07 Marzo 2016, 15.11
Racconti del lunedì

Té vé zo la solèta ados

di Ezio Gamberini

E’ sabato mattina e possiamo stare nel letto fino a tardi, ma io, dopo un po’ che mi rigiro (beh, sono le otto ed ho già superato di un’ora e mezza il normale orario in cui mi sveglio), non ce la faccio più e mi alzo...


“Oh, té vé zo la solèta ados!”, esclama sdegnata Grazia, con le coperte tirate fino al naso.

Non so perché io non riesca proprio a starmene nel letto, e mi rendo conto di avere qualcosa di anormale. Ricordo che la mia mamma ci raccontava sempre che sua madre, quando lei era ragazza, non la lasciava mai stare sotto le coperte, in nessuna occasione. Tutti i giorni, feriali o festivi, che si dovesse andare al lavoro o meno, alle sei era obbligata ad alzarsi.
Mia nonna Felicita, nata nel 1900 e, quasi come una rarità, figlia unica, era molto severa, mentre la mia mamma, che di figli ne ebbe cinque (io buon ultimo), fu molto più indulgente con noi, anzi, direi benevola e comprensiva oltre ogni misura.

Però, evidentemente, il DNA conta pure qualcosa, perché lei in tutta la sua vita continuò ad alzarsi alle sei di mattina.
Se per caso dovevo passare a casa sua, per qualche motivo, prima di andare al lavoro il mattino, lei aveva già eseguito le incombenze giornaliere che riguardavano la casa…, ed io, con un ritardo di mezz’ora (la mia “sveglia”, esterna e interna, ormai, è puntata sulle sei e trenta) faccio altrettanto.

Lascio immaginare come tutto ciò indispettisca Grazia, soprattutto il sabato e la domenica:

“Ma perché non te ne stai un po’ nel letto, a riposare?”
, sostiene con ormai scarsa convinzione, dopo avermelo ripetuto centinaia di volte.
Niente da fare, non ce la faccio, così devo sgattaiolare dalle lenzuola senza fare rumore, e quelle rare volte in cui riesce a dormire fino alle undici e mezza o mezzogiorno, quando si alza comincia il teatrino:

“A che ora ti sei alzato stamattina?”, indaga con fare burbero.

“Alle dieci!”, mento spudoratamente.

Allora comincia a ridere… In effetti, credo che, negli ultimi anni, l’evento di alzarmi dopo le nove sia capitato in un paio di circostanze.
Altre volte rispondo:

“Otto e mezzo”, così sono un po’ più credibile, con Grazia che, potrei giocarmi i duecentotrentasette capelli che mi sono rimasti, medita soddisfatta:

“Beh, almeno un paio d’ore in più del normale…”, quando in realtà mi sono alzato almeno un’ora prima!

E che ci faccio in piedi, quando gli altri sono a letto? Ciò che prediligo: leggo, scrivo, sfoglio i miei volumi, cerco su youtube qualche consiglio su come potare l’olivo o la ricetta originale dei tortelli di zucca o del ragù alla bolognese, ascolto in cuffia un po’ di musica, ma certe volte mi siedo sul divano e tengo gli occhi chiusi per dieci minuti, poi mi alzo, sempre a occhi chiusi, e giro per casa, cercando di cavarmela senza l’ausilio della vista; oppure per un quarto d’ora decido di non utilizzare il braccio e la mano destra, e faccio tutto con la sinistra (oh, non sono mancino!)…

Per fortuna questa rubrica conta soltanto due virgola quattro lettori, perché diversamente ne uscirei proprio male. 

“Quo usque tandem abutere, Ubaldina, dementia nostra?”, e soprattutto, fino a quando quel “bacato” di direttore mi ospiterà?
Boh, ma sino ad allora sarete costretti a sorbirvi ferloccate e facezie.

Che talvolta non sono poi così sballate.

La notizia di venerdì scorso non può che confermare l'autenticità della guareschiana “invenzione del vero”, a me tanto cara: perché stupirsi del mio panino imbottito di Plivice degno di essere considerato Patrimonio dell’Umanità, di cui ho narrato nell’ultimo racconto pubblicato due settimane fa, quando tre giorni orsono è stata fatta la stessa proposta all’Unesco per la Pizza Napoletana?



Aggiungi commento:

Vedi anche
04/03/2019 05:02

Una domenica mattina Potrei starmene in letto, ma non c’è verso: all’alba del dì di festa, di tanto in tanto, mi sveglio anche prima delle sette, allora mi alzo e nella quiete ovattata del villaggio ancora silenzioso comincio a godermi la domenica mattina…

15/11/2013 07:47

E’ tardi E' un po' che, non so perch, vivo nel fuori orario. In tale situazione, dire che tardi non ha senso. Tutto questo succede perch un giorno mi sono fermato qui, nel luogo dove sto scrivendo.

02/11/2015 06:50

Potenza di una virgola Che bello camminare tra le vie del paese. E’ sabato mattina e non sono ancora le otto, con una giornata che si annuncia meravigliosa e limpida...

03/12/2012 06:42

Una cosa che comincia per i - Terza puntata Luned 1 settembre, decimo giorno trascorso a casa dopo essere stato dimesso dall'ospedale, sono sveglio da mezz'ora, ho appena finito la colazione ed assunto la mia dose mattutina di farmaci...

10/01/2017 11:30

Apertura anche il sabato mattina Numeri in crescita anche nel 2016 per la biblioteca comunale “Eugenio Bertuetti” di Gavardo, che dal prossimo 23 gennaio amplia l’orario di apertura




Altre da Racconti del Lunedì
16/11/2020

L'ultimo giorno

“Oggi è l’ultimo giorno”, mi dico un lunedì mattina, al momento del risveglio…

19/10/2020

Cinque chili di Morositas

Non è difficile farsi spedire a casa cinque chili di Morositas. E’ sufficiente scrivere un racconto su Vallesabbianews…

03/08/2020

Un vasetto in affitto

Usciamo dal lavoro e raggiungiamo il centro salodiano per acquistare l’ultimo romanzo di Camilleri: “Riccardino”…

06/07/2020

Una confessione imbarazzante

È dura dover confessare al proprio coniuge un’azione indegna, alla soglia dei sessant’anni: non mi era mai accaduto fino ad ora un evento così spregevole...

08/06/2020

Il tubetto del dentifricio

Non riesci mai a capire quando è finito il dentifricio, con questi tubetti di plastica che riprendono sempre la loro forma iniziale, anche se li spremi...
AUDIO

18/05/2020

Si riparte

Oggi comincia una nuova fase, in cui la maggior parte di aziende e negozi riprenderà la propria attività, rispettando le dovute prescrizioni...

04/05/2020

A modo mio

Non si tratta della famosa macchinetta del caffè, bensì della maniera in cui trascorro l’ultimo fine settimana, prima di riprendere il lavoro a tempo pieno, lunedì 4 maggio…
AUDIO

28/04/2020

Nei giardini che nessuno sa

Coronavirus, bufale o realtà? “Inutile salvare obesi e fumatori…”, e ancora: “Gli ottantenni esclusi dalla terapia intensiva”...

20/04/2020

Una Pasqua sorprendente

E’ il giorno di Pasqua. Grazia ed io siamo a casa da soli. A mezzogiorno esatto, con una giornata meravigliosa, cielo azzurrissimo e sole splendente, apro tutte le porte e le finestre e “sparo” al massimo volume l’Hallelujah di Händel…

13/04/2020

Mamma

In occasione della scomparsa della loro mamma, dedico questo ricordo, pubblicato sette anni fa, al nostro direttore Ubaldo Vallini e alle sue sorelle Eliana e Nunzia. AUDIO