Idrogeno dal Chiese

È stato il primo impianto idroelettrico della provincia di Brescia, il secondo solo se si considera quello costruito in città qualche anno prima.
Fin dal 1894 sfrutta la caduta dell’acqua prelevata dal Chiese con un canale lungo 850 metri.
Come tante altre centrali “minori” della nostra provincia, gestite a lungo alla Seb (Società Elettrica Bresciana), era stato dismesso la derivazione utilizzata solo per il funzionamento di un mulino e gli storici macchinari per la produzione di elettricità sono conservati nel museo della Tecnica di Milano.

Stiamo parlando della centrale idroelettrica di “Canova”, a Muscoline, riattivata negli anni Novanta del secolo scorso dal Consorzio Elettrico Medeghini e rientrata in funzione nel 2015.
Ora è per il 99,9% del Comune di Muscoline e per resto in quota alla Comunità montana.

Dal passato energetico più remoto a quello futuro il passo è breve: la “Canova” infatti, si è candidata per fornire energia ad un impianto di elettrolizzazione per la produzione di idrogeno, che presto potrebbe diventare carburante per muovere alcune auto pubbliche e bus cittadini.

Un progetto che vale 6 milioni e mezzo di euro, depositato alla fine dello scorso mese di novembre, che sta partecipando ad un bando europeo (69% a fondo perduto), che verrà esaminato in Commissione ad aprile.

«Da tempo stiamo cercando di risollevare le sorti della nostra centrale che ha passato momenti difficili. L’occasione è nata poco più di un anno e mezzo fa da un incontro con alcuni amici ed in particolare col presidente del Cluster lombardo della Mobilità Saverio Gaboardi» ci ha detto Albino Zabbialini, che da una decina d’anni è presidente del Consorzio che si occupa della centrale.

«La strada intrapresa è stata quella di uscire dal Gestore dei Servizi Energetici (Gse) per mettere i nostri megawatt al servizio di progetti innovativi» aggiunge Zabbialini, che di mestiere ha sempre fatto il commercialista ed esercita nello studio associato Zabbialini Bonori di Muscoline, ma considera quella di «far quadrare i conti una passione».

Il progetto, chiamato “LIFE-SHINE-Sustainable Hydrogen In New mobility ad Energy management (ovvero l’idrogeno sostenibile nella nuova mobilità e nella gestione dell’energia), prevede che un milione di kWh/anno dei 2 milioni e 700 mila che è la produzione media della centrale di Muscoline vengano utilizzati, come abbiamo detto, per un elettrolizzatore che verrà costruito dalla Sol Spa su un’area che è già stata individuata in ambito cittadino dalla Ferlina Srl.
Fanno parte dell’iniziativa, coordinati dal Cluster Lombardo, anche l’Università di Brescia e Brescia Trasporti.

Ma la voglia di futuro della vecchia centrale e del Consorzio non finisce qui: «In un futuro prossimo potemmo fornire elettricità per cinquecento famiglie di Muscoline e stiamo accarezzando l’idea di avviare in collaborazione con tutti gli enti interessati uno studio di fattibilità per la realizzazione della metropolitana di superficie o in alternativa, di una bus-via elettrica o a biogas che colleghi Brescia con Salò e tutta la Vallesabbia, fino ad Idro, sull’esempio di quello che si sta facendo sulla tratta Bergamo-Dalmine».

Per l’energia elettrica ci sarebbero gli altri kW della “Canova”; quanto al biogas il Consorzio Medeghini sta già pensando a come recuperare in chiave altamente tecnologica vecchi progetti di produzione che nella Bassa utilizzano con poco successo reflui suini o lettiere per polli.

.in foto: la Canova in una foto di qualche anno fa; un impianto per la produzone di idrogeno.