20 Febbraio 2011, 09.00

Casalinghitudine

di Itu

Scegliere di stare a disposizione della famiglia non č un ripiego, a volte č l'unica risorsa da giocare.

 
Casalinghitudine. Un po’ casa, un po’ solitudine, un po’ abitudine: un termine innocuo che fa paura perché ha a che fare con le cose che non hanno valore, con donne un po’ sciatte che non hanno avuto tempo di vendersi nel mercato del lavoro fuori e che si sono perse tra panni sporchi, verdure da lavare e mal di pancia di piccoli mocciosi.
 
Donne che si alzano alle sei del mattino per preparare le colazioni, che guardano sparire la luce di Venere e si mettono a disposizione.
Tanto hanno tanto tempo: tempo di portare i figli a scuola, tempo di lavare le tazze sporche, di guardare in frigo quali avanzi usare per una pasta fantasiosa per il pranzo, di partire per la valle in cerca di un supermercato, fare una valanga di spesa da trascinare fino a casa, di portare la legna dalla legnaia a fuori la porta, di stirare e ordinare nei cassetti, di prenotare le visite dal medico e programmare un pomeriggio in coda per l’influenza del momento, di ritirare i figli per il pranzo che miracolosamente è pronto in tavola per la solita ora e con l’apparecchiatura annessa, di rigovernare e stravaccarsi dieci minuti contati sulla poltrona con i figli che urlano al telefono i loro appuntamenti pomeridiani.
 
Poi di mettersi a disposizione perché alcune pulizie sono indispensabili tutti i giorni ed intanto pensi a cosa preparare per cena, alle preoccupazioni dei figli, agli appuntamenti con lo sport, con la scuola.
Che strano la sera sentirsi stanche.
Eppure anche le donne che lavorano fuori casa tutti i giorni lavorano altrettanto perché non mi risulta che ci siano folletti magici che le sostituiscano.
 
Mi piacerebbe pensare che le donne che si sono incontrate nelle piazze domenica scorsa si siano strette le mani senza domandarsi quali diplomi e lauree le hanno portate lì, che smettessero di giudicarsi scarse in tutto perché in verità è nelle loro mani il futuro.
Perché avere in casa la spesa nel frigo non vale niente se qualcuno non la cucina, se i figli nascono e nessuno se ne cura, se nel cassetto non si trovano le mutande pulite.
In tempi di crisi forse è meglio che ripensiamo un po’ tutti ai nostri valori.
 


Commenti:
ID7195 - 21/02/2011 20:55:59 - (Giacomino) - Le cose stanno esattamente

come dice l'articolista, riconosciamolo una volta per tutte.

ID7257 - 24/02/2011 11:56:00 - (Sony) -

mai come in questo caso ......parole sante!!! Forse ancora pochi se ne rendono conto ...la casa è un vero e proprio lavoro, non un passatempo!

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