18 Dicembre 2012, 07.03
In cucina

Il torrone

di www.buonissimo.org

Tutti abbiamo assaporato il torrone, che fosse quello morbido o quello "spaccadenti" non importa, un sapore a volte amplificato dal cioccolato lasciato sciogliere in bocca prima di masticare quasi con furia e spremere fino all'ultima goccia di sapore!

L'origine del torrone non è facilmente rintracciabile.
Alcuni affermano che i primi indizi vadano ricercati in Cina, luogo di origine e produzione della mandorla.
Dati più certi portano a ipotizzare che il torrone possa essere in pratica una variazione di un dolce arabo preparato con miele e sesamo, il giuggiolena.
 
Il nome torrone deriva dal termine spagnolo turron che deriverebbe anch'esso dalla lingua araba e notizie storiche relative al torrone risalgono in Spagna dal lontano XVI secolo.
In Europa il torrone sarebbe stato importato dagli arabi a seguito dei loro contatti con la Cina, e da loro, attraverso gli innumerevoli scambi commerciali, avrebbe raggiunto l'Italia ed in particolar modo Cremona, uno dei porti strategici posizionati sul fiume Po.
 
Nonostante le varie paternità, sono i cremonesi ad affermare con vigore che le origini del torrone siano di origine locale: nel 1441, durante il banchetto nuziale tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti sarebbe infatti stato presentato un dolce a base di mandorle, miele e bianco d'uovo, a forma della Torre Campanaria del Duomo della città. E' il famoso "Torrazzo", dolce che poi si sarebbe trasformato nell'attuale torrone.
 
Secondo un'altra tradizione infine, furono gli antichi Romani a tramandarci la ricetta di questa ghiottoneria.
Apicio nel "De re culinaria" parla di un dolce preparato con miele, mandorle e bianco d'uovo, e nel 116 circa a.C., Marco Terenzio Marrone il Reatino citava il gustoso "Cuppedo": "Cupeto" o "Cupàta" o ancora "Copate" che ancora oggi sono i nomi del torrone in molte zone dell'Italia Meridionale.
 
Anche l'etimologia del nome "torrone" deriva dallo spagnolo turròn = abbrustolito (derivato di turrar = arrostire), e dal latino torrere = tostare.
Oggi la fantasia dei torronari ha saputo creare tantissime varietà di torrone, compatti, morbidi, ridotti a bombons e, dopo l'arrivo del "brodo indiano", anche impastati con la cioccolata.
 
Altrettanto vari e rinomati solo i torroni attualmente esposti nelle vetrine delle pasticcerie: oltre al cremonese, i classici torroni piemontesi di Alba, di Mombercelli e di Novi Ligure, i senesi, i beneventini, insaporiti dal famoso liquore Strega, i torroni abruzzesi e i calabresi.
 
Un capitolo a parte meritano invece i torroni siciliani, d'obbligo nelle festività natalizie, e non c'è festa popolare dove i "turrunàr" non lo preparino sotto gli occhi sgranati dei tanti bambini che si soffermano a guardare, attirati dagli irresistibili profumi che si sprigionano durante la tostatura delle mandorle o delle nocciole.
Per citare solo qualche varietà dei torroni siciliani, abbiamo quelli alle mandorle, ai pistacchi, misti di zucchero e miele, alle arachidi, glassati al cioccolato e potremmo proseguire a lungo ancora.

Una menzione a parte va fatta per un particolare torrone che viene prodotto a Licata a base di ceci tostati cotti nel miele chiamato: "Ciciràta".



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