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mercoledì, 14 dicembre 2011 Aggiornato alle 10:00Pensieri&Parole

Tempi da donne

di Itu
L'11 dicembre le donne sono ancora in piazza, i diritti stritolati da un mondo che sta cercando nuove sponde e ispirazioni.
 
In onore delle donne che si trovano in piazza a ricordare i loro diritti, scrivo cose sconvenienti, non adatte ai maschi che non vogliono sapere cosa succede nel mistero dei tempi al femminile.
Per tanto tempo una donna si scorda la leggerezza del corpo, nella sua infanzia già è sul limite quando viene avvertita che qualcosa cambierà, ed è nelle mutande che aspetta quel segno.
Quello che vede in strisciata rossa è poca roba rispetto alla complessità che l’attende, nel corpo rimane una rabbia sorda, un languore e una dolenzia che non si scorda di ripetersi, mese dopo mese, luna dopo luna, la temerarietà dei rapporti con gli uomini ancora segnati dal controllo nelle mutande.
Poi il più grande dei misteri che porta alle gravidanze, ancora i controlli nelle mutande perché gli umori si sciolgono in sangue e liquidi che attraversano le nostre pance e scorrono tra le gambe a indicare la salute e l’incertezza, la paura e l’attesa per il nuovo.
Una ragazza di sedici anni in questi giorni seguita dalle notizie mediatiche, perderà il secondo figlio in due anni, frastornata dall’accudimento dei genitori e del contesto in cui vive, anche lei a cercare di spiegarsi cosa succede in un corpo così martoriato, a guardare nelle mutande.
Intanto la vita scorre e c’è anche da occuparsi della vocazione e delle cure che ogni donna si trova a farsi carico, perdendo considerazione di quel che è nelle sue capacità in valore remunerativo e in quello che sente giusto nel poter dare. Perché non c’è giustizia in scegliere se rimanere fuori dal contesto di lavoro fuori casa e rendersi conto che spesso è incompatibile con la famiglia.
La giustizia è una roba da uomini.
Arriva poi un tempo in cui nelle mutande le donne guarderanno per vedere se il tempo della fertilità è terminato, non il tempo delle responsabilità, perché fino all’ultimo respiro lo sguardo è dove si muove la vita e le donne di vita se ne intendono assai.
Ecco, oggi sono vicina a quelle donne che possono raccontarsi, che sono strette tra loro in diverse età, che sanno nel corpo e nella mente tutta l’umiltà che serve a ricomporre una loro dignità.