04 Gennaio 2016, 11.25
Terza pagina

L'intelletto e la ragione

di Dru

Nelle prime due puntate vi ho detto che io sono più intelligente di voi, l'ho mostrato e ho anche mostrato, nella seconda, perché ogni affermazione, anche quella che lo intendesse negare, si fonda sullo stesso presupposto, cioè che l'affermazione vuole affermarsi


"Oggi vi spiegherò perché io sono molto più intelligente di voi e lo so. È chiaro che so molto più di voi e è chiaro che lo so con intelligenza quella che a voi manca"

Questo il sottotitolo del primo di questi appuntamenti.

L'intelletto è per natura astratto.

Cosa significa.

L'intelletto isola il concetto dalle cose contenute nel concetto, questo significa astratto, cioè isolante.
Un esempio:
Io sono più intelligente di voi.

Quest'affermazione, o concetto, ha un contenuto, cioè, appunto, l'io che sono più intelligente di voi, ma è anche concetto, cioè, appunto, l'io-che-sono-più-intelligente-di-voi, che oltre al contenuto, isolato dall'intelletto per viverlo con semplicità, ha una sua forma, che in questo caso è il soggetto "io" al predicato "sono più intelligente di voi" .

È vero che voi per prima cosa vi siate concentrati sul contenuto a tal punto che avete considerato il mio pensiero prevaricazione, difendendovi con altrettanta prevaricazione, "ma cosa dice questo che mi turba nel pensiero", questo è il comportamento dell'intelletto astratto, il dominio del contenuto.

È vero che, rispetto a quel "a voi manca" del sottotitolo, l'intelligenza è relazione della coscienza al contenuto della coscienza e è altrettanto vero che per ogni coscienza che si esprime, affermando e affermandosi, ogni contenuto è  diverso rispetto al contenuto della coscienza altrui, almeno per quel tanto che riguarda quell'io a cui il contenuto differisce, si che se guardiamo ad esempio ad un tavolo, io (me stesso) con quel tavolo è diverso dall'io (altrui) con quel tavolo e non per il tavolo, ma per l'io (me stesso) e per l'io (altrui).

È la ragione che stabilisce l'identità, mentre l'intelletto separante la fa a pezzi.

Ragionateci sopra e vi meraviglierete che dico il vero, se solo sarete sinceri con voi stessi.



Commenti:
ID63334 - 05/01/2016 17:16:15 - (Leretico) - Quale intelligenza?

Qual è la differenza tra Hybris, prevaricazione, e intelligenza? La prima presume la seconda sa. Ma se qualcuno è più intelligente di un altro allora si presume esista una gradazione dell'intelligenza, qualcuno ne ha più di un altro. Inoltre se possiede una gradazione allora l'intelligenza è misurabile, quantitativa. Qualcuno , sbagliando, inventò il quoziente intellettivo nel tentativo di misurarla. Sbagliò perché il QI è solo espressione dell'intelligenza logico-matematica non dell'intelligenza in generale. Ora, di quale intelligenza sta parlando Dru? Io non ho ancora capito. Già ho ammesso di essere meno intelligente di lui, ma insieme a questa ammissione c'è da aggiungere doverosamente che l'affermazione: "È chiaro che so molto più di voi" non è per niente chiaro, anzi è oscuro. Se infatti ogni affermazione per poter essere se stessa deve tentare di affermarsi, essa non deve

ID63335 - 05/01/2016 17:34:35 - (Leretico) - continua

essere contraddittoria, cioè non deve essere incorrispondente con ciò che appare. Ora è provato che affermare "io sono più intelligente di voi" è affermazione poco intelligente e contraddittoria perché l'io non è in grado di giudicare se stesso per qualità che possono essere riconosciute solo dalla comunità in cui vive. L'io se fa un'affermazione del genere intende solo arrogarsi ciò che non gli è proprio, commettendo hybris. Può la negazione dell'essere prevalere? No. Perché? Perché se la negazione vuole stare, deve basarsi su ciò che intende negare, quindi per essere se stessa si deve negare, si deve autonegare. Per analogia chi vuole essere considerato più intelligente degli altri, se afferma "io sono più intelligente di voi" immediatamente contraddice il proprio giudizio perché lo fonda sulla non intelligenza. È chiaro, questo sì è

ID63336 - 05/01/2016 17:36:01 - (Leretico) - continua

chiaro, se non ci si vuole contraddire non si deve affermare di essere più intelligenti degli altri.

ID63343 - 05/01/2016 19:42:30 - (Dru) -

Non confonderei l'apparire empirico, con l'apparire trascendentale, per cui l'apparire di qualcosa non è l'apparire di qualcosa d'altro. Nell'apparire trascendentale l'apparire di qualcosa è l'apparire di ogni cosa. Nell'apparire empirico della mia coscienza è ovvio che oltre a quello che so che tu sai c'è posto anche per cose che tu non sai, è altrettanto ovvio che sommando le due dimensioni, queste saranno sempre maggiori di uno degli addendi. Si tratta di regole di logica, tutto qui.

ID63344 - 05/01/2016 20:14:34 - (Dru) -

Poi non confondere "qualcuno è più intelligente di qualcun altro" con " io sono molto più intelligente di Voi". se vuoi far filosofia devi essere più rigoroso, ché la matematica è sua figlia.

ID63346 - 05/01/2016 20:46:37 - (Dru) -

Poi non hai capito di quale io si tratti, si tratta dell'io di ognuno di noi e non di Alessandro Vaglia. Insomma, allenamento a ragionare, questo ti manca.

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