22 Luglio 2012, 08.00
Pensieri&Parole

Il test delle caramelle

di Itu

Tutte le emozioni per loro natura si traducono nell'impulso ad agire.

 
Mi è capitato per le mani un antico testo di circa vent’anni fa, un manuale di quelli che circolavano a fiumi su come renderci felici, belli, sani, intraprendenti e deliziosi patner della politica che ci siamo sorbiti addormentati in tutti questi anni.
Un testo a firma dello psicologo Daniel Goleman che insegnanti, istruttori e educatori si sono adeguatamente letto e commentato in riunioni di aggiornamento, di sudose sezioni di fine anno a riconoscere dettagli sulle programmazioni ma forse anche di furbi marketing dell’epoca che trovarono divertente la teoria della natura intelligente delle emozioni.
 
Come al solito il tempo passa e scorre su pietre già lisciate dalle acque del sempre ed ogni critica si rompe e ricompone come dentro al tubo girevole con colori e forme che ci appaiono nuove.
Mi sono fermata su di un test sul controllo degli impulsi, in pratica ad alcuni bambini di quattro anni veniva offerta la possibilità di scegliere se prendere subito una caramella o attendere il tempo di una commissione e ricevere dallo stesso offerente ben due caramelle.
 
Un dilemma per un bambino di quattro anni che a fatica si disbriga senza conoscenza dell’orologio e la gola, una sfida alla resistenza all’impulso che orientava i risultati a ritenere più forte e saldo nella crescita e nell’autostima chi sapeva aspettare il doppio premio.
 
Mi pare che lo studio abbia avuto risultati contrastanti, l’autocontrollo un piccolo svago perché una caramella nella velocità di informazioni e di risposta all’adeguamento ha mortificato tutte le nostre autostime e a due caramelle nessuno è arrivato per davvero perché nel frattempo i più furbi se le sono rubate tutte.
Così è finita la fiducia, la capacità di aspettare, la creatività nell’elaborare le sensazioni che il bisogno ci suggerisce.
Un fallimento per l’autocontrollo che di fatto ci ha ridotto a bambini di quattro anni in attesa di risarcimento, fissati in emozioni che si sono dissociate dalla nostra intelligenza.
 
 


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