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giovedì, 24 febbraio 2011 Aggiornato alle 10:00Pensieri&Parole

Istruzioni d'uso

di Itu
Sopravvivere alle regole d'uso, stampate sempre più piccole su convezioni e fogliettini, sta diventando sempre più faticoso.
 
Sono incattivita dalla condizione di forzata all’ignoranza che mi trasmette la tentata lettura di istruzioni per l’uso, bugiardini e similari che di fatto non mi spiegano un bel niente.
Compro la pasta e salvo le indicazioni di tempo cottura e scadenza della stessa non sono interessata ad altro: cerco disperata i dati che mi interessano e mi perdo tra le istruzioni d'uso tradotte in arabo, in cinese e lingue caraibiche, con ricette consigliate improbabili per gli ingredienti suggeriti.
Poi lo trovo nei margini della confezione, in scrittura lillipuziana: un orologino ancora più piccolo, ecco il tempo che mi interessava.
Porto gli occhiali e non so più che strumento usare per rendermi partecipe, chissà se qualche rivenditore si sveglia con l’idea di allegare alle confezioni alimentari un telefonino che spiega il contenuto in tutte le sue parti ed i consigli su come cucinare.
Si prospettano affari d’oro!
 
Ma trovo ancora più umiliante andarmi a leggere le dosi e i tempi di assunzione di una tachipirina.
In preda al dolore del momento cerco di individuare sul fondo traslucido della scatola la data di scadenza, sia mai che sia trascorso un giorno in più dei tempi e che mi senta doppiamente male.
E mentre il dolore cresce impazzisco a decifrare il finale della data in scrittura filiforme, sbiadita e stampata su cartone lucciante.
 
Come vestono bene le medicine!
Peggio ancora spiegare il bugiardino e trovarsi sommersi dai paroloni della composizione, delle indicazione terapeutiche delle dosi, precauzioni e controindicazioni, ammesso che si riesca a decifrare il linguaggio ed il solito problema di caratteri super minuscoli.
Ma dove stiamo andando?