22 Dicembre 2016, 14.40
Stagioni

«Il cielo notturno sopra di noi...» e i suoi nemici

di Valerio Corradi

I giorni che stiamo vivendo sono i più brevi dell’anno. Essi ci “costringono” a relazionarci con l’oscurità e con un cielo notturno che troppo spesso dimentichiamo di contemplare. Forse pochi sanno che il cielo notturno è considerato un Patrimonio dell’umanità. Cosa lo minaccia?


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Nel 1992, il cielo notturno è stato dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità e lo stesso Parlamento italiano nel 2003 ha approvato una risoluzione che impegna il governo ad agire, in ogni sede internazionale, affinché il cielo notturno venga dichiarato e considerato un bene ambientale da tutelare.

La principale minaccia del cielo notturno è l’inquinamento luminoso. La propagazione nell’ambiente della luce proveniente da sorgenti artificiali costituisce una questione non secondaria, soprattutto nelle zone urbanizzate, perché in grado di generare effetti negativi sulla qualità dell’ambiente e sulla vita dell’uomo.

Molti studi sottolineano che le alterazioni indotte da un eccesso di luminosità dell’ambiente nelle ore notturne portano a diversi effetti negativi, ad esempio sulla flora (come la riduzione della fotosintesi clorofilliana, squilibri ai processi fotosintetici delle piante e al fotoperiodismo), sulla fauna (disorientamento delle specie migratorie, alterazioni delle abitudini di vita e di caccia degli animali, disturbi alla riproduzione e alterazioni dei ritmi circadiani), sull’uomo (alterazioni della vista, alterazioni dei ritmi circadiani e possibili alterazioni della produzione di melatonina).

Quindi, l’aumento della luminosità del cielo notturno ha effetti negativi quali l’alterazione del ciclo naturale con conseguenze su specie animali e vegetali. Sull’uomo le conseguenze sono di tipo fisiologico e psichico: troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo può provocare vari disturbi (es. minore produzione di melatonina, ormone per la difesa immunitaria) in persone che lavorano la notte con forte illuminazione artificiale.

Il fatto che l’inquinamento luminoso sia generalmente prodotto dall’illuminazione stradale, dalle insegne dei negozi, dall’illuminazione di monumenti o edifici e da impianti industriali rende necessario inserire nelle pratiche di risparmio energetico sistemi intelligenti di riduzione dei flussi luminosi che riducano la dispersione verso l’alto della luce e siano regolati sulle reali necessità dei beneficiari.

Concludendo, in certi contesti che fanno della luminosità fine a sé stessa il proprio vanto, non rimane che augurarci “di vivere almeno un blackout in una notte limpida” (Mario Rigoni Stern).



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