03 Dicembre 2011, 13.00
Lettere

Classe digerente

di Lucio Garofalo

Negli ultimi anni si è assistito alla trasformazione delle società cosiddette "opulente" ed "occidentali" in masse di lavoratori proletarizzati, con la liquidazione degli strati sociali intermedi.

 
In altre parole, siamo giunti a quella situazione storica in cui la società si è drasticamente polarizzata, come aveva previsto Engels, tra il proletariato e i cosiddetti “tagliatori di cedoleâ€, ossia il capitale finanziario.
E poiché i proletari, per mancanza di reddito, non riescono più ad acquistare tutte le merci che hanno prodotto, l’attuale risultato è semplicemente un misero (e, aggiungo, vano) tentativo di sopravvivenza del capitalismo sulla base delle sperequazioni materiali esistenti tra i vari Paesi del mondo.

Ma è una fase che durerà poco, se pensiamo che oggi sono le ex colonie a soccorrere gli ex Paesi colonialisti: ad esempio, l’Angola sta acquistando i grandi beni immobiliari di Lisbona e il Portogallo sta sopravvivendo grazie agli aiuti (in termini di risorse alimentari) forniti dal Brasile, oppure la Spagna viene soccorsa dall’Argentina.
E’ evidente che le ex colonie dispongono di autentiche ricchezze materiali, infatti l’Angola possiede ingenti risorse minerali, mentre l’Argentina è assai ricca di prodotti alimentari.

Nel contempo brucia un’inimmaginabile ricchezza virtuale giocata nelle borse, che sono in preda agli andamenti schizofrenici degli indici, incluso il famigerato “spreadâ€.
Di passaggio, ricordo con il vecchio barbuto di Treviri che lo “spreadâ€, ossia il rendimento dei titoli di stato, è semplicemente il plusvalore che il capitale finanziario estrae dai titoli di ogni Paese e la preoccupazione del capitalismo finanziario internazionale è difendere o addirittura accrescere questi profitti che non generano alcun reddito reale.

Se non si può definire fallito, impazzito, dunque in profonda crisi, un sistema economico come il capitalismo, temo si debbano rivedere concetti essenziali quali (appunto) “crisiâ€, “fallimento†e così via.
Se queste ed altre disfunzioni strutturali, insite nella natura stessa del capitalismo, non inducono a ritenerlo un sistema che produce solo crisi, miseria, guerra e sottosviluppo, dunque un modello fallimentare e rovinoso, da cancellare definitivamente dalla scena storica, francamente non saprei aggiungere altro.

Sia chiaro una volta per tutte.
Il sottoscritto (come tutti i proletari coscienti e incazzati) non è disposto a subire alcun sacrificio per salvare gli interessi e le franchigie di banche, capitali finanziari, evasori fiscali, nonché le rendite e prebende delle caste privilegiate.

Preferisco il crollo dell’euro e del capitalismo, piuttosto che pagare i debiti accumulati da un sistema di affaristi, parassiti, speculatori e delinquenti istituzionali.
Monti ha annunciato provvedimenti di “equitàâ€, ma simili promesse fanno solo ridere (o piangere) se pensiamo per un solo istante a come il nostro Paese sia scombinato, iniquo e corrotto.

E non mi riferisco banalmente al solo ceto politico, bensì all’intera classe “digerenteâ€.
 
Lucio Garofalo
 
 


Commenti:
ID15109 - 03/12/2011 16:30:36 - (davidebond) - Mah

Gentile Garofalo, ho letto la sua appassionata accusa contro il capitalismo. Mi permetto di far notare che Marx era prima di tutto un filosofo; dalla sua formazione scende tutto. Farlo passare per il sostenitore della classe operaia è un grosso errore storico e filosofico. C'erano stati già tentativi in Francia e in Inghilterra di organizzare e dare un'identità a questo nuovo ceto sociale proletario, per non parlare di Bakhunin. Marx fu l'unico però ad inserire questo problema in una cornica filosofica che va oltre la sua accusa contro il capitalismo che (incidentalmente) vede nascere nel medioevo. Oggi, il comunismo così come fu ideato nel 1848 non ha più senso. Ha senso, invece, di parlare di marxismo che, però, è tutta un'altra cosa. Un concetto importante di Marx è quello di struttura. Bene, io leggo la realtà in termini puramente strutturali, in cui non è possibile dividere la classe dirigente dai

ID15110 - 03/12/2011 16:33:47 - (davidebond) - fine

cittadini. Tutto è entangled, come si suol dire. Bisogna partire da una nuova elaborazione cognitiva, mettendo il pensiero al suo giusto posto, dopo che i fascismi occidentali l'avevano messo da parte. Quindi, non lotte frontali (che funzionavano in uno scenario ottocentesco), ma un nuovo modo di leggere il nostro essere insieme. Non solo il capitalismo ha fallito. Ha fallito anche la democrazia e i sistemi escogitati dal Marx ottocentesco oggi non hanno più senso, anche perché non esiste più, almeno in Italia, una classe proletaria come la intendeva lui.

ID15119 - 03/12/2011 18:13:11 - (Giacomino) - Giusto Davide, non esiste più almeno in italia

una classe proletaria come la identificava Marx, erano altre le caratteristiche che la connotavano, ora esiste una classe che si trova messa da parte, privata della visione del futuro per sé e per i suoi figli.

ID15264 - 06/12/2011 16:19:13 - (Dru) - entro in punta di piedi

e mi permetto solo di far rilevare all'amico Davide che secondo quanto è la storia di Marx , negare un suo diretto e massiccio interesse , non solo di pensiero , ma anche d'azione , nei riguardi della classe operaia , è un errore . E' talmente vero quello che dico che la prima internazionale è sua , si identifica con lui fin dai primi suoi vagiti e il suo identificarsi con le istanze della classe operai sono talmente forti che l'internazionale perde per strada due degli ispiratori più forti : Mazzini e Bakunin , perchè in aperta polemica con Marx. Nel corso di questi anni la polemica tra Marx e Mazzini raggiunge livelli molto alti tanto che il filosofo tedesco accusa Mazzini di “leccare il c... ai borghesi liberali” e Mazzini replica affermando che, pur accettando le istanze di giustizia sociale che sono alla base del socialismo marxiano, rifiuta la lotta di classe e la violenza come mezzo di lotta politica.

ID15266 - 06/12/2011 16:21:32 - (Dru) - e concludo

Per il resto , con Garofalo non sono assolutamente d'accordo. La classe operai , grazie anche alla volontà dei suoi padroni , è divenuta la classe media , con tutti i privilegi e tutte le angosce del caso.

ID15393 - 10/12/2011 11:50:09 - (davidebond) - Disaccordo

Caro Dru, forse noi due non ci capiamo. Non ho affermato che Marx non abbia agito concretamente per i lavoratori. Anzi, è questo a distinguerlo da Feurbach. Ma non è questo il punto. Lui approccia la classe operaia da un punto di vista che è squisitamente filosofico. Tanto è vero, che a corrobare la sua prassi sarà Engels. Io volevo sottolineare come movimenti per i lavoratori ci fossero già stati: Saint-Simon, Fourier, Proudhon, le Trade Unions, ecc. Ma a loro mancava una filosofia che inserisse il problema "specifico" della classa operaia in uno scenario più ampio e che indcidesse, quindi, non solo sul problema operaio. Infatti, la filosofia marxista ebbe notevoli ricadute nella storiografia, nell'antropologia, nella linguistica, ecc. Tutto ciò era impossibile per un Saint-Simon (senza offesa). Infine, l'altra cosa da sottolinerare è che la classe operaia che aveva di fronte Marx a metà ottocento non esiste

ID15394 - 10/12/2011 11:53:40 - (davidebond) - fine

più. Se una persona mi domandasse un grande lavoro di Marx, io segnalerei i "manoscritti economico-filosofici" che non furono editi durante la vita di Marx. Sottolineo, infine, che dei tre volumi del capitale, solo il primo è a firma autentica di Marx. Gli altri vennero editi dopo da Engels. Il fatto che nell'ottocento non si conoscesse un'opera così importante come i "manoscritti" dimostra la parziale conoscenza del pensiero marxista. Gli operai sicuramente vedevano in lui, il cavaliere mascherato che si batteva contro gli operai e basta. Esattamente, come nel rinascimento, i contadini tedeschi videro Lutero come il salvatore contro gli eccessi del papismo. Lo stesso Lutero prese le distanze da questi moti rivoluzionari.

ID15395 - 10/12/2011 11:55:25 - (davidebond) - P.S.

Intendevo dire "contro i padroni delle industrie".

ID15429 - 12/12/2011 08:05:23 - (Dru) - Hai fatto bene a precisare...

quando scrivi : "Farlo passare per il sostenitore della classe operaia è un grosso errore storico e filosofico" scrivi un errore storico, se scrivevi : "Farlo passare solo per il sostenitore della classe operaia è un grosso errore storico e filosofico" , allora rientravi nel solco della storia , bastava inserire la parola solo. Il parallelo con Lutero , e qui si che c'è disaccordo fra me e te, non è opportuno , nel segno di un rapporto di classe. Lutero non era un filosofo e rientrava nel clero e la sua riforma , Marx un dotto professore che ha prodotto un pensiero/filosofia ad uso e consumo dell'umanità. Vuoi un parallelo più calzante ? Hitler con Lutero , ma qui entriamo veramente nell' entangled : "neanche io posso ormai più fermarli" , disse Hitler mentre la sua armata procedeva spedita sulla Polonia. Al netto del genocidio , Hitler mostrò al mondo intero che lo stato ( in quel caso era quello tedesco) non

ID15430 - 12/12/2011 08:26:26 - (Dru) - continua e finisce

può tutto , Lutero che a non potere tutto era la chiesa. Qui a mostrare di essere scollegato con la fiolosofia ( il pensiero ) mi sembri tu , critico non molto tempo fa con me per un mia presunta dissociazione tra reale e razionale , ma non compirò il tuo stesso errore accusandoti per questo , poichè non è possibile che partorire filosofia. Secondo te mentre scrivi :" Lui approccia la classe operaia da un punto di vista che è squisitamente filosofico " credi forse per questo di non dare materia al suo pensiero ? lo vuoi per questo etereo ,talmente etereo da trascendere l'aspetto in lui quasi caratteriale di un sodalizio con la classe operaia ? E' vero , ci furono movimenti , prima al limite , fino a sfociare nel socialismo pauperista : lui approccia la materia da un punto di vista squisitamente critico nel solco della tradizione dell'economia politica, rientrando , conciò , nel sancta sanctorum della letteratura classica dell'economia.

ID15431 - 12/12/2011 08:27:05 - (Dru) - fine

Ma il sodalizio rimane.

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