Che succede ai gabbiani?
di Itu
Non conoscere il prezzo della nostra evoluzione ritarda le soluzioni di sopravvivenza.
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Da giovane (oddio, tanto tempo fa), guardavo l’orizzonte del mare e ogni tanto quell’ombra misteriosa come un boomerang che si è dimenticato di tornare indietro, a giocare con l’aria, gabbiani che neppure osavano sfiorare la costa.
“Il gabbiano Jonathan Livingston” edito nel 1973 divenne il best seller di una generazione che sperava nell’impegno e nella libertà, ogni volta che un gabbiano incrociava la mia rotta lo guardavo con rispetto profondo, un animale che segue il vento con la passione di chi conosce lo scopo della vita e si cura di spingersi lontano mi emozionava quanto la mia adolescenza bruciante.
Poi dopo parecchio tempo alla costa si sono avvicinati i cormorani, li conoscevo solo dai documentari ed invece a gruppetti cominciarono a riposare sugli scoglietti emergenti vicino a dove mi sdraiavo al sole ben attenti a non incrociare il mio sguardo curioso.
Si disse al tempo che il ritorno di questi animali fosse beneaugurante alla salute del mare.
I gabbiani intanto cominciarono a costruire i loro nidi sui tetti delle case vicino al porto e poi sempre più dentro la città.
Sono venuta ad abitare la valle circa diciotto anni fa e dopo qualche anno mi sono sorpresa di vedere i gabbiani lungo il tragitto basso del Chiese e sui laghi, ho cominciato a sentirmi a disagio, gelosa di trovare l’animale che cercava tra i rifiuti in controcorrente ai fiumi, come topi ormai civilizzati e presuntuosi di esserlo.
Una catastrofe nel mio cuore, però compensata da un’aquila che tempo fa si trovò a dibattersi in un pollaio.
Nei giorni scorsi ho letto nelle cronache della mia città di mare originaria che una donna ottantanovenne si è trovata dentro una stanza un gabbiano in qualche modo entrato spaventandola con la sua apertura alare.
Ma non erano gli uccelli del desiderio di libertà?
Cosa ha cambiato in pochissimi anni i loro obiettivi vitali?
Guardo le immagini di spazzatura delle città del sud, quella marea di gente spenta ammorbata delle proprie puzze, ci sono animali che risolverebbero parte del problema, ma con quale sacrificio?
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