18 Luglio 2021, 07.24
Blog - Maestro John

Fóbal, balù e balunsì

di Maestro John

Che goduria la vittoria dell’Italia! Manco Monica Bellucci mi avesse invitato a cena!


Quella del calcio è una passione che mi porto dietro da quando andavo all’oratorio.
Dopo il catechismo si correva a giocare. Quante corse, quante croste alle ginocchia, quante magliette sudate, quanta felicità!

È all’oratorio che ho avuto il massimo della mia celebrità, per aver inventato il gioco del “balunsì”.
Si usava un palloncino e le due strutture di metallo del basket facevano da porte, e lì con squadre di 3 elementi ho giocato ore e ore tutti i giorni, con la mia mamma che mi dava la merenda dentro un sacchetto giallo della polenta.

Giocavamo anche alle Medie (erano all’oratorio!), durante la ricreazione, usando un sasso. “Pasa, tira, lancia, cori, ciàpel, goal!
Se chiedete a qualcuno: chi era il re del “balunsì”? La risposta non può essere che una sola: “Èl John Comini, èl fiöl de chel dele scarpe.” All’imbrunire, mio papà mi chiamava dal terrazzino di casa Poletti, dove si recava dal Battista “scarpulì”. “Giovanni!” gridava con voce baritonale, e i miei amici: “John, te ciama el tò papà!” ed io mestamente dovevo lasciare gli amici.

Il mio grande amico Deni (che da poeta era immerso in libri ed insetti) un giorno apparve in Oratorio.
Scese in campo, tirò una gran pallonata al volo che si infilò in rete, poi scomparve, creando la leggenda di imbattibile goleador.
All’oratorio si cantava “C’era una squadretta piccolina in Canada, con tanti giocatori che facevano pietà, e tutte le ragazze che passavano di là, dicevano che schifo (nome della squadra da denigrare) in serie A!”

D’estate c’era il mitico torneo notturno, dove  si vinceva rabbiosamente o si perdeva drammaticamente.
L’altoparlante diffondeva la voce del caro Piero Tedoldi: “Sportivi gavardesi, è scoppiata la guerra, guerra alla sete al bar dell’oratorio! Aggrappati alla grappa De Luca!”
Dagli spogliatoi sentivi urlare frasi poco cristiane: “Bisogna ransai zó!
Assistevo agli incontri-scontri, alla luce dei fari e mangiando moscerini. Gli arbitri rischiavano la pelle, i giocatori entravano a gamba tesa mentre la statua della Madonnina piangeva lacrime amare. Vedevo mio fratello Dino arbitrare quelle gare micidiali, e una sera dopo una discussione s’è trovato l’orologio rotto.

Sono di fede juventina, così hanno voluto gli astri: la Juve vinse lo scudetto quando sono nato, 1952, quando mi sono sposato, 1977 e quando è nato mio figlio, 1981.
Forse è stato anche per mio fratello Dino, per la grande cassa di legno che teneva dietro la Lambretta per portare le scarpe al negozio di mio zio Fausto a Desenzano: c’era scritto W JUVE, tutto maiuscolo.
O forse facendo il chierichetto (cotta bianca su veste nera…) perché la Messa in latino iniziava con il prete che diceva: “Introibo ad altare Dei” e rispondevo “Ad Deum qui laetificat juventutem meam” (‘Mi accosterò all’altare di Dio, a Dio che rende lieta la mia giovinezza’).

Le partite andavo a vederle alle Acli. I miei mi davano i soldi per pagarmi il gelato, panna e cioccolato.
Fissavo la tele ed ero felice, con la mia camicia bianca al cioccolato. Assistevo alle partite della grande Inter, ed ero contento se l’Inter vinceva (ma guarda un po’…).  Ero innamorato di De Paoli, il mitico bomber delle rondinelle.
Quando è stato comprato dalla Juve, ho raggiunto il nirvana…

Quando andavo alle Magistrali, sul pullman per Brescia discutevo con l’amico Silvano Cavalleri, juventino doc. Il lunedì acquistavo il Giornale di Brescia e la Gazzetta, ritagliavo le foto e scrivevo sui quaderni i miei commenti sulle partite domenicali (a quei tempi si giocavano tutte nello stesso tempo: pare passato un millennio).
Quei quaderni li avevo messi in palio ad un torneo di palloncino: se ce ne fosse ancora qualcuno in giro darei una lauta mancia.

Facevo il tifo per il Gavardo e passavo le domeniche pomeriggio agitando il vessillo giallonero nel vecchio campo sportivo, dinanzi all’ospedale. Compravo il gelato dal Pieretto e sulle tribune mi sgolavo facendo il tifo per i gialloneri: “Gavardo! Gavardo! Gavardo!”
Non ho mai fischiato o insultato gli avversari, ma sugli spalti c’era una signora che dava ombrellate in testa ai malcapitati tifosi ospiti (altro che ultras!).

Memorabile il viaggio in corriera con gli altri tifosi a Bagnolo Mella, il 27 giugno del ‘68 o ’69.
Il Gavardo doveva vincere per forza, un pareggio sarebbe stato fatale. C’era un tifo incredibile, io mi ero portato un megafono per far sentire ancor di più il mio amore per i gialloneri. Allenatore era il mitico Leni (papà dell’amico Beppe).
È entrato in campo l’amico Sergio Baronchelli, da tutti chiamato “Sivorino” per i suoi dribbling ubriacanti. A tre minuti dal termine Podavini segnò il gol decisivo. Salvi! Tutti in campo per portare in trionfo i nostri eroi. Ci fu l’invasione degli spogliatoi, con atleti nudi che correvano abbracciati a ragazze elettrizzate.

Spesso mi recavo a vedere le partite nel nuovo stadio con l’amico Tano Mora, vicini a chi ascoltava alla radiolina “Tutto il calcio minuto per minuto”. “Quanto fa la Juve? E il Milan?” Quello con la radiolina rispondeva con l’aria di un saggio filosofo.

Quando andavo a morose
con la mia attuale moglie (milanista perché le piaceva Rivera), verso le 19 le dicevo che dovevo tornare a casa, perché i miei volevano che rincasassi presto. In realtà (ma questo gliel’ho detto dopo sposati…) correvo a casa a vedere un tempo di una partita in differita (mia zia diceva “difterite”).

Un giorno quelli dell’A. C. Gavardo hanno fatto un provino, io mi son fatto dare un paio di scarpe da ‘fóball’ da mia zia Giulia e con i miei mutandoni fantozziani mi sono recato al campo sportivo: sto ancora aspettando la convocazione!

Tra tifosi della stessa squadra
esiste un filo invisibile di fratellanza.
Noi juventini ci riconosciamo per strada o sulla Via Romana: Bortolo (baffuto marito di Ester Pomelli), Sandro Cavagnini, Vittorio Zanetti…

Dopo lo scudetto, stanno spuntando interisti da tutte le parti, che mi guardano con uno strano sorriso di commiserazione.
Come Alessandro Avanzi, uno dei pochi nipoti a non essere juventino. “Zio John, sai cosa ho trovato fra le cose vecchie del papà? La Coppa con le orecchie che avete vinto voi juventini molti anni fa!”
Pazienza, è giusto che una volta ogni 10 anni godiate anche voi! Tra l’altro, ho scoperto da poco che anche il cuore del grande Guccini batte per la Juve, in nome dell’antica passione per Platini.

Da bambino sognavo che giocava la Nazionale Italiana a San Siro: stava perdendo, io chiedevo di entrare, chissà come riuscivo a convincere l’allenatore, facevo un gol da metà campo e tutto il pubblico mi osannava…

Indimenticabili i mondiali del ’70 in Messico, con Italia-Germania 4-3, la partita del secolo vista alla tele in bianconero.
Ed il Mundial in Spagna nel 1982: l’amico Tone Lauro era volato per vedere gli azzurri. Lavoravo in negozio a Salò, abbiamo visto la partita contro il Brasile tra una scarpa e l’altra.
Dopo l’inaspettata vittoria (grazie a Pablito Rossi) sono corso a Gardone Riviera, dove avevo insegnato ed avevo conosciuto la brava maestra Milena Scolari (in classe avevo avuto i suoi figli Massimo e Silvia). Mi son fatto prestare dal marito, segretario comunale, una bandiera dell’Italia e col clacson a tutto spiano sono andato in giro con la macchina di mio fratello: “Italia tuu tuu, tuu! Italia tuu tuu, tuu!”

Ad ogni chilometro raccoglievo dietro di me le auto colme di tifosi impazziti. Ci dirigiamo verso Vobarno, poi il destino volle che imboccassi una strada stretta (forse un ricordo del catechismo: mai prendere la strada larga) e ci siamo ingolfati in una stradina che dava per Clibbio.
Al tramonto facemmo tutti retromarcia gridando un po’ meno convinti…

E come dimenticare le notti (quasi) magiche dei mondiali 1990? Quando l’Italia ha perso contro l’Argentina, ero in vacanza in Sardegna dai miei cognati Angelo e Margherita. Ho passato la sera a consolare il mio Andrea e mia nipote Barbara, che piangevano disperati nel lettone…ed io ero più disperato di loro!

E nel 2006 in Germania? Ero al mare a Cinquale, vicino a Forte dei Marmi, con Emi e gli amici Anna Martini, Antenore Taraborelli, Angioletta Ferretti e Luigi Savoldi. Al momento dei rigori contro la Francia non ce l’ho fatta e sono uscito a camminare insieme a Luigi: ascoltavo le urla nelle case ed interpretavo l’andamento dei rigori.

Quando l’Italia nel 2017 non è riuscita neppure a qualificarsi per i mondiali, tanti come me hanno messo il lutto.
Ma ora siamo tutti felici! Per qualche tempo spariscono le cose negative che stanno dietro al calcio: il giro di affari, il tifo a volte violento e razzista, gli stranieri strapagati anziché potenziare il vivaio. Che tristezza le infami accuse sui social ai calciatori che hanno sbagliato il rigore!
Avete notato il pubblico sugli spalti durante i rigori? Tutti pregano, tutti si fanno il segno della croce o guardano in cielo. Ma da che parte sta Dio?!

Vorrei ricordare che l’A.C. Gavardo lo scorso anno ha festeggiato il 95° anniversario (1925-2020).
Ennio Beltrami e Giovanni Goffi mi hanno informato che in questi giorni (fino al 25 luglio con le finali) presso l’Oratorio di Gavardo si sta giocando il Torneo dell’Amicizia.
È un’iniziativa che coinvolge una miriade di giocatori, dai “primi calci” (8-9 anni) ai pulcini (10-11), dagli esordienti (12-13) ai giovanissimi (14-15) fino agli juniores e seniores (dai 16 anni in su).

I premi fair play, alle squadre più corrette del torneo, sono dedicati a ricordo di Domenica Anelli (volontaria generosa sia come barista sia come cuoca in cucina ed ai campi scuola) e di don Andrea Persavalli, che nutriva una grande passione per lo sport e che nel 1947 fondò l’ U.S.O. (Unione Sportiva Oratorio).
Al torneo c’è un sacco di gente, il bar funziona a meraviglia e si possono creare nuove amicizie.

PS.- All’inizio ho scritto che per la vittoria azzurra ero più felice che essere invitato a cena da Monica Bellucci.
Mi correggo: mia moglie è brava a farmi la pasta aglio, olio e peperoncino, quindi per la cena sarei a posto….

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John

Nelle foto:
1)Le squadre “La Morena” e “42” 1^ e 2^ classificata al Torneo d’autunno dell’Oratorio di Gavardo
2)La formazione giallonera del ‘68/’69
3) La squadra gavardese con il Presidente Codurri (
grazie all’amico Beppe Leni)
4) La squadra femminile della IGOR, con Lucia Tebaldini, accosciata a destra, e la cara Bruna Abbaino, accosciata a sinistra (
grazie a Terry Goffi per la foto)


Commenti:
ID82632 - 18/07/2021 12:20:39 - (Geppo1950) - Grande !!!!

A Dio piacendo come dici ti, sei grande, nel cuore e nello spirito, e per grazia ricevuta .. sei bravo anche nei tuoi racconti,grazie e buona domenica

ID82633 - 19/07/2021 07:58:20 - (bernardofreddi) -

Ehi, Maestro, come mai tra i suoi ricordi bianconeri non figura il mitico derby del 1983?

Aggiungi commento:

Vedi anche
04/11/2018 11:36

L'apocalisse Come un bollettino di guerra. Una tragica ondata di maltempo ha flagellato l’Italia, con venti fortissimi e pioggia incessante, provocando un vero disastro

19/11/2017 09:40

Eravamo 4 amici al bar... ...a parlare di calcio italiano, mancate qualificazioni ai Mondiali e serate molto tristi

27/03/2022 09:00

Pillole antidepressive Mancava solo l’Italia fuori dal mondiale. Tra guerra, pandemia, costo dell’energia, mi aggrappo a qualche buona notizia. E per fortuna ce ne sono!

02/09/2018 10:26

Pensiero stupendo Così intitolava la Gazzetta dello sport quando c’era la possibilità che Ronaldo venisse a giocare in Italia. Poi è arrivato, per la gioia degli juventini e degli incassi di tutti gli stadi.

02/06/2019 10:03

Le lezione del maestro Salvatore L’ho incontrato poche volte, Salvatore Filotico. Ma in quel breve tempo ho apprezzato il suo essere maestro, la sua voglia di costruire rapporti solidali, la sua profonda cultura accompagnata ad una grande dose di umorismo




Altre da Maestro John
21/04/2024

Le stelle sono tante milioni di milioni

Il ricordo di Angio Zane e Prassede Gnecchi, il “Ponte di libri” in Fiera, “L’avaro” replica a Vestone, la nascita di una bambina, tre addii e vari eventi

14/04/2024

Vota Antonio!

I 95 anni di Antonio Abastanotti, la manifestazione a difesa del Chiese, sei compleanni, addio a don Dino Rivetta e vari eventi

08/04/2024

Ciao, Paolo!

Ci ha lasciati il prof. Paolo Canipari, a lungo insegnante al “Battisti” di Salò e da sempre impegnato nei circoli Anpi e Arci di Salò

07/04/2024

Quando si parlava solo in dialetto

Il dialetto di ieri, “90 pagine più o meno”, Cèco Masulì e le campane salvate, sabato a Brescia per il Chiese, tre compleanni, un ricordo, un addio e vari eventi

31/03/2024

Amore, oratorio e spiedo

Il 60° di nozze di Mariangela e Isaia, il 50° di sacerdozio di don Flavio e don Angelo, un libro di storie gavardesi e un audiolibro, otto compleanni, Pasqua e vari eventi

24/03/2024

Fioretti

La Quaresima e i fioretti, il problema del perdono, due truffe diffuse, la Via Crucis in Monticello, Orsolina Avanzi e Cecilia Zane, una poesia, tre compleanni e vari eventi.

17/03/2024

Padri, canestri e dischi

Auguri ai papà, il Basket Gavardo, Gian Giustacchini e gli “Overbridge”, auguri a don Luca Galvani, altri cinque compleanni, due addii e vari eventi

10/03/2024

Scintille

Gli 80 di don Eugenio ed i 31 di don Luca, “L’avaro” a Vestone, il rogo della “vècia”, Cèco ricorda, Nick Blaze a Montichiari, altri 4 compleanni e vari eventi.

03/03/2024

Nel cuore, nell'anima

Il 50° di Bruna e Nello, per Ezio e per Flavio, l’Avis Gavardo, Antenore a Bagolino, il coro La Faita, Vestone in rosa, La casa sull’acqua, Cèco ricorda, 4 compleanni, un addio e vari eventi

25/02/2024

La forza della vita

Le tante persone che non si rassegnano, i volontari AVG, la RSA La Memoria, un progetto in Bangladesh, le suore in Brasile, due poesie, un compleanno e vari eventi