05 Giugno 2022, 10.14
Eco del Perlasca

Tra ieri e oggi il ponte del ricordo

di Claudia, Sara, Martina, Giselle

“L’umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all’umanità”. John Fitzgerald Kennedy


Ci sono state delle incomprensioni tra il presidente Zelensky e lo stato di Israele:
Il presidente Zelensky ha più volte paragonato l’invasione e i bombardamenti sulle città da parte del Cremlino al Genocidio della Seconda Guerra Mondiale, dicendo addirittura che “la Russia parla di soluzione finale”.

Appellandosi a Israele per chiedere l’invio di armi, il presidente ucraino ha fatto riferimento alla Shoah, ricordando che la sua nazione aveva deciso di aiutare gli ebrei, mentre ora loro non stanno facendo nulla, cosa peraltro non vera, dato che i vertici del governo di Gerusalemme stanno cercando di mediare.
Il ministro delle comunicazioni israeliano Yoaz Hendel si è espresso così a tal proposito: “La guerra è tremenda ma il paragone con gli orrori della Shoah e la soluzione finale è oltraggioso”.

Quello della Seconda Guerra Mondiale è stato un massacro che ha coinvolto più di 6 milioni di persone, quello a cui stiamo assistendo oggi è qualcosa di ben diverso.
Questo non significa che ciò che stia accadendo sia giusto, anzi, ma il fatto che Putin abbia giustificato l’invasione di un paese con la sua “denazificazione” non mette in comunicazione due fatti storici differenti.

Riflettendo su ciò che è stata realmente la Shoah, il 27 gennaio scorso, in cinque (Claudia, Giselle, Maddalena, Manuela e Martina) dell’Eco del Perlasca, coordinate dalla professoressa Ali, abbiamo guidato i ragazzi delle classi prime e seconde in una riflessione partita nel passato e arrivata al futuro, con il loro progetto intitolato “Se questo è un mondo”.

Abbiamo introdotto l'argomento facendo visionare un filmato prodotto da Rai Cultura che ci ha portati nel campo di concentramento di Auschwitz. Successivamente, abbiamo proposto tre letture scritte da noi, riguardanti il presente, il passato e il futuro.
Lo spettacolo si è concentrato su tre scenari di vita differenti: il passato di una giovane donna ebrea, il presente di una ragazza afghana e il futuro finalmente realizzato di una giovane eritrea.

Gli scritti sono stati accompagnati da alcune canzoni, cantate e suonate dai professori Nocera e Dattilo: "Auschwitz" di Francesco Guccini, "Knocking on heaven's door" di Bob Dylan e "Hallelujah" di Leonard Cohen.

Abbiamo concluso con una domanda
posta al pubblico: "Ha ancora senso commemorare i milioni di esseri umani brutalmente uccisi nei campi di sterminio? Ha ancora senso gettare uno sguardo su una fotografia, che sbiadisce con il trascorrere del tempo? Ricordare è segno di civiltà, ricordare è necessario, per creare un futuro migliore di pace e amicizia tra i popoli, per sancire definitivamente il diritto all’uguaglianza, alla libertà e alla democrazia.
Ricordare, è anche stare attenti a come è cominciata questa strada di morte, di sterminio, di brutalità, perché queste cose possono succedere ancora, anzi, succedono ancora."

Allora nessuno avrebbe mai pensato che un mese dopo sarebbe scoppiata una guerra in Europa, neanche molto lontano da noi.
Come abbiamo detto, i due fatti storici non sono collegati, ma hanno in comune una cosa: la follia. Centinaia di persone vengono mandate a morire sui campi di battaglia, soprattutto persone giovani che, di punto in bianco, si trovano tra le mani un fucile.

Persone che dovrebbero realizzare i propri sogni e pensare al futuro e che invece, probabilmente, non lo vedranno mai, perché, come sosteneva Pablo Neruda “le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi… per gli interessi di persone che si conoscono ma che non si uccidono”.

Ciò che noi abbiamo ricordato attraverso il nostro progetto ha importanza ancora, e soprattutto, oggi. Dovremmo smettere di gettare parti importantissime della nostra storia nell’oblio e imparare a non commettere più certi errori.

Nonostante ciò che sta accadendo tra l’Ucraina e la Russia non possa essere considerato un genocidio, le guerre sono una cosa terribile e non riusciamo a capacitarci del perché stiano ancora accadendo… e non solo in Ucraina.
Ormai dovremmo sapere che portano soltanto a distruzione, morte e sofferenza… Come scriveva Bertolt Bretch “Fra i vinti la povera gente faceva la fame. Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente”.

Claudia Baruzzi, Sara Bonomi, Martina Cattane e Giselle Passannante Grimaldi 2ª A Liceo scientifico





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