13 Aprile 2011, 07.55
Energia

«Non si sa come, ma funziona»

di Riccardo Corradini

Almeno così sembra. Due ricercatori bolognesi avrebbero trovato il modo di generare energia attraverso una reazione nucleare a temperatura ambiente.

Negli ultimi tempi si è dibattuto molto su questo giornale in merito alla produzione di energia ed in particolare alle implicazioni derivate dall’insistere con il nucleare di fissione, i recenti avvenimenti in Giappone (siamo già ad una gravità di livello 7) ne sono una testimonianza.
 
Mentre in Italia si discute sulla opportunità o meno di intraprendere la strada delle centrali all’uranio di terza generazione, la Cina punta su un nuovo tipo di centrali al torio (amplificazione nucleare), ideate da Carlo Rubbia (nobel italiano per la fisica).
In pratica si tratta di acceleratori, reattori non critici che non provocano reazioni a catena e sono anche chiamati reattori nucleari autofertilizzanti termici.
 
I vantaggi di questa tecnologia sono notevoli:
- produce un millesimo delle scorie,
- non può produrre materiale per le armi nucleari (plutonio),
- produce 200 volte più energia a parità di materiale fissile,
- è molto più sicura,
- il torio utilizzato è dieci volte più abbondante dell’uranio,
- le scorie hanno una vita media di 20 o 30 anni.
 
Le centrali all’uranio invece:
- producono scorie con una vita media di centinaia di migliaia di anni,
- utilizzano l’uranio che si sta esaurendo come il petrolio e i prezzi subiranno un’impennata,
- sono di gran lunga molto meno sicure delle centrali al torio,
- i costi sono elevati, perché vanno aggiunti quelli di smantellamento.
 
Con questi presupposti dovremmo chiederci perché il governo, se proprio vuole il nucleare, non punta sulle centrali al torio, che tra l’altro sono il frutto dell’ingegno italiano?
Risposta difficile, potremmo dire che, al di là, degli interessi in gioco, scontiamo un’ignoranza complessiva di tutta la classe politica italiana (nel senso di ignorare con la doppia accezione del termine) e un appiattimento sulle tecnologie più comuni anche se obsolescenti.
Non dimentichiamo che Rubbia sta studiando diverse vie per l’utilizzo di energie rinnovabili, le famose “tre idee†che stanno circolando sulla stampa in questi giorni e che non riporto per ragioni di spazio, ma anche per queste, pur interessanti e innovative, vale il discorso fatto in precedenza. 
 
Ma a me interessava aggiungere ulteriore linfa al dibattito, fornendo quelle informazioni, per me importanti, che vanno nella direzione a cui spesso ho accennato nei miei commenti, cioè la possibilità di impiegare la Forza Nucleare Debole per i nostri scopi energetici.
A questo proposito riporto di seguito un condensato di alcuni articoli, apparsi su “Punto Informaticoâ€, dove viene riportata la notizia di un’applicazione concreta della Fusione Fredda, che della Forza Nucleare Debole è una delle manifestazioni, forse la più accessibile, per un nuovo avvenire energetico.
 
Negli articoli si parla diffusamente dell’iniziativa di due fisici emiliani (Sergio Focardi e Andrea Rossi), i quali sostengono di aver concretizzato uno dei sogni più sfuggenti di questo tipo di ricerca, la realizzazione di un reattore a fusione.
 
Ecco cosa viene scritto:
- Sta facendo molto discutere la recente "impresa" di Sergio Focardi e Andrea Rossi, ricercatori dell'Università di Bologna che sostengono di aver sviluppato un nuovo reattore nucleare "portatile" in grado di generare energia attraverso un processo di fusione a temperatura ambiente.
Recentemente il reattore, denominato E-cat  è stato presentato a un piccolo gruppo di spettatori e giornalisti, anche se permane un diffuso scetticismo per via della mancanza di spiegazioni teoriche sul principio di funzionamento della tecnologia.
In molti hanno provato a "ingabbiare" il processo chimico-fisico che si verifica al centro delle stelle, tutti hanno sin qui fallito, o per lo meno non sono riusciti a passare l'indispensabile test del "peer review" (la valutazione di studi e ricerche da parte di scienziati terzi e pubblicazioni specializzate).
I due bolognesi hanno dato origine al "blog di esperimenti nucleari" Journal of Nuclear Physics e in seguito hanno invitato stampa e colleghi a presenziare alla prima dimostrazione pratica della loro tecnologia.
 
Il reattore di Focardi e Rossi fonde atomi di nichel e idrogeno generando rame e liberando grosse quantità di energia: l'energia necessaria per la sua accensione è di 1.000W, ma scende a 400W dopo pochi minuti ed è utile a produrre 12.400W con un guadagno energetico almeno 30 volte superiore alla potenza in entrata. I ricercatori stimano il costo di produzione elettrica inferiore al centesimo per kilowattora, molto meno di quanto necessario agli impianti a carbone o gas naturale.
Per Focardi e Rossi il reattore funziona e l'avvenuta fusione sarebbe confermata dalla produzione di rame e dal rilascio di energia corrispondente.
 
Giuseppe Levi, scienziato dell'Istituto Nazionale di Fisica che ha collaborato all'organizzazione della conferenza stampa, confermando la produzione di 12KW, ha pianificato la redazione di un rapporto con le sue considerazioni sul reattore bolognese.
I due fisici emiliani ammettono di non essere in grado di spiegare il perché, cioè il principio teorico su cui si basa la loro tecnologia, ma promettono di passare dalla fase di sperimentazione a quella della produzione di massa del reattore nel giro di pochi mesi.
“Il nostro giudice sarà il mercatoâ€, dicono Focardi e Rossi, “e il mercato giudicherà la validità del nostro lavoro spazzando via congetture, ipotesi e criticismoâ€.
 
Ma una novità è comunque emersa, due studiosi svedesi (Hanno Essén, professore associato di fisica teorica e conferenziere presso lo Swedish Royal Institute of Technology, e Sven Kullander professore emerito - oltreché presidente del Comitato energetico della Regia Accademia Svedese delle Scienze - presso la Uppsala University) che hanno fatto parte del ristretto gruppo di spettatori, testimoni e "tester" della dimostrazione tecnica organizzata a Bologna, nel rapporto seguito al loro "giro di prova", hanno ammesso: "È da escludere qualsiasi processo chimico per la produzione di 25 kWh da qualunque cosa sia presente nel contenitore di 50 centimetri cubi.
 
L'unica spiegazione alternativa è che ci sia un qualche tipo di processo nucleare che da origine alla produzione di energia misurata".
Infatti, gli atomi di idrogeno eccitati dal processo elettrolitico messo in moto con l'alimentazione tramite corrente elettrica, entrano in contatto con quelli di nichel, fondendosi con essi e producendo in conseguenza energia termica assieme allo "scarto" di rame.
Il credito che il fisico teorico Hanno Essén apre nei confronti del lavoro della coppia Rossi-Focardi è particolarmente importante, visto che proprio la difficoltà nel descrivere in via teorica il processo di fusione nichel-idrogeno ha trasformato, fino a questo momento, i due ricercatori italiani in veri e propri "eretici" all'interno della comunica scientifica internazionale.
 
Ora, mentre Focardi abbozza una descrizione del processo di fusione che continua a non spiegare la fase cruciale dell'unione tra atomi di nichel e idrogeno, Essén e Kullander avanzano l'ipotesi di nuovi studi e partnership con l'Università di Bologna per risolvere l'arcano: la teoria abbozzata dai ricercatori svedesi sostiene che all'interno del misterioso catalizzatore energetico italiano si nasconda una commistione di fisica atomica, molecolare, nucleare e dei plasmi. Nulla, per quanto complesso, che non possa essere spiegato con le attuali leggi matematiche.
La mancanza di informazioni precise sulla struttura interna del reattore E-cat, ad ogni modo, al momento resta l'ostacolo principale a una più ampia dissertazione sulle qualità della scoperta (se tale la si considera). Rossi ha promesso maggiori informazioni quando le sue partnership commerciali, avviate in Grecia, avranno raggiunto uno stadio di maturazione definitivo.-
 
Questo è quanto allo stato attuale, la mia personale opinione è che i due ricercatori evitino informazioni più circostanziate, per non farsi scippare il brevetto da altri già prossimi ad un risultato, rimandando il tutto a quando il prodotto sarà industrializzato, chiaramente si stanno prendendo un grosso rischio, perché parte della comunità scientifica ufficiale è sicuramente pronta a sbeffeggiarli.
Mi conforta il fatto che alcuni imprenditori, lungimiranti, siano disposti a sobbarcarsi gli oneri (spero anche gli onori) di questa novità.
 
Riccardo Corradini
 


Commenti:
ID8489 - 13/04/2011 09:31:00 - (Samuel) - Wow...

Bhe, già in passato alcuni fisici e scienziati hanno proclamato al mondo la loro scoperta sulla "fusione a freddo", ma poi sono stati puntualmente smentiti.Spero sia la volta buona, considerando la rendita dell'oggetto in discussione, e soprattutto le "scorie". In tal caso oserei dire che non sussite il problema dello smaltimento....Sono però curioso di sapere quanto potrebbe costare una simile apparecchiatura, e quanto potrebbero costarci le materie prime per farla "reagire". In quanto alla spiegazione teorica: "La teoria è quando si sa tutto ma non funziona niente. La pratica è quando funziona tutto ma non si sa il perché. In ogni caso si finisce sempre con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perché." (cit. wikipedia la attribuisce ad Einstein, dal mio punto di vista è autoesplicativa, ed è una frase molto comune dalle mie parti alla facoltà di ingegneria :-) )

ID8491 - 13/04/2011 09:39:00 - (enzino.b) - il torio...

Resto sempre arciconvinto che per soddisfare il nostro fabbisogno energetico bisogna investire sulle energie rinnovabili (io stesso da qualche mese ho installato un piccolo impianto fotovoltaico sul mio tetto). Sarebbe un metodo oltretutto democratico perchè sole vento e geotermia sono presenti, più o meno, in tutto il globo terrestre. Una piccola apertura per il nucleare al torio (in attesa del nucleare di fusione) si potrebbe forse, e sottolineo forse, anche fare sopratutto perchè meno pericolosa e più democratica. Il torio è presente in varie parti del mondo e, udite udite, anche in Italia. In attesa di scienziati seri (alla Rubbia per intenderci) che ci spieghino i rischi delle centrali al torio, si dovrebbero investire risorse in ricerca per le rinnovabili. Con buona pace di quei governi che vogliono tenerci sotto scacco con i combustibili fossili e con il nucleare.

ID8507 - 13/04/2011 14:02:32 - (valdo) -

Sono convinto come lo sei tu che la ricerca sulle energie nucleari debba essere alla base della ricerca scientifica. Tutti gli elementi che hanno numero atomico maggiore del ferro, possono produrre energia per fissione, quelli inferiori per fusione, sia fredda o calda non ha importanza. Sara' la miglior tecnologia a minor costo che vincera'. la tecnologia dell'uranio e' nata per scopo bellico e gli effetti collaterali non erano un difetto. Il cercare soluzioni nel campo dell'uranio e' pertanto antistorico e antiscientifico. L'errore e' insito nella natura umana, questo lo ha capito da tempo il nostro premio nobel Carlo Rubbia, costretto ad emigrare e portare le sue invenzioni all'estero. Tu che oltre ad essere attento osservatore e conoscitore dei fenomeni fisici sei anche uno che ti occupi di politica e sei intellettualmente onesto, perche' in un tuo intervento non racconti chi caccia i cervelli all'estero? Forse pensi non ci sia responsabilita' politica se a fronte di

ID8508 - 13/04/2011 14:04:37 - (valdo) -

25000 Tunisini che entrano in Italia ci sono 70000 italiani che emigrano?

ID8511 - 13/04/2011 14:58:02 - (GGA) - MI ASSOCIO SAMUEL WOWOWOOWOWOWOWOW

LA CONOSCIENZA DELLA SCIENZA, INVESTIRE NELLA RICERCA. QUESTA E' LA STRADA...............COMPLIMENTI VIVISSIMI, CONGRATULAZIONI.

ID8516 - 13/04/2011 17:30:36 - (Ricard53) - Per Valdo.

Bella domanda! Dico subito che sta alla politica prendere delle decisioni, pertanto è anche responsabilità della politica tutto ciò che accade di conseguenza. In particolare il problema della "fuga dei cervelli" è abbastanza antico e mai veramente risolto, men che meno dai timidi tentativi posti in atto nel tempo per contenere l'esodo. Credo, comunque, che esista una prassi generalizzata che tende sempre a sottovalutare la Ricerca, preferendo ruoli e attività produttive. Ti faccio alcuni esempi: l'azienda per cui lavoro, anni fa e con altro nome e altri titolari, aveva un centro di Ricerca e Sviluppo, utile a tutto il gruppo; prova a immaginare cosa è successo ai primi sintomi di una crisi aziendale? Settore chiuso, punto e a capo. Allora spesso si parla della ricerca come del vestito buono per la festa, qualcosa da mostrare, ma poi si torna al lavoro tutti in tuta. Questa è la mentalità dominante, a parte le belle parole.

ID8517 - 13/04/2011 17:49:44 - (Ricard53) - continua.

Non sfuggono a questo nemmeno le aziende che hanno fatto della Ricerca il loro cavallo di battaglia, è di questi giorni che Nokia, in seguito all'accordo con Microsoft per l'utilizzo di Windows Phone 7, ha deciso di ridurre di oltre un terzo la propria divisione di Ricerca e sviluppo. Tutto il mondo è paese e naturalmente la politica non sfugge da queste considerazioni. Mi dirai che in altri paesi ci sono sensibilità governative o complessive migliori nei confronti della Ricerca e su questo posso essere d'accordo, ma in definitiva c'è sempre una sorta di perplessità, quasi di insofferenza, come se la cosa non riguardasse veramente l'evoluzione umana. Ci vuole più consapevolezza e meno snobismo soprattutto nei confronti della Ricerca Pura (ho messo le maiuscole per una scelta precisa).

ID8518 - 13/04/2011 18:01:33 - (valdo) - x Ricard53. Grazie della risposta.

Condivido la tua risposta per quanto riguarda il generale, ma volevo un cenno per quanto riguarda il caso Rubbia.Si puo' sempre andare su Wikipedia e cliccare Carlo Rubbia, si scoprira' che e' stato scacciato dall'ENEA dal ministro dell'acquisto della casa a sua insaputa ( Scajola) e criticato per le sue competenze da un elettricista finto ingegnere che ne ha preso il posto.

ID8539 - 14/04/2011 10:20:00 - (Ricard53) - A proposito di Rubbia.

Personalmente stimo moltissimo Carlo Rubbia, l'ostracismo nei suoi confronti è deleterio e, a mio avviso, inammissibile. Il ministro da te citato, fortunatamente adesso è stato messo ai margini, ma di lui ci ricordiamo la pessima gestione dell'ordine pubblico nel G8 di Genova del luglio 2001 e come tu accennavi le azioni punitive nei confronti dell'Enea, di cui Rubbia fu il principale capro espiatorio. Ora quell'ex ministro non gode di buona fama nemmeno all'interno del suo partito, anzi non sanno come disfarsene, mentre di Carlo Rubbia possiamo solo parlare di una sua accresciuta fama internazionale e del credito che gode presso colossi esteri come Cina e India, i quali hanno intrapreso la strada delle centrali al torio. Allora possiamo dire che c'è una nemesi che compensa ragioni e torti. Resta sul tappeto il problema generale di una classe politica italiana complessivamente inadeguata ad affrontare i temi della scienza.

ID8773 - 20/04/2011 08:30:26 - (Dru) - incrociamo le dita

Speriamo bene, sarebbe un salto nel futuro e una conferma di quanto già Archimede disse : datemi un punto d'appoggio e vi solleverò il mondo.Ecco cosa potrebbe esserici alla base di questi fenomeni, una leva, una semplice stupida leva. A parte la provocazione non del tutto strampalata, mi piacerebbe che vi fosse un monitoraggio su questa esperienza da parte sua e che tenesse informati i curiosi valsabbini, io lo sono.

ID8775 - 20/04/2011 09:44:05 - (Ricard53) - Non mancherò Dru.

Forse ho capito male la tua ultima frase e magari non ti riferivi al sottoscritto, ma com'è che sei passato dal "tu" al "lei"? Evitiamo questi formalismi, almeno tra di noi.

ID8781 - 20/04/2011 13:15:02 - (Dru) - scusami ma è un mio difetto

abituato dal lavoro a dare del lei, non mancherò di usare l'anglosassone tu. Almeno spero. Si dicevo a te per i ragguagli. Spero di sentire buone nuove sull'esperimento riuscito.

ID9162 - 30/04/2011 15:33:00 - (ifftb) - ifftb

Ho sentito parlare per la prima volta di Rossi e Focardi nel marzo dello scorso anno, grazie al forum "EnergeticAmbiente" che da anni frequento. Da allora ho sempre seguito la vicenda, che non ha evidenziato grandi novità fino al 14 gennaio di quest'anno, data della prima demo di Bologna. Quella presentazione è stata solo l'inizio di un'avventura, che prosegue ed evolve giorno dopo giorno, estremamente entusiasmante (almeno per me). Perchè possiate farvene un'idea, inserisco alcuni link a discussioni, che ne richiamano comunque tante altre. http://22passi.blogspot.com/2011/01/bologna-14012010-la-fusione-fredda.html (Primo di tanti post di Daniele Passerini, persona che può disporre di notizie di primissima mano) http://www.journal-of-nuclear-physics.com/?p=360

ID9164 - 30/04/2011 15:42:00 - (ifftb) - precisazioni

E' la prima volta che inserisco un commento e mi rendo conto, pur non capendone il perchè, che ne è uscito un mezzo macello (lettere sparite... strane spaziature), ma non importa. Mancano invece 2 link http://www.energeticambiente.it/l-e-n-r-trasmutazioni-bassa-energia/14727026-apparato-focardi-rossi-19.html http://www.queryonline.it/2011/04/15/reattore-e-cat-la-posizione-del-cicap/#comments

ID9271 - 03/05/2011 18:35:55 - (Ricard53) - Ottimo ifftb.

Seguo l'affaire "fusione Fredda" dal famoso annuncio del 1989 e ho sempre sperato in una evoluzione positiva, Focardi e Rossi sono tra i più avanti (ma chi non si ricorda Emilio Del Giudice o Fulvio Frisone), molti sono i ricercatori in procinto di raggiungere risultati concreti. Cito il prof. Arata che fece una dimostrazione circa tre anni fa in cui fu generato dell'elio4, vedremo gli sviluppi, il futuro sembra che porti imminenti sconvolgimenti.

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