29 Marzo 2018, 15.30
Tradizioni

Venerdì Santo ancora di magro?

di Redazione

È ancora radicata la tradizione di culturale e religiosa di non mangiare carne il venerdì che precede la Pasqua? Lo svela un’indagine sui consumi degli italiani


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Quasi sei italiani su dieci (59%) per il Venerdì Santo ha scelto di portare in tavola pesce per rispettare una tradizione culturale e religiosa profondamente radicata nella popolazione.

È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè sui consumi degli italiani a Pasqua secondo la quale a prevalere nei menu di pesce sarà per oltre l’80% il pescato dei nostri mari. Ad essere preferito in questa occasione – precisa la Coldiretti – è soprattutto il pesce azzurro, dalle alici alle sardine fino agli sgombri venduti a prezzi contenuti secondo i criteri di sobrietà richiesti dalla ricorrenza, senza tuttavia rinunciare al gusto e alla salute per l’elevato contenuto di grassi insaturi e in particolare del tipo omega tre.

La “legge” dell’astinenza non proibisce, infatti, di consumare pesce, uova e latticini, ma mette al bando cibi e bevande particolarmente ricercati o costosi.

 Nel 2017 – afferma la Coldiretti - si è registrata una decisa svolta a tavola con l’aumento del 7% negli acquisti di pesce fresco degli italiani che annualmente ne consumano circa 25 chili a testa all’anno. Per garantirsi la qualità – ricorda la Coldiretti – il pesce fresco deve avere una carne dalla consistenza soda ed elastica, le branchie di colore rosso o rosato e umide e gli occhi non secchi o opachi, mentre l’odore non deve essere forte e sgradevole.

Infine, meglio non scegliere i pesci già mutilati della testa e delle pinne mentre – continua la Coldiretti – per molluschi e mitili, è essenziale che il guscio sia chiuso. Tra i piatti di pesce del Venerdì Santo ogni parte d’Italia – conclude la Coldiretti - esprime una tradizione locale legata a ricette tipiche semplici nel rispetto della giornata di riflessione come: la pasta con le sarde in Sicilia, le tradizionali zuppe di pesce che assumono nomi differenti a seconda delle regioni e che nel nord Adriatico si consumano assieme alla polenta, fino alle ricette tipiche regionali come le alici scottadito con o senza pan grattato, o le sarde in saor con cipolla (tipica ricetta veneta), le seppie con i piselli, fagioli e cozze (ricetta pugliese), vongole e ceci (ricetta marchigiana), la ministra di pesce con gallinelle e ghiozzi, le uova sode col tonno o gli spaghetti al ragù di mare.




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