Non è un Paese per madri

Lo evidenzia un dossier del Servizio Studi della Camera: le donne in Italia sono meno pagate dei colleghi uomini, molto spesso precarie e collocate in settori poco strategici. Il gap retributivo tra uomini e donne, secondo Eurostat, è pari al 43% (36,2% la media nell'Unione Europea).

Se poi le donne sono anche madri il quadro si complica: avendo a disposizione pochi servizi che le aiutino nel conciliare la vita professionale con quella familiare, ben una donna su cinque fuoriesce dal mercato del lavoro a seguito della maternità.

Il tasso di occupazione femminile in Italia risulta - secondo dati relativi al quarto trimestre 2022 - quello più basso tra gli Stati dell'Unione Europea, circa 14 punti percentuali al di sotto della media.
9,5 milioni le donne occupate a livello nazionale, contro i 13 milioni di uomini.

Sono dati che fanno riflettere, soprattutto in un momento storico in cui da una parte il calo demografico è diventato una minaccia, ma dall'altra non ci si adopera per dare un sostegno concreto a chi sceglie di avere figli, che siano agevolazioni più estese ed accessibili da parte dello Stato, servizi per l'infanzia all'interno delle aziende, una maggiore flessibilità lavorativa attraverso lo smart working e il lavoro per obiettivi e non più solo su base oraria.

Un'Italia, insomma, in cui la maternità non sia solo un buco nel curriculum, ma un'esperienza che il curriculum lo arricchisce.