28 Ottobre 2023, 09.48
Lettere al direttore

L'etica della guerra

di Encio

Cosa è indispensabile per fare la guerra? La maggioranza delle persone risponde spontaneamente: le armi! Invece no, occorre avere un nemico


La cosa, di questi tempi, non sembra essere particolarmente difficile, nemici se ne trovano a bizzeffe e se non ci sono basta inventarli. Ma, se bastasse avere nemici per fare la guerra tutto il mondo sarebbe in una guerra perpetua, occorre una scusa, una provocazione, un fatto eclatante che la scateni, e se non c'è lo si procura ad arte.

Succede allora che non si parli nemmeno di guerra così come la intende la maggioranza delle persone, ma di "operazione speciale" (Ucraina), "operazione di polizia internazionale" (Iraq), o di "distruggere un'organizzazione terroristica" (Striscia di Gaza).

Sembra che sia venuta a mancare una certa etica della guerra, quella di esercito contro esercito, quella che ci rammenta quando Mussolini, in Piazza Venezia, gongolandosi e guardando dritto negli occhi migliaia di italiani, diceva: "La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di ….". Altri tempi? Non proprio.

Di colpo di mano ce n'era già stato uno poco prima, quando l'amico Hitler prima di invadere il Corridoio di Danzica aveva fatto entrare una sua corazzata nel porto della città, ufficialmente per ragioni di rappresentanza, per poi mettersi a bombardarla all'ora zero.

Mentre sto scrivendo, apprendo la notizia dell'intensificarsi dell'azione bellica dell'esercito israeliano sui territori della Striscia di Gaza a nord e a est: Al Jazeera dice che sono impegnati un centinaio di aerei, tre navi da guerra che stanno bombardando la costa e un numero imprecisato di mezzi corazzati.

Pare essere l'inizio della paventata invasione destinata a cancellare Hamas dalla faccia della terra.
Finora, a causa dei bombardamenti, sono già morte 7.200 persone tra cui più di 1.500 bambini, la stragrande maggioranza dunque vittime civili. Occorre ricordare che la Striscia di Gaza è un territorio circondato su due lati da Israele, mare sul terzo e l'Egitto sull'ultimo, dove si trova il valico di Rafah, attraverso il quale gli aiuti umanitari sono bloccati.

Il blocco, per volere di Israele, impedisce rifornimenti di carburante che potrebbero, secondo gli israeliani, favorire i terroristi, ma impedisce anche di alimentare i generatori degli ospedali (l'energia elettrica dipende completamente da Israele che la toglie quando vuole!), e per volere dell'Egitto, impedisce l'esodo dei numerosi rifugiati che tale nazionale si troverebbe a gestire nei campi profughi. Insomma, una vera e propria trappola da "edizione straordinaria del TG", e invece nulla!

L'ONU non ne cava un ragno dal buco, perché Israele è sotto l'ala protettrice USA, e l'Unione Europea litiga se dire "corridoio di pace" o "corridoi di pace", al plurale, perché la cosa sembra avere significati diversi!

Ora, pur dando tutto il peso che merita all'attacco terroristico di Hamas che ha dato fuoco alle polveri, non vi è chi non veda la sproporzione tra i fatti e, invece, si continua a perorare il diritto di Israele di "difendersi". Ma quale sarebbe questo concetto di difesa? Difendersi vuol dire bombardare indiscriminatamente la popolazione civile? Sappiamo che Israele ha un sistema antimissile tra i più efficienti al mondo, fornito dagli Stati Uniti, tale che più del 95 per cento dei razzi lanciati da Hamas vengono intercettati, ha un esercito altamente organizzato dotato della migliore tecnologia militare e ogni colpo che assesta da rampa missilistica, cannone, carrarmato o nave da cui parta è un colpo che raggiunge il bersaglio, ma di che guerra stiamo parlando?

Questo è un bombardamento indiscriminato di civili, un macello di persone!
Stupisce anche che l'informazione giornalistica, così prodiga di particolari pietosi sulla guerra in Ucraina, non dica nulla. Stupisce che solo alcune Organizzazioni umanitarie, Sindacati, e Partiti (quelli dell'opposizione, e non tutti) siano scesi in piazza per la pace stasera.

Tutti ci dichiariamo pacifisti e questa pace la vorremmo davvero, ma continuiamo ad eleggere governanti che non sanno (ergo: non vogliono) praticare nemmeno l'etica della guerra.



Commenti:
ID83253 - 29/10/2023 09:41:12 - (fp300958) - Considerazioni ....

E' un conflitto profondo, con molte sfaccettature, e la sua risoluzione rimane uno dei problemi più difficili da affrontare a livello internazionale. Gli sforzi di mediazione e negoziazione per trovare una soluzione giusta e duratura continueranno a essere sfidanti e complessi.

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