04 Aprile 2011, 08.00
Pillole di Psicologia

L'erba del vicino...

di red.

Paragonarsi agli altri per e vedersi sempre sfortunati o inferiori spesso un alibi inconscio per non reagire. Per farcela, via i paragoni.

L'erba del vicino è sempre più verde. Davvero?
Se c'è un proverbio che conoscono tutti, è certamente questo.
Peccato che descriva una tendenza sbagliata, ovvero quella di vedere sempre la situazione degli altri come migliore della propria.
Una tendenza che, finché viene espressa partendo da uno stato di relativo benessere, non suscita niente di più di una gestibile invidia. Ma quando viene applicata da chi è in un momento di crisi esistenziale, può creare notevoli problemi.
 
È quel che accade a chi, caduto in depressione, continua ossessivamente a fare un paragone che, come una cantilena, suona più o meno così: «Gli altri sono tutti più felici e migliori di me». 
Ad esempio, se la crisi nasce dalla vita sentimentale, la frase diventa: «Gli altri sono tutti accoppiati, soltanto io sono da solo».
Se deriva da scarsi risultati lavorativi ed economici: «Io sono un fallito, gli altri riescono in tutto quello che fanno».
Se nasce da una serie di sintomi e malattie: «Agli altri va sempre bene, non hanno mai niente. A me ne capitano di tutti i colori».
 
I paragoni incatenano al malessere
Tutti questi paragoni rappresentano un modo immaturo di affrontare le difficoltà della vita, una vera e propria regressione a modalità infantili egocentriche per le quali il mondo si divide in un "me" triste, sfortunato, solo e inadeguato, e negli "altri" felici, fortunati, socialmente inseriti e all'altezza della situazione.
Sono modalità che conducono a una visione distorta della realtà, sia propria che altrui, ma soprattutto impediscono di attivare le proprie risorse di guarigione o di rigenerazione che rimangono annichilite da un confronto schiacciante e senza appello, capace a volte di resistere anche ai trattamenti psicoterapici più adeguati.
 
Paura di crescere
Bisogna comprendere che, dietro questo atteggiamento, si cela la paura inconscia di crescere e di affrontare la vita.
Il paragone è in realtà un alibi inconscio per non prendere in mano la situazione: si preferisce vedere tutto perfetto negli altri e tutto sbagliato in se stessi, piuttosto di affrontare la compresenza, nella propria realtà, di aspetti positivi e negativi, di periodi buoni e di momenti di crisi.
Ma solo l'accettazione di questa alternanza potrà far vivere le naturali crisi della vita in modo non autodistruttivo e anzi come opportunità per completare se stessi.           
 
Cosa fare
- Non parlare dei tuoi stati d'animo.
Quando cadi in crisi e ti viene spontaneo continuare a fare paragoni negativi, innanzitutto evita di esprimerli agli altri.
Questa semplice regola aiuterà la tua mente a farne di meno e a elaborare diversamente la situazione.
Infatti toglie l'uditorio, evita inutili consolazioni e ti obbliga a fare i conti con la realtà.
 
- Immedesimati
Anche se sei in crisi, anzi proprio per questo, è il momento di conoscere di più la realtà degli altri.
Chiedi, osserva, informati su altri che sono in crisi e hanno i loro problemi.
Ciò ti aiuterà a vedere le cose in modo più obiettivo, a partire dalla tua crisi, che così potrai affrontare.
 
- Rinforzati
Quando sei uscito dalla depressione e stai bene, non ignorare quel che hai vissuto: ora puoi occuparti in modo più sano di quegli aspetti di te e della tua vita che senti fragili e che giudichi fallimentari quando stai male.
Con calma puoi dedicarti a potenziarli, così da farti trovare più preparato e consapevole.
 
Da www.riza.it
 


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