06 Agosto 2012, 09.00
Pillole di Piscologia

E se l'aereo mette paura?

di Erregi

L'aerofobia, insieme a piů leggere ansie da volo sono una realtŕ piů che diffusa, che coinvolge oltre il 50% dei turisti che viaggiano in aereo. Molte sono le spiegazioni e, fortunatamente, anche le soluzioni

 
Paura di volare? Non sentitevi soli o “strani”, ce l’ha, a quanto pare, oltre la metà delle persone che viaggiano in aereo e le motivazioni che la causano sono le più diverse, a partire dal fatto che, tranne poche eccezioni, l’aereo viene utilizzato da “solo” un secolo e in poche occasioni, restando così, tutt’ora, il meno famigliare dei mezzi con cui viaggiare.
 
E non sono famigliari né metabolizzate nemmeno le sensazioni fisiche che l’aereo ci provoca: il disagio di un vuoto d’aria o di una turbolenza viene immediatamente ed inconsciamente associato a una situazione di pericolo, quando, in realtà, gli aerei sono attrezzati per resistere a sforzi ben maggiori della resistenza alle turbolenze.
 
Un esempio dell’innata voglia/paura di volare dell’uomo ci viene da un semplice paragone: se percorrendo una strada a curve ci colpisce il mal d’auto, un disagio comune, non percepiamo nessun rischio per la nostra vita, ma solo un po’ di nausea, mentre alla prima strana sensazione avvertita in aereo, temiamo il peggio.
 
Ma perché? Molti rispondono semplicemente che sentono di avere il controllo dell’auto, ma non si può dire lo stesso per l’aereo e, in questi casi, più che la paura di volare subentra la paura che deriva dal non avere il controllo della situazione: siamo passeggeri, non piloti e non possiamo frenare, accostare o, semplicemente, abbassare un finestrino, se ci va, altro piccolo gesto che aiuta, per esempio, i claustrofobici nei lunghi viaggi in auto e che li mette in difficoltà  quando volano.
 
In realtà, il sistema aeronautico meriterebbe molta più fiducia, così come il personale a bordo, addestrato a fronteggiare situazioni di panico e dare sostegno a passeggeri.
 
Tornando al paragone con l’auto, poi, non dovremmo avere molto più da temere da un viaggio tra le nuvole: se si spegne il motore della macchina ci dobbiamo fermare, un velivolo bimotore è in grado invece di volare tranquillamente anche a seguito di avarie ad un impianto di propulsione.
 
Lo steso paragone può essere fatto sull’impianto elettrico, un problema all’alternatore dell'automobile ci costringerà dopo poco ad accostare, un moderno aeroplano civile ha più generatori elettrici e sistemi alternativi in grado di alimentare tutti gli apparati di bordo.
 
Ma se nemmeno questo vi basta, forse è il caso di ricorrere a tecniche di rilassamento come il training autogeno o di iscriversi a seminari organizzati dalle compagnie aeree stesse per superare il disagio o, molto più semplicemente, chiedere spiegazioni al personale ogniqualvolta sentiamo qualche “rumore” poco famigliare che non sappiamo spiegarci e ci angoscia.
 
Ma la paura del volo, molto più spesso, non c’entra nulla con la paura della morte: nei voli che ci portano lontano da casa subentrano fattori come la solitudine, il distacco dalla famiglia, l’ansia perché, una volta atterrati non conosciamo nessuno o ci attende un importante colloquio di lavoro.
 
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, certo, ma, incredibilmente, quando si vola per le vacanze di agosto, il livello di ansia sembra ridursi…sarà la prospettiva delle spiagge di sabbia bianca che ci attendono?


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