Covid o non Covid, i bracconieri non mancano mai

Nonostante un avvio della stagione di venatoria sottotono, ciò in considerazione anche della situazione climatica, i dati emersi dalle verifiche effettuate dalla Polizia Provinciale di Brescia e dai controlli sulle varie forme di caccia, vale a dire selvaggina stanziale, tipica di monte, migratoria, a distanza di poco più di un mese, non si discostano sostanzialmente da quelli dello scorso anno e nemmeno da quello precedente, quando per altro causa Covid ci si poteva muove con più difficoltà. Come a dire insomma che i bracconieri, ma anche i cacciatori che non rispettano le regole, non demordono dai “soliti” comportamenti. I vari distaccamenti operativi del Nucleo ittico-venatorio hanno effettuato 24 denunce per reati vari, che spaziano dall’abbattimento di specie protette all’abbandono di armi, dall’uso di mezzi di cattura proibiti al furto venatorio. Sono state sequestrate 25 armi da caccia, numerosi “fonofil” e sono state anche elevate 67 sanzioni per violazioni amministrative, prevalentemente dovute a omesse annotazioni sul tesserino venatorio, oppure per mancato rispetto della distanza di sicurezza da abitazioni e strade. Verifiche che hanno portato al sequestro di 145 esemplari di fauna protetta abbattuta illegalmente mentre numerosi esemplari di richiami vivi detenuti illegalmente, ma ancora atti al volo, sono stati rimessi in libertà.Gli agenti hanno rinvenuto in un capanno di caccia armi cariche ed incustodite. Grazie al fiuto del cane “Sole”, l’unità cinofila della Polizia Provinciale, è stata rinvenuta in più casi della selvaggina illegale che era stata nascosta.È capitato anche di rinvenire cervi e caprioli feriti inseguiti da cani da caccia. «L’attività della Polizia Provinciale non si limita certo ai controlli sulla caccia - spiega il comandante Claudio Porretti -. Sono decine anche gli interventi per il soccorso di animali selvatici feriti su tutto il territorio provinciale.L’ultimo in ordine di tempo nella notte tra domenica e lunedì in Valle Sabbia, dove grazie all’intervento degli uomini del Nucleo Ittico-Venatorio e dei Veterinari di ATS è stato salvato un giovane esemplare di capriolo, uscito pressoché illeso da un incidente stradale e liberato dopo essere stato recuperato, non senza difficoltà, in una scarpata».Non manca il monitoraggio costante sulla presenza nel bresciano del lupo e dell’orso: «Con questi grandi predatori dovremo imparare a convivere» aggiunge Porretti. Fra le novità la presenza “in forza” di una unità cinofila “antiveleno”, che in futuro verrà addestrata anche alla ricerca di fauna abbattuta e di armi da sparo..in foto: il piccolo di capriolo salvato in Valle Sabbia; fucili sequestrati, confiscati e destinati ad essere distrutti.

Covid o non Covid, i bracconieri non mancano mai

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