare i propri hobby… 

Ed è così che ragazzi della mia età sapevamo già sviluppare progetti in 3D di appartamenti, mentre io mi sento un fenomeno se riesco a tracciare un grafico sulla calcolatrice grafica (che loro, ovviamente, iniziano a usare molto tempo prima di noi). Con queste osservazioni, non voglio in alcun modo criticare i due sistemi, poiché tramite entrambi vengono formati studenti capaci di orientarsi abilmente in un ambiente universatario, tuttavia trovo simpatico evidenziare come, tramite modalità completamente differenti, si riesca a raggiungere uno stesso obiettivo. Il bello di viaggiare è proprio questo: scoprire come sia veramente la vita in un altro stato, senza lasciare che le diversità ci spaventino, bensì, ci uniscano.
 

Al raggiungimento delle 19 visualizzazioni verrà pubblicata la seconda parte, nella quale racconterò della splendida Hannover ;).
 

“ Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo.”
R.L. Stevenson
 

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