06 Agosto 2014, 08.28
Pensieri e parole

Pomodori amorosi

di Itu

C'è molto da imparare da un semplice piatto della tradizione, la sapienza e il cuore insieme sanno come interpretare la bontà


Non c'è confronto, bisognerebbe provare per capire, io ho seguito un camion carico di pomodori provenienti dalle più estreme terre del sud che stilla appuntamenti con i nostalgici spersi nei meandri nordici delle valli a ricordare quel sugo: la differenza la fa la pasta rossa.

Ho provato i ciliegini
, i datterini, i ramati, i perini, ogni forma è finita in pentola con l'accompagnamento degli odori congeniali al piatto prelibato di pasta estiva; niente da fare, ogni tipo di pomodoro dei nostri mercati non lega , rimane pallido e intirizzito del taglio sopra il liscio degli spaghetti, non c'è odore, l'umore bagnato scende sul fondo delle scodelle senza alcuna intenzione di conoscere gli altri ingredienti.

C'è una sola forma di pomodori che arriva in centinaia di casse, quello ancora terroso di fatica e di sudore, a volte un pò storto di come si è appoggiato nella crescita, è quello giusto per la conserva, la consolazione di chi diviso dalla terra natia può ricomporre il proprio io dentro il rito millenario del sugo da preparare a fine estate e che per tutto l'anno ricompare nel piatto più importante.

Bene, quei pomodori sono pieni di compassione, non basta qualificarli come prelibati, non ha senso per il viaggio e l'attesa che propongono.

Sulla pasta non basta dire che l'abbraccia
, la polpa si spande a vergognare ogni spazio di rossore, come ogni amore folle di passione, ogni erba aggiunta s'incanta della dedizione del pomodoro.

Io, che non ho il coraggio di spendermi nella fatica studiata dalle tradizioni a fare pentoloni di bottiglie da conservare, guardo le donne che hanno aspettato il camion della promessa e studio l'espressione piena d'amore per quel frutto tanto intimamente conosciuto e so che come le grandi passioni tutto finirà in un certosino rito di conservazione.

Sono pomodori raccolti
e che fanno soste programmate fino nelle strade oltre i confini delle alpi senza conoscere frigoriferi o prodotti se non l'aria che passa tra i teloni di copertura delle autostrade europee.

Quasi più nessun oriundo del sud
riesce più a raggiungere la sua terra natia per la crisi e i prezzi impossibili a pensioni e stipendi, un camion corre però con un carico preziosissimo a ricordare le radici: un camion carico di pomodori.



Commenti:
ID48181 - 06/08/2014 13:57:07 - (doc) -

Cara Irene, io al contrario di te, quando vedo quei camion, sono pervaso dal dubbio. Immagino la pianura campana o salentina contaminata dai veleni nordici, immagino centinaia di uomini di colore sfruttati e sottopagati. Per questo, visto che ora ho un po' più di tempo i pomodori me li coltivo da me. Sapessi che soddisfazione! Complimenti per tua rubrica. Ciao.

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