19 Dicembre 2020, 07.07
Blog - Circolo Scrittori Instabili

Oroscopo




“Quando ero ragazzina qualcuno mi chiese: l’amore è cuore o mente?”

Lo specchio rimandò due piccoli occhi marroni, gonfi e con occhiaia al seguito, forse accettabili solo per la notte di Halloween; pensandoci bene, anche i tanti fili bianchi che spuntavano come trifoglio in un prato, potevano andare bene per impersonare qualche zombie claudicante o una strega di nero vestita.

“Peccato che oggi non sia il 31 Ottobre”, pensò Sara guardandosi sconsolata.

Si lavò il viso, mise un velo di crema inspirandone il dolce profumo, le dita a pettine tra i capelli per sistemarli e non rompere i morbidi riccioli, per poi spostarli dietro le orecchie, un gesto che ripeteva spesso.

“Odio gli specchi!”, brontolò prendendo dall’armadio i calzoni neri, l’inseparabile camicia bianca, giusta per coprire le morbide curve e la giacca di soffice lana.

Guardò il piccolo contenitore dorato sul comò, “Etoile”. Amava il suo profumo, con note di bergamotto, mughetto, ambra e un tocco di spezie, pareva una pozione magica, capace di darle la sicurezza di cui aveva bisogno. Due gocce sui polsi due sul collo. Pronta per uscire!

La giornata era frizzante, le foglie ballavano intorno ai suoi piedi, spruzzi d’oro e rosso intenso, mentre percorreva il viale verso il bar del parco.

Lidia l’accolse con un sorriso e la voce squillante: “Il solito Sara?”.

“Oh, si grazie, oggi più che mai ho bisogno del tuo meraviglioso caffè!”, rispose sedendosi al solito tavolino vicino alla vetrata. Prese il giornale e iniziò a sfogliarlo. Lidia depose la tazzina fumante e sedendosi sul tavolino, stile cowboy, le chiese:

“Come va? Ti vedo un po’ giù in questo periodo… che succede?”

Sara non rispose subito, in quel periodo aveva la lacrima facile, inspirò l’aroma del caffè e infine disse:

“Sono stanca di essere sola. Vorrei qualcuno vicino per condividere le mie passioni, parlare di ogni argomento e scambiarci opinioni. Qualcuno che mi percepisca oltre quello che vede, qualcuno da amare… troverò mai una persona così? Alla mia età per giunta…”

“Su su su, non dire così. Devi crederci tu per prima. Guarda qua, l’ho trovato fuori dal bar questa mattina, è un quotidiano indipendente vai all’ultima pagina ci sono gli oroscopi.”

“Lo sai che non credo negli oroscopi! Che ti prende?”, rispose divertita.

“Leggi leggi! Mettiamo un po’ di magia in questa giornata. Il mio era azzeccato in maniera quasi inquietante, nel senso che sembrava fatto proprio su di me… ”

“Che diceva?”, chiese Sara incuriosita.

“Questa mattina dovrai sollevare qualche cosa di molto pesante e renderlo leggero con le parole! Ah ah ah, direi che calza a pennello!”

A quel punto non restava che andare a verificare, se non altro per farsi una risata:

“Amori decaffeinati e senza gusto non fanno per voi. Vi trasporta l’emozione e un fiuto che vi fa intravedere, nel mistero, qualche cosa di prezioso. Siete i pescatori dell’invisibile, avventurieri del sogno. Malinconie passeggere.”

Rilesse più volte quelle righe, una strana sensazione… come se qualcuno le avesse guardato dentro.

“Lidia! Che scherzo è questo? Incredibile davvero! Sarà un caso… ”, disse Sara poco convinta.

Le due amiche si fecero una sonora risata e ripresero la vita di tutti i giorni: una servendo caffè e buonumore e l’altra ritornandosene a casa.

I giorni passarono e ormai l’appuntamento fisso al Bar includeva oltre al solito caffè la lettura dell’oroscopo e relative risate o riflessioni. Nell’angolo opposto, al tavolino vicino all’entrata, c’era un tipo che ritornava lì tutte le mattine per sentire di nascosto i commenti delle due “ragazze”. Il giornale che fingeva di leggere e che teneva davanti al viso lo rendeva quasi invisibile, di corporatura media indossava un giubbino blu e un paio di jeans.

Quel giorno la prima pagina del quotidiano riportava in grassetto: “Ballo in maschera domani sera, presso Villa Paradiso, in occasione di Halloween. Il ricavato sarà devoluto all’Associazione del Filo d’oro”.

“Sara, che ne dici? Andiamo alla festa?”, chiese Lidia già proiettata sul costume da mettersi.

“Non so, forse non è il caso… saranno tutti ragazzini. E il vestito? Cosa mi metto?”

“Ricordi l’oroscopo di oggi?”, la incalzò l’amica.

“Alcune attese che si prolungano vi spingono a immaginare l’impossibile che non arriva. Dovete avere più coraggio per rompere l’impasse.”

“Ti vengo a prendere domani per le nove”, sentenziò Lidia senza aspettare risposta mentre ritornava dietro al bancone.

Sara si ritrovò suo malgrado catapultata in questa avventura:

“Ok, va bene, ora scappo devo inventarmi qualcosa per la serata”, così dicendo uscì, la mente immersa a fantasticare su cosa o chi avrebbe impersonato. Per un attimo, uscendo dalla porta, percepì un profumo… patchouli, pensò. Un attimo dopo era già in strada.

Lidia arrivò puntuale, la lunga gonna rossa a balze e la camicia bianca di pizzo le stavano d’incanto, sulla testa una corolla di fiori rossi, il viso dipinto di bianco su cui spiccavano occhi neri, richiamava l’idea di un delizioso fantasma. Per contro, Sara indossava un lungo abito nero, il tulle e il pizzo dell’ampia gonna la facevano leggera e vaporosa, la parrucca argentata con ragnetti impigliati tra i capelli la rendeva irriconoscibile, e un minuscolo cappellino da cui scendeva un velo lungo fino alle spalle completava il tutto. Unica nota di colore: le labbra rosso carminio.

“Sei bellissima Sara!”, esclamò Lidia appena la vide.

Ridendo Sara ricambiò il complimento e partirono. La festa era già iniziata e la location non poteva essere migliore. Mille candele accese ovunque creavano un’atmosfera davvero incredibile, maggiordomi giravano tra gli ospiti con enormi zucche gialle da cui estraevano dolci dalle forme terrificanti o pozioni fumanti di color viola, ma dal sapore di spritz o prosecco.

Sara guardava estasiata il susseguirsi di ospiti, con i costumi più stravaganti possibili: mummie ricoperte di bende penzolanti, scheletri e fantasmi, vampiri con denti aguzzi e occhi iniettati di sangue che rincorrevano streghe più o meno sexy e spose morte! Era bello osservare come ognuno aveva interpretato a modo proprio l’occasione, la fantasia aleggiava nell’aria e anche la musica contribuiva a creare quell’atmosfera irreale nella quale tutto avrebbe potuto accadere.

Era già il quarto bicchiere fumante che beveva, aveva mangiato solo alcune bare e qualche vermicello verde, e cominciava a sentirsi euforica e leggera. Aveva perso di vista Lidia da qualche minuto e con lo sguardo la cercava tra la gente. Improvvisamente si avvicinò un uomo, indossava un abito nero e una camicia con volant, in testa un cappello a cilindro, che si tolse esibendosi in un inchino d’altri tempi:

“Buona sera, posso aiutarla? Ho l’impressione che stia cercando qualcuno”, disse con tono gentile.

“Sì, in effetti, ho perso di vista la mia amica… ”, rispose titubante.

Lui le offrì il braccio, da vero gentiluomo, e insieme iniziarono a percorrere la sala.

“Il suo personaggio?”, chiese Sara.

“Non si faccia confondere dall’apparenza”, rispose sfoderando due canini pronunciati che sembravano veri!

Risero entrambi e l’atmosfera si rilassò, le parole cominciarono a fluire, si lanciarono anche in un ballo che li restituì accaldati entrambi.

“Vieni andiamo verso i balconi così ci rinfreschiamo un po’”

“Non vorrai vampirizzarmi, spero, ti avverto: so fare incantesimi potenti!”, disse ridendo.

“Me ne sono accorto!”, sussurrò l’uomo.

La prese per mano e una scossa sottile la percorse. Fuori faceva freddo, ma Sara sembrava non accorgersene. Cercò gli occhi di lui, verdi, profondi. I corpi tesi come un arco, pochissima la distanza tra loro, l’aria intorno vibrava. Lui sembrava aspettare un cenno, timoroso che quell’attimo sparisse. Lei allungò piano il viso verso di lui, tremava. Sussurrando le disse:

“Cosa mi hai fatto… ”, e un attimo dopo posò le labbra sulle sue. Un bacio delicato, incantato, in cui entrambi si lasciarono scivolare, godendo di ogni attimo con ogni cellula del loro corpo, una melodia che li trasportò lontano nei meandri del cuore e della mente, percepirono i pensieri reciproci più intimi, fino a essere una cosa sola. Solo quando il desiderio divenne incontenibile si allontanarono. Il fiato corto, la tempesta dentro di loro. Tremavano increduli per ciò che era successo.

Sara, i sensi acuiti, percepì la brezza sulla pelle e quel sentore di patchouli…

“Sara! Eccoti qui! Dobbiamo andare!”

Un lampo nella notte squarciò il cielo seguito dal rombo di un tuono che fece tremare i vetri della camera di Sara. Si svegliò di soprassalto mettendosi seduta. Frastornata, si guardò in giro, nella camera tutto era in ordine tranne quei pacchetti nell’angolo della stanza: la parrucca confezionata con il cartellino del prezzo, i ragnetti nella scatolina e il rossetto intonso. Si lasciò cadere all’indietro mentre una lacrima le scendeva sul viso.

La mattina seguente non entrò subito al Bar, si sedette sulla panchina appena lì fuori. L’aria era frizzante, visto il temporale della notte. Si sistemò meglio la sciarpa, lo sguardo rincorse una foglia che sembrava danzare felice, e quasi la invidiò. Qualcuno si sedette in fianco a lei:

“Posso offrirle un quotidiano?”, disse l’uomo.

Lei alzò lo sguardo, due occhi verdi la guardavano.

“Io… ”

“Lei crede all’oroscopo? Io mi occupo di quella rubrica. Prenda, è sempre curioso leggere cosa dicono gli astri, che lei ci creda o no!”, disse l’uomo alzandosi.

Lei allungò la mano e prendendo il giornale sfiorò le sue dita, mentre un lieve profumo di patchouli le solleticò le narici. Fu un attimo, il frammento di un sogno.



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