Telelavoro, una nuova frontiera?
di Valerio Corradi
Ormai da alcuni anni si da’ per scontata la progressiva diffusione del telelavoro. Ma è proprio così?
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Ormai da alcuni anni si da’ per scontata la progressiva diffusione del telelavoro ovvero di forme di lavoro effettuato in un luogo distante dall’ufficio centrale o dal centro di produzione e che implica l’impiego di nuove tecnologie che facilitano la comunicazione e la trasmissione di dati e informazioni a distanza.
In termini di diffusione del telelavoro nei diversi settori la percentuale più elevata si trova nel settore immobiliare, nel settore di intermediazione finanziaria e di formazione.
Circa il 15% degli impiegati di questi settori svolgono il lavoro per almeno 25% del loro tempo in modalità non tradizionale (telelavoro).
Nel complesso si stima che in Italia la proporzione di telelavoratori che lavorano da casa regolarmente utilizzando strumenti ICT è meno del 5%.
Si tratta di un nuovo modo di lavorare che modifica il tradizionale contesto lavorativo e le sue coordinate spaziali e temporali un tempo fisse e standardizzate.
In questa direzione, laddove possibile e incentivato, il lavoro sembra de-materializzarsi per affidarsi a piattaforme basate su ICT che privilegiano interazioni e prodotti virtuali e diminuiscono le situazioni di scambio in presenza.
Una tale modalità di organizzare l’attività lavorativa che consente al lavoratore di rimanere nel proprio domicilio o di lavorare “in movimento”, favorisce una maggiore flessibilità e consente di conciliare le esigenze dell’organizzazione aziendale con le esigenze individuali dei lavoratori.
Il telelavoro può avere delle ricadute positive in termini di contenimento della mobilità individuale e quindi di utilizzo dei mezzi di trasporto per raggiungere il luogo di lavoro ma anche di costi per il datore di lavoro.
Molti possono essere gli effetti positivi sull’impresa e sul sistema territoriale soprattutto se i progettisti del telelavoro sapranno affrontare gli aspetti critici connessi alla sensazione di isolamento del dipendente dal resto dell’azienda, alla mancanza di interazione sociale e all’idea che il telelavoro generi incertezza e frustrazione per la sensazione di essere poco credibili come lavoratori.
Il telelavoro costituisce una sfida che per essere vinta richiede, tuttavia, un ripensamento del modo di concepire il lavoro allo scopo di inserirlo in una nuova cultura organizzativa e in un nuovo sistema di organizzazione, gestione e controllo del lavoratore e della qualità finale dell’attività lavorativa.
Basilare in questa transizione sarà l’evoluzione del quadro normativo che dovrà dirimere una serie di criticità legate a diritti e doveri del lavoratore ma anche a sicurezza, salute e privacy dell’ambiente di lavoro.
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