04 Giugno 2021, 09.24
Blog - Gira la Ruota

Le bandierine

di Luca Pietrobelli

Il ciclismo è fatto dai corridori e da quello che io amo definire "il popolo del pedale"...


...tutti i tifosi che si ritrovano puntualmente sulle salite del Giro, agli arrivi, al bar il giorno dopo a commentare la volata e a criticare i giornalisti della Gazzetta, chiaramente incompetenti e partigiani oppure a spiegare il perché e il per come qualcosa sia andato storto in gara.

Il popolo del ciclismo è fatto da migliaia di appassionati e si possono distinguere varie categorie: allenatori di squadre giovanili, tifosi del corridore locale, cacciatori di borracce e tante altre. Insomma ce n’è per tutti, ma fra queste categorie quella che ha un posto speciale nel mio cuore è quella della Bandierina.

Le bandierine sono tutti quei personaggi che alle corse si posizionano qualche ora prima in corrispondenza degli incroci attraversati dalla gara e, con gilet giallo o arancione, come i moderni rivoluzionari francesi, e l’immancabile bandierina, garantiscono la sicurezza. Il più delle volte avere la bandierina, un semplice manico di scopa e un pezzo di stoffa rossa, non ti rende autorevole e finisci per pigliare parole!

La bandierina per molti è diventata un rito: ci sono papà che vengono accompagnati dai figli, nonni con i nipotini, che alla prima occasione disponibile si impegnano con il solito rito: la preparazione del panino, del cappellino e della borraccia, visto che si corre sempre nelle ore centrali della giornata e la ricerca del canale radio con cui seguire tutti gli avvenimenti della gara.

Gli uomini della bandiera rossa sono ancorati ad antichi retaggi del passato, al ciclismo classico: non si utilizza carta e penna per tenere il conto dei passaggi in circuito dei corridori e nemmeno il cellulare perchè per contare quanti giri mancano e abbandonare la posizione si usano da sempre i sassolini. Il problema è sempre quando il nipotino è in vena di scherzi e i commissari di corsa non segnalano all’ultimo passaggio il via libera: si narra che alcuni operatori siano rimasti ad un incrocio per ore fino all’intervento dei carabinieri, ma non ne abbiamo la certezza!

Ho provato anche questa esperienza, della bandierina, ed ogni volta è una scoperta: si conoscono nuovi appassionati, si respira la passione, si respira il ciclismo al suo stato primordiale.

La bandierina è qualcosa di più, è passione che scorre e voglia di mettersi a disposizione.



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