29 Dicembre 2023, 06.55
L'angolo di don Claudio

Il cambiamento climatico

di Claudio Vezzoli

I giornali, la televisione, le conferenze a livello mondiale ci stimolano a riflettere sul cambiamento climatico. Anche papa Francesco ci ha aiutato nella riflessione sulla terra e sull’ambiente nella sua enciclica “Laudato sì”


Come cristiani l’imperativo impellente è la custodia del creato”.
Già papa Benedetto XVI aveva posto una attenzione costante al tema della creazione e della custodia del creato. Entrambi i papi ci vogliono stimolare a far nostri modi e pensieri utili a ripensare ed educare cristianamente, per coltivare una sensibilità ambientale al creato, in altre parole Dio e l’uomo si incontrano nel creato, un cristianesimo che sia responsabile del clima, del pianeta e della terra dove abitiamo.

Il tema del creato di per sé non è un tema totalmente nuovo: basti pensare alla tradizione che trae origine da S. Francesco d’Assisi che considera la creazione come opera amorevole di Dio e perciò l’impegno di prendersi cura di questo dono.
Ma ancora più indietro ancora nella storia la tradizione monastica originata da S. Benedetto da Norcia che unisce il lavoro ed il creato con la preghiera.

Educare alla custodia del creato vuol dire innanzitutto coltivare un senso di gratitudine a Dio per il dono del creato, la responsabilità a rendere sempre più bella la creazione, un giardino da custodire e da abitare, un domino dell’uomo mite ovvero impegnarsi e consapevoli di essere persone create ad immagine e somiglianza di Dio.
Ed infine sull’esempio e modello di Cristo, essere autentici testimoni di gratuità e di servizio.

La sobrietà
che aiuti il cristiano ed ogni persona a superare la brama di possedere al primato dell’essere, cosicché la terra non è una preda da saccheggiare ma un giardino da custodire con cura, dove si rispetta l’armonia negli equilibri ambientali. Il servizio è la risposta al comando del Signore, come si legge nel libro della Genesi, di cura dell’ambiente trovando le risorse   necessarie per vivere dignitosamente, unendo il proprio lavoro con la creatività ed il rispetto della natura.

Da questi atteggiamenti nascono impegni concreti per il cristiano: promuovere stili di vita che vivono la sobrietà, l’utilizzo delle le fonti energetiche, la riduzione di emissioni di gas serra, edifici da costruire con materiale sobrio e non inquinante, ripensare gli spazi delle nostre comunità dettati dalla sobrietà, ricerca di energie alternative, la raccolta differenziata dei rifiuti, l’impegno di dare una risposta al cambiamento climatico nella cura della biodiversità, della silvicoltura, della agricoltura e del turismo.

Dall’altro le imprese sono chiamate a realizzare modelli di produzione per uno sviluppo sostenibile convinte che il benessere della società e la qualità dell’ambiente e del territorio sono condizioni necessarie per mantenere nel tempo  la loro capacità di generare ricchezza.
 
In sintesi possiamo affermare che esiste una reciprocità tra noi, Dio ed il creato: nella misura in cui noi ci prendiamo cura del creato, dell’ambiente e della terra, noi diventiamo più consapevoli che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi, come ebbe a dire papa Benedetto XVI.      

Don Claudio Vezzoli consigliere ecclesiastico Coldiretti




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