24 Gennaio 2011, 07.00
Pillole di Psicologia

Emozioni, linguaggio universale

di Paola

Wikipedia: «Le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche a stimoli interni o esterni, naturali o appresi.»

In una società dove l’individualità sembra contare sopra tutto, a volte, è necessario, riscoprire la vera essenza delle persone o comunque una qualità capace di accomunare tutto il genere umano, le emozioni.
Viviamo in una realtà fatta di immagine esteriore in cui esprimere la fragilità e la difficoltà di sentirsi accettati per quello che si è realmente dentro, risulta difficile, quasi vergognoso.
Nello stesso tempo, si avverte la necessità, di dare spazio ed espressione al proprio mondo interiore nel quale abitano i reali stati d’animo.
Quello delle emozioni è il vero linguaggio perché è universale.
 
Non è importante la tua cultura, la tua razza, la tua nazionalità, il tuo orientamento politico, le emozioni sono di tutti, sono comprensibili da tutti.
Si tratta di qualcosa che a livello mondiale supera ogni diversitĂ  fra gli esseri umani, unendone indissolubilmente i cuori.
L’intelligenza emotiva che ci aiuta a capire le emozioni che provano gli altri è l’empatia.
L’empatia è uno strumento potentissimo che concede un grande vantaggio, a chi ne è provvisto, nelle relazioni interpersonali.
 
Mettersi “nei panni” dell’altro ci fa comprendere perché le persone si comportano in una certa maniera, serve a capire come ci si sente a ricevere la risposta che noi abbiamo dato loro.
Abbiamo parlato delle emozioni in termini di “linguaggio universale”, questo vuol dire che possiamo riconoscerle guardando il viso di un’altra persona.
L’empatia aiuta a sviluppare la nostra capacita’ di mediazione evitando i conflitti. Sorridere, sdrammatizzare nelle situazioni difficoltose, sono capacità adattive.
 
Come allenare l’empatia?
Quando parlate con una persona provate a guardarle il viso cercando di riconoscere le emozioni che prova ricollegandole alle espressioni del viso: gioia, rabbia, dolore, disgusto, tristezza.
Vi renderete conto che molte espressioni non le notiamo non perché incapaci di rilevarle, ma perché siamo distratti o disinteressati.
Perdere la capacità empatica significa isolarci, diventare insensibili.           
 
Per concludere, un consiglio, impariamo a volerci bene e a donarci del tempo, ad ascoltarci e ad ascoltare gli altri, fermandoci, a riflettere, sulle nostre emozioni e su quelle altrui, così riusciremo forse a capire cosa rende noi e gli altri veramente felici.
 


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