Il 9 Ottobre 1963 si consumava la tragedia del Vajont. A 50 anni di distanza non molto è cambiato nel sistema di prevenzione da catastofi del nostro territorio
e ha le caratteristiche giuste che la identificano come tale, beh, il fregarsene del tutto forse non é da saggi. Parlo appunto della Valle Sabbia.
Cerca www. moproc.com "la frana del vajont" e' il sito della protezione civile di Modena. Forse potrai convenire che il mah e' di troppo. Ciao Aldo
Il non voler vedere o capire è un problema di cinismo e di modelli mentali insieme. Ipotizziamo un piatto e una serie di granelli di sabbia che cadendo dall'alto riempiondolo via via fino a formare una specie di cono. Ad un certo punto al solo aggiungersi di un granello, ultimo e fatidico, si assiste al crollo di una parte del cono. È impossibile conoscere il momento esatto in cui l'evento accadrà ma si è certi che prima o poi avverrà. Ora, accettare la struttura di funzionamento di questo semplice sistema sembra difficile perché l'imprevedibilità del momento in cui il crollo può avvenire porta la maggior parte delle persone a rifiutare addirittura l'intero meccanismo. I cinici poi approfittano di tale rifiuto per promuovere meglio i propri interessi. Entrambi i comportamenti sono disdicevoli, ma sarebbero evitati accettando il funzionamento reale delle cose. Paleofrane? È inutile negarne l'esistenza, meglio valutarne bene
le evoluzioni, senza essere cinici.
ha strumentalizzato la paleofrana per ottenere un escursione del lago altrimenti impossibile con le recenti normative, imponendo un progetto che NON mette in sicurezza le popolazioni locali, soprattutto quelle a valle del lago d Idro. "L opera in progetto non dovra porre a rischio il territorio a valle scaricando una portata che, aggiungendosi ai contributi dei vari affluenti, risulti incompatibile con l alveo fluviale" (6/6/2013 Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici). Ma c e bisogno di chiedere che il progetto si adegui a questa prescrizione? Ma non era un progetto di messa in sicurezza??
Mi spiace Signora Bini, ma io parlo di Vajont. Le mie parole sul lago d'Idro sono state travisate ed io additato come vostro nemico. Le sue sono opinioni lecite, come dovrebbero essere anche quelle di altri. Quando viene negato il diritto di esprimere altre idee, e lo si fa con la violenza del numero, e' piu' conveniente ritirarsi e lasciare campo libero... Io non sono nemico di nessuno. I laghi e i corsi d'acqua li vorrei ossigenati e puliti, pieni di vita. Mi piacerebbe che l'acqua potesse essere usata non solo per scopi energetici, ma anche per scopi turistici sportivi e paesaggistici. E che i bacini facessero anche da regolatori di eventuali piene straordinarie... Come tutto cio' si possa raggiungere penso che solo lo studio e la sperimentazione ci debba aiutare. Pregidizi e fanatismi possono solo ritardare e peggiorare le cose. Se questo e' impossibile da perseguire non si puo' che prenderne atto ed occuparsi d'altro.
Parlare del Vajont serve a ricordare come funzionano certi eventi rari come le frane. Essi seguono quello che Taleb Nassim ha definito lo schema dell'Extremistan, il luogo ipotetico dove avvengono eventi strani e imprevedibili, contrapposto al Mediocristan, luogo statico e prevedibile dove vale lo schema della media gaussiana. Nell'Extremistan gli eventi molto distruttivi sono poco numerosi ma prima poi accadono. Quello poco distruttivi invece sono numerosi. Se applicassimo gli schemi della gaussiana e della stabilità all'Extremistan faremmo un grave errore, così come saremmo cinici se volessimo, sapendo di essere nell'Extremistan, far credere alla gente che le cose funzionano come se si fosse nel Mediocristan. Le industrie, il governo, i giornali che accusarono la Merlin, usavano lo schema del Mediocristan ad un caso in cui valevano le regole dell'Extremistan. Tra di loro c'era chi sapeva ma volle cinicamente ignorare.
Taleb Nassim dimostra che gli eventi soggetti allo schema dell'Extremistan sono difficilmente accettati perché lontani dal modo di pensare comune e lontani dagli studi statistici (deterministici) che tendono più a rassicurare che a far conoscere come stanno le cose. Perché dunque sforzarsi di conciliare ciò che non è conciliabile. Se poi a tutti i costi si vuole leggere nelle mie parole una provocazione, lo si può fare ma non senza meritare di essere accusati di avere la coda di paglia.
prendere atto anche in questa occasione che i nostri reciproci tavoli di discussione non collimano... Il vostro prescinde in toto dal progetto in essere; come tale puo essere talora accolto in via teorica, talora meno, ma in ogni caso questo vostro approccio stride pesantemente e pericolosamente con la realta oggettiva degli ultimi 5 anni. Il mio invece prende avvio proprio dall accordo di programma del 2008 e ne critica e contesta i presupposti: messa in sicurezza attraverso interventi pericolosi (!) e possibilita di realizzare 3,25 m di escursione aggirando la normativa (!) sul Deflusso Minimo Vitale. Ma tant e: uno, nessuno e centomila... Au revoir
In Italia ci sono sempre interessi superiori. La prevenzione e' la Cenerentola. Il Vajont non puo' insegnare niente a chi non vuol imparare.
e fatta da chi in Italia vive e opera, milioni di persone tra le quali la prevenzione ed il rispetto dell ambiente sono abitudini storicamente recenti. Molto piu esercitato nel tempo e il trarre furbescamente profitto privato da situazioni pubbliche. Rassegnarsi ed arrendersi al passato non fa onore alle intelligenze da cui siamo circondati.
L'ideologia, quel meccanismo di cristallizzata visione del mondo che fa essere così sicuri delle proprie ragioni, sempre e comunque, è l'ostacolo storicamente sedimentato contro cui è impossibile confrontarsi con gli strumenti della logica e della ragione. E' una malattia molto diffusa quasi come il "trarre furbescamente profitto". Con chi è ideologicamente schierato e fanaticamente impostato è impossibile la discussione, ossia nessun ragionamento o inferenza logica potrà mai attraversare quello schermo protettivo che impedisce non solo di vedere la realtà ma anche di ascoltare il proprio interlocutore. L'ambiente è di tutti, non merita atteggiamenti ideologicamente impostati. Merita attenzione, preparazione, ragionevolezza, preparazione scientifica, capacità di comunicazione e di ascolto. Altrimenti ci toccheranno altri Vajont.
del saggio e guardare dall alto e consumare logica e ragione per giudicare con scherno chi ha letto negli anni centinaia e centinaia di pagine di documenti e citando documenti ragiona sullo stato e sull evoluzione dei fatti e - con preoccupazione - condivide le proprie conclusioni con chi direttamente coinvolto. La sicurezza non viene da una fanatica ideologia (ma per carita, ma che si inventa...), viene dalla annosa conoscenza diretta di fatti, di incontri istituzionali, di pubbliche dichiarazioni, di documenti. Gli stessi documenti che non sono mai stati letti da chi esprime qui generici pareri contestando i documentati pareri altrui. Non ho la scienza infusa, accetto il confronto, ma la verita e che qui nessuno e in grado di controbattermi nello specifico. Sono delusa: questa vaghezza non e degna di tanta ostentata sapienza. Per inciso: il Vajont tristemente ci insegna che scavare al piede di una paleofrana e una pazzia.
"...Molti ci hanno guadagnato...tutti erano convinti che le cose sarebbero finite bene poiche' rassicurati dai geologi e dagli ingegneri arrivati qui a testare e a 'tastare' il terreno.Il primo errore che porto' alla tragedia fu la superficialita' e la sottostimazione. Le ricerche stabilirino un fronte di frana a 850metri il distacco si verifico' a quota 1200. Una massa molte volte superiore a quella preventivata.Quali interventi erano stati proposti sulla frana: 1) Riduzione delle infiltrazione d'acqua meteorica nella massa di frana (drenaggi) 2) Rimozione di molti metri cubi della frana stessa 3) Ancoraggi 4) un muro di sostegno ai piedi della frana. Solo il primo degli interventi venne effettuato perche' gli altri furono considerati troppo costosi. Si costrui' anche un tunnel di bypass sulla sponda opposta che servisse a far defluire l'acqua a monte qualora si fosse verificato l'evento franoso (tale canale ha adempiuto al suo compito e tuttora drena le acque alle spalle
lago). Per i piu' moderni studi di geologia il monte 'Toc' e' di esempio per come non si debba procedere. Sembra che nemmeno oggi a 50anni di distanza tutti ne abbiano preso atto. La memoria e' corta anche per la scienza. Cio' che e' mancato allora e manca ancora oggi e' l'equilibrio tra dubbio e certezze. L'equilibrio e' indispensabile per la comprensione.
Sig. Vaglia, a proposito della paleofrana del Vajont, pare confermare la tesi secondo cui il progetto di messa in sicurezza del territorio valsabbino in conseguenza del pericolo paleofrana, così com e stato pensato e portato avanti fino ad oggi, sia una totale scelleratezza. Nell ultimo mezzo secolo scienza e tecnologia hanno fatto certo molta esperienza sul piano pratico oltre che teorico, ma a me pare di intendere che non vi sia ancora l intenzione politica ed istituzionale - e aggiungerei, anche, il coraggio scientifico e tecnologico - di mettere a frutto tali certezze, quanto piuttosto a me pare prevalere la cultura della strumentalizzazione dei dubbi con finalita meramente individualistiche. Non so se intendiamo lo stesso concetto....
Il Vajont e la Paleofrana Riprendere il discorso sul Vajont è opportuno, perché, a distanza di 50 anni, non a tutti è chiaro che a causarlo sia stata una 'paleofrana'
52 anni fa la tragedia del Vajont Anche il Senato della Repubblica ha ricordato ieri, 9 ottobre, con un minuto di silenzio, una delle più grandi e dolorose tragedie dell’Italia repubblicana
, la catastrofe del Vajont, verificatasi il 9 ottobre di 52 anni fa, nella quale persero la vita quasi duemila persone.
Vajont sessant'anni dopo A Paitone sabato prossimo 7 ottobre il film “Vajont†di Renzo Martinelli nell'anniversario della tragedia della diga
Tragedia del Vajont, l'ultimo superstite Questa sera al teatro Pio XI di Gavardo Italo Filippin, testimone dell’evento, racconterà la più grande tragedia italiana del dopoguerra
Il racconto del Vajont al Forte di Valledrane Per iniziativa della Consulta giovanile di Treviso Bresciano, sabato sera presso la fortezza della Prima guerra mondiale, Omar Rottoli proporrà il testo di Marco Paolini dedicato alla tragedia della diga del Vajont. Nel pomeriggio visite guidate al forte
La famiglia di Aldo Vaglia ringrazia tutte le persone che hanno voluto testimoniare il loro affetto e vicinanza con i loro interventi e commenti su Vallesabbianews
(2)Da alcuni anni Aldo Vaglia curava una sua seguitissima rubrica con la quale si era ritagliato uno spazio di opinionista. Ma il gusto per il confronto serrato delle diverse idee erano nel suo Dna
(9)Negli anni tra le due guerre un astronomo dilettante Bresciano, Giovanni Paneroni nato a Rudiano, percorreva la città e la provincia, con il suo carretto da gelataio, al grido: “la terra non gira o bestie!â€
(11)Può definirsi storico e il preludio di altri trattati sulle emissioni di gas serra quanto è accaduto a Pechino in questi giorni tra Obama e Xi Jinping
(3)Tre casi esemplari quelli che in nome della difesa dell’ambiente e del territorio hanno visto trionfare l’immobilismo e condannare la ricerca di fonti energetiche alternative e rinnovabili..
(55)Vanta titoli che non possiede, spaccia Master per Dottorati, è laureata in filosofia e non in fisica; è il duro attacco del giornale americano “New Yorker†alla passionaria indiana della lotta agli OGM. Dipinta come una ciarlatana non scientifica
(10)Su serie questioni di risparmi e di produzione di energie alternative, che non dovrebbero vedere fronti contrapposti, si innescano polemiche strumentali sull’uso disinvolto di due parole: biologico ed ecologico
(10)Entrambi i termini dovrebbero avere connotazioni negative, tanto da essere il più delle volte assimilati, ma Claudio Magris sul “Corriere della Sera†salva gli egoisti e condanna gli egocentrici
(20)Fare bene le cose senza pretendere l’ottimo e la perfezione è la morale di questo aforisma di Voltaire. Perché e’ impossibile vivere nel migliore dei mondi, si può solo “coltivare il nostro giardinoâ€
(9)«… Il 22 Giugno 1974, al settantottesimo minuto di una partita di calcio, sono diventato comunista…il risultato non contava, la questione di principio era battere quegli altri per dimostrare una volta per tutte chi fosse il più forte…»
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di Angela Grillo
ID36631 - 07/10/2013 12:59:37 - (vanpelt) - Le parole sono pietre
Certo che parlare di paleofrana, a proposito di Vajont, e scrivendone in Valle Sabbia ... mah!