Lunedì a Nave ci sarà l’addio a Manuela, 35 anni. Ci sono ancora uomini che odiano le donne. Ci sono ancora donne che subiscono violenza. Ci sono ancora donne uccise da maschi pieni di orgoglio, di voglia di possesso o di un “amore” sbagliato
Tra le tante cose brutte o tristi che sentiamo, quella del delitto “per amore” è una delle tragedie che avvengono da lungo tempo. E pare che non abbiano mai fine. E pensare che l’amore è davvero una cosa meravigliosa, ma può diventare una cosa sporca, brutta, orribile.
Luciana Littizzetto scrive: “In Italia in media ogni due o tre giorni, un uomo uccide una donna, una compagna, una figlia, un’amante, una sorella, una ex. Magari in famiglia, perché non è che la famiglia sia sempre per forza quel luogo magico in cui tutto è amore. Le uccide perché le considera una sua proprietà, perché non concepisce che una donna appartenga a se stessa e sia libera di vivere come vuole lei e persino di innamorarsi di un altro. E noi che siamo ingenue spesso scambiamo tutto per amore. Ma l’amore con la violenza e le botte non c'entrano un tubo. L'amore con gli schiaffi e i pugni c'entra come la libertà con la prigione.
Noi a Torino che risentiamo della nobiltà reale diciamo che è come passare dal risotto alla merda. Un uomo che ci mena non ci ama. Mettiamocelo in testa. Salviamolo nell’hard disk. Vogliamo credere che ci ami? Bene, allora ci ama male. Non è questo l’amore. Un uomo che ci picchia è uno stronzo. Sempre! E dobbiamo capirlo subito, al primo schiaffo. Perché tanto arriverà anche un secondo e poi un terzo. L’amore rende felici e riempie il cuore. Non rompe le costole, non lascia lividi sulla faccia. Pensiamo mica di avere sette vite come i gatti? No, ne abbiamo una sola. Non buttiamola via!”
La sfera della sessualità ha mille sfaccettature, un tempo già scrivere la parola “sesso” pareva di commettere peccato. Ora non voglio fare il moralista e il bacchettone, credetemi, perché la bellezza di una donna è un paesaggio stupendo, misterioso e ricco di fascino. Ma su internet e sugli smartphone viaggiano immagini sempre più esplicite, che non lasciano nulla al mistero ed alla fascinazione, non lasciano trasparire nulla di sensuale che muova anche la fantasia e l’attrazione mentale. Le donne vengono trattate come prodotti da consumare in fretta, e se non ti piace questa ce ne sono mille altre.
Nel nostro Paese cosiddetto civile, oltre cento donne, ogni anno, vengono uccise da uomini, quasi sempre quelli che sostengono di amarle. È una vera e propria strage. Ai femminicidi si aggiungono violenze quotidiane, donne molestate, perseguitate, aggredite, picchiate, sfregiate.
E c’è il preoccupante fenomeno dello stalking. C’è una ragazza, di nome Marta, 20 anni. Studia all’Università e da circa 4 mesi è vittima di stalking da parte di uno sconosciuto. «Era il primo maggio quando l’ho incontrato per la prima volta. Mi ha chiesto come mi chiamassi e io non gliel’ho detto. Pochi giorni dopo conosceva il mio nome, quello delle mie amiche, del mio fidanzato, di mia sorella. È convinto di essere il mio ragazzo. Poi qualche sera fa sul pavimento di casa sua ha trovato un biglietto: ‘Vuoi dormire con me?’, c’era scritto a penna. È come se avesse violato il luogo in cui mi sento al sicuro, casa mia. Non ci ho visto più. Mi sono seduta al computer e ho scritto un post in cui raccontavo tutto quello che stavo passando…Ho scritto il post per sfogarmi, liberarmi e soprattutto per dire a quell'uomo che mi aveva veramente rotto. Ci sono uomini che pensano di poter decidere per noi, che pensano che siamo di loro proprietà solo perché ci hanno viste per strada e magari pensano che siamo carine.»
C’è un lato nascosto di molti uomini, sempre più preda delle insicurezze e delle frustrazioni, che una certa educazione li porta pensare di poter possedere la donna che amano. Mariti che agli occhi della gente appaiono gentili ed educati, amanti affettuosi e genitori premurosi. Ma poi tra le mura domestiche si trasformano in aguzzini, dando sfogo a rabbia e violenza immotivata. Uomini che non riescono ad accettare la volontà di autonomia delle donne, uomini vogliono dominare e che non capiscono le esigenze della propria partner, uomini che non vogliono cambiare…
Come canta Mia Martini:
“Gli uomini non cambiano
prima parlano d'amore e poi ti lasciano da sola
gli uomini ti cambiano
e tu piangi mille notti di perché
invece gli uomini ti uccidono
e con gli amici vanno a ridere di te.”
Le persone dovrebbero essere educate al rispetto dell’altro fin dall’infanzia. C’è ancora tanto da fare nell’educazione ai sentimenti.
“Odiami pure, che io ho altro da fare.” Era scritto su una maglietta di una ragazza che ho incrociato per caso camminando. Quella scritta mi ha fatto pensare. Solo nel 1981 è stato eliminato il delitto d'onore che diceva: “Chiunque cagiona la morte della coniuge, figlia o sorella, nell’atto in cui ne scopre l’illegittima relazione carnale avrà un notevole sconto di pena motivato dall’ira per l’offesa all’onor suo.”
Paola Cortellesi ha fatto un monologo strepitoso e “vero” scritto dal noto enigmista Stefano Bartezzaghi.
“Ho qui un piccolo elenco di parole preziose. È impressionante vedere come nella nostra lingua alcuni termini, che al maschile hanno il loro legittimo significato, se declinati al femminile, assumono improvvisamente un altro senso, cambiano radicalmente, diventano luogo comune; luogo comune un po’ equivoco che poi, a guardar bene, è sempre lo stesso…
Un cortigiano: un uomo che vive a corte. Una cortigiana: una… mignotta.
Un massaggiatore: un cinesiterapista. Una massaggiatrice: una… mignotta.
Un uomo di strada: un uomo del popolo. Una donna di strada: una… mignotta.
Un uomo disponibile; un uomo gentile e premuroso. Una donna disponibile: una… mignotta.
Un passeggiatore: un uomo che cammina. Una passeggiatrice: una… mignotta.
Un uomo con un passato: un uomo che ha avuto una vita, in qualche caso non particolarmente onesta, ma che vale la pena di raccontare. Una donna con un passato: una… mignotta
Uno squillo: il suono del telefono. Una squillo:… dai non la dico nemmeno.
Un uomo di mondo: un gran signore. Una donna di mondo: un gran… mignotta.
Uno che batte: un tennista che serve la palla. Una che batte: …non dico manco questa.
Un uomo che ha un protettore: un intoccabile raccomandato. Una donna che ha un protettore: una… mignotta.
Un buon uomo: un uomo probo. Una buona donna: una… mignotta.
Un uomo allegro: un buontempone. Una donna allegra: una… mignotta.
Un gatto morto: un felino deceduto. Una gattamorta: una… mignotta.
Uno zoccolo: una calzatura di campagna. Una zoccola: …
Per fortuna sono soltanto parole. Ci sono affermazioni che hanno dell'incredibile, frasi offensive e senza senso come queste. "Brava, sei una donna con le palle", "Chissà che ha fatto quella per lavorare", "Anche lei però, se va in giro vestita così", "Dovresti essere contenta che ti guardano", "Lascia stare sono cose da maschi", "Te la sei cercata". Per fortuna sono soltanto parole…”
L’attrice Giuliana Musso nello spettacolo “Sexmachine” parla di quello che viene definito il mestiere più antico del mondo. E dei suoi clienti.
“Le prostitute si possono chiamare in molti modi: meretrici, puttane, cocottes, passeggiatrici, belle di notte, lucciole, troie, donnacce, donne facili, donnine leggere...
I clienti si chiamano clienti. Perché i clienti siamo noi. Tutti noi. Noi italiani: figli mammoni e amanti focosi, noi, con le donne più belle del mondo e il sacro vincolo del matrimonio e la famiglia al primo posto e i figli “sò piezz'e core”. Amanti delle cose belle e della buona cucina, amanti. Ammiratori. Corteggiatori. Un po' gelosi ché "se no che amore è?!", e anche un po' possessivi e bigotti "copriti svergognata... ". Noi! Popolo di santi, poeti, navigatori e uomini che vanno a puttane.”
“Questa è la tua canzone Marinella
che sei volata in cielo su una stella
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose… ”
Lo sapevate che la canzone di De André è ispirata ad una prostituta? Come del resto “Via del campo” (dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior… ) e “Bocca di Rosa”… Come ha detto Faber: “ ”La canzone di Marinella” è nata da una specie di romanzo familiare applicato ad una ragazza che a 16 anni si era trovata a fare la prostituta ed era stata scaraventata nel fiume da un delinquente. Un fatto di cronaca nera che avevo letto a quindici anni su un giornale di provincia. La storia di quella ragazza mi aveva talmente emozionato che ho cercato di reinventarle una vita e di addolcirle la morte… Se una voce miracolosa non avesse interpretato nel 1967 “La canzone di Marinella”, con tutta probabilità avrei terminato gli studi in legge per dedicarmi all'avvocatura. Ringrazio Mina per aver truccato le carte a mio favore e soprattutto a vantaggio dei miei virtuali assistiti.”
E allora… grazie Mina! Grande cantante e grande donna! E mi spiace che giornalisti e paparazzi ti abbiano trattato male, scandalizzati (i farisei… ) dal tuo amore per un uomo sposato ed additata come peccatrice pubblica. Ma la gente ha dimostrato e ti dimostra ancora un affetto smisurato.
“L’amore vero è continuare ad amarsi anche quando l’amore non c’è più.” Quando finisce un amore, dopo le litigate, le rabbie, la disperazione e i pianti, sarebbe bello che succeda come in quella stupenda canzone di De Gregori, Rimmel:
“Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro.
Ho ancora i tuoi quattro assi,
bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare con chi vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.”
Speriamo che noi uomini cominciamo a cambiare in meglio… Perché, come canta Ferradini in “Teorema”…
“Non esistono leggi in amore,
basta essere quello che sei,
lascia aperta la porta del cuore
vedrai che una donna è già in cerca di te.”
A proposito, io la donna ce l’ho già. E che donna! Mannaggia a me!
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo,
maestro John
«Non voglio farti la predica, ma ti do un consiglio che ti servirà per sempre. Nella vita, conoscerai molti stronzi. Se ti feriscono, pensa che è la stupidità che li spinge a farti del male: ti eviterà di ripagarli con la stessa moneta. Perché non c'è niente di peggio al mondo del rancore e della vendetta. Resta sempre integra e coerente con te stessa.» (la nonna alla nipote, dal film “Persepolis”)
ID77267 - 27/08/2018 09:23:09 - (Iva) - Complimenti VIVISSIMI
Sempre fantastico, questo è un brano maestro scritto direttamente con il cuore e sopratutto scritto da un uomo con un grande cuore che andrebbe direttamente stampato ed appeso in tutte le scuole principalmente e poi in tutte le piazze, tutte le fabbriche, in tutti i posti pubblici. Sono troppi i femminicidi, tutti i giorni almeno una donna viene amazzata crudelmente.Sono sconcertata dall'immane violenza dei giorni nostri, dove qualsiasi persona diversa e non solo donne vengono picchiate o picchiati. Non c'è più l'antico aiutarsi a vicenda ma sbranarsi a vicenda. Io personalmente ho sempre insegnato a mia figlia ed ai miei nipoti di aiutare chi si trova in difficoltà, ma purtroppo abbiamo perso gli insegnamenti dei vecchi genitori e pensano tutti che solo con tanti soldi e niente affetto fanno un uomo felice, ma niente di più sbagliato. Un uomo ricco senza amore non è niente. Grazie Maestro!!!