Beni confiscati, situazione allarmante

I dati aggiornati al 2015 dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati (ANBSC) dicono che sono 1275 i beni confiscati alla mafia in Lombardia, di cui alcuni non ancora in via definitiva. La provincia di Milano detiene il maggior numero di beni (776), pari a più della metà del totale regionale. Seguono, molto distanziate, la provincia di Brescia (114) e quella di Varese (80).

A commento di questi numeri il policy paper 2015 di Regione Lombardia sui beni confiscati alla mafia sottolinea che “il territorio bresciano è già di per sé molto vasto, ma la particolarità riguarda la capacità della organizzazioni mafiose di radicarsi nelle diverse realtà territoriali che compongono la provincia di Brescia. Si possono trovare, dunque, beni confiscati nei Comuni che si affacciano sul Lago di Garda, così come a Brescia e nei paesi limitrofi, e nelle valli bresciane”.

In particolare la presenza camorrista nel bresciano è pluridecennale, e si estende dalla città fino alla zona lacustre del Lago di Garda il tutto in un territorio in cui vi è una limitata consapevolezza della diffusione del fenomeno mafioso nel tessuto socio-economico locale.

Sul fronte della destinazione/gestione dei beni dopo la confisca, a inizio 2016, in provincia di Brescia, erano 29 i Beni in gestione all’ANBSC, o usciti dalla gestione ma non ancora destinati, oppure venduti; 12 i Beni mantenuti dallo Stato per fini istituzionali; 21 i Beni destinati agli enti territoriali (ma non ancora assegnati o utilizzati); 52 i Beni destinati agli enti territoriali (assegnati ad associazioni o cooperative o usi comunali).

Si tratta perlopiù di appartamenti, ville, box auto, edifici a destinazione commerciale o industriale che sono assegnati (sulla base della legge 109/96) a realtà di terzo settore capaci di adattare i beni immobili confiscati alle necessità espresse dal territorio in termini di housing sociale, servizi di assistenza alla persona e alla fasce più deboli della società.