Il coraggio di Giuseppe Fava
Per iniziativa dell’assessorato alla Cultura di Vobarno, questo sabato 22 marzo, alle 21, nel teatro comunale di piazza Migliavacca, andrà in scena lo spettacolo “Giuseppe Fava, 5 gennaio 1984” - Comizio di parole, musica e teatro, un progetto dell’associazione BelCan, con Paola Cannizzaro e Filippo Garlanda, per la regia Michele Beltrami.
A trenta anni dalla morte di Giuseppe Fava riallacciamo il legame con la storia del nostro paese, attraverso le parole di un uomo e del suo coraggio.
“A che serve vivere se non c’è il coraggio di lottare…”, parola di Pippo Fava ammazzato dalla mafia a Catania il 5 gennaio del 1984.
Giuseppe Fava è un uomo libero, un pensatore, un giornalista, un drammaturgo, un pittore attento al mondo che lo circonda. Pippo Fava è un siciliano. È uno scrittore che nei suoi romanzi ha raccontato la sua terra scardinando l’immagine folkloristica dominante della Sicilia, tracciando invece un percorso narrativo di analisi antropologica assai più complesso, variegato e ricco.
Giuseppe Fava ha raccontato pezzi della nostra storia, ha trascorso la vita contrastando mafie di ogni natura, non smettendo mai di fare nomi e cognomi, contestualizzando gli eventi, riportando alla luce quello che sarebbe dovuto restare nascosto, invisibile agli occhi della pubblica opinione. L’hanno ammazzato perché non si era lasciato intimidire e aveva usato il giornalismo, la parola recitata e la scrittura per colpire i mafiosi, i loro mandanti, i loro protettori, nella politica e nelle istituzioni, locali e nazionali. Giuseppe Fava il suo “coraggio di lottare” l’ha pagato con la vita, ma ci ha trasmesso un’eredità che continua a vivere e a produrre frutti.
A noi il compito di ricucire il legame con questo uomo coraggioso, a noi il compito di raccontare la sua storia, a noi il compito di farne memoria e tesoro. Un uomo e una donna si calano negli scritti di Giuseppe Fava e raccontano un pezzo di storia della nostra Italia. Parole, musica e teatro per fare in modo che la bellezza della verità, la dignità della libertà abbiano un suono più alto, più intenso e più forte del clangore di 5 colpi di pistola.