12 Febbraio 2021, 12.48
Blog - Gira la ruota

Personaggi e storia del ciclismo. Il «mattacchione»

di Luca Pietrobelli

Il nuovo anno si è aperto con il saluto ad un corridore che è stato protagonista sulle due ruote dal 1952 al 1965 con ben 27 vittorie a palmares: il francese Roger Hassenforder


Roger è nato nel 1930 nella regione francese del Grand Est e, nonostante sia stato un ottimo ciclista, con otto vittorie di tappa al Tour de France e una alla Vuelta, è stato per lo più ricordato per il suo carattere sopra le righe, in grado di accattivarsi simpatie e odi incontenibili, in un mondo antico che ormai non esiste più.

Essendo nato nel 1930 Roger ha vissuto in pieno
l’occupazione tedesca e, ragazzino, rubò sette revolver ai soldati della Wermacht mentre stavano mangiando nascondendoli in un cimitero, come se stesse rubando galline, incosciente, spavaldo e avventato come non si potrebbe mai immaginare. Alla fine delle ostilità, senza una preparazione adeguata, se ne andava in giro a sminare i campi, come fosse la cosa più normale del mondo!

Tra le sue bravate in corsa viene raccontata la volta in cui si fermò a raccogliere delle mele per poi darle a tutti gli avversari che si sentirono male, perché contaminate dal verderame: si è sempre dichiarato in buona fede, e non è difficile credergli dato che ne ha sempre combinate di cotte e di crude.

Follie di un tempo ciclistico che non esiste più sono le sue fughe con gara di nascondino in attesa dell’arrivo del gruppo per poi accodarsi e ridere degli avversari che si dannavano credendolo avanti o della volta che precedette il gruppo e, essendo amato dalla gente, si fece dare la divisa di un vigile per poi dirottare il plotone e tentare il colpo basso.

Roger poteva essere un campione totale, forte in salita, potente in pianura come un treno a vapore e folle in discesa, ma in testa aveva solo il desiderio di divertirsi e far divertire. Rudi Altig raccontò che in una corsa cercò di stargli dietro e al terzo scatto del francese dovette cedere: rassegnato alla piazza d’onore Rudi decise di proseguire del suo passo non vedendo più Roger, quando ad un tratto lo vide sul ciglio della strada, fermo, a ridere e scherzare con delle persone, rinunciando alla vittoria. Altig vinse e chiese ad “Hassen” il perché del suo gesto: “Sono amici, non li vedevo da tempo e volevo farci quattro chiacchiere”.

Inscenò addirittura il suo suicidio, facendo quasi morire di infarto l’amico che l’aveva trovato in una vasca da bagno piena di acqua rossastra.
Un uomo buono, che ha amato il ciclismo tutta la vita, omaggiandolo sui traguardi vicino casa anche da ex corridore e gestore di un ristorante in Alsazia.

Roger è morto il 3 Gennaio a Colmar, e qualcuno ancora si sta chiedendo se sia un altro dei suoi scherzi.

Icona di leggerezza, messaggero del “saper vivere senza prenderla troppo sul serio”, Roger Hassenforder, con la sua storia, può far appassionare un po’ chiunque alle due ruote e strappare un sorriso, nel ricordo di un grande campione che, combinandone di tutti i colori, si è vestito anche di giallo per ben 4 giorni!



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