«Digital Era»

**L'articolo a cui si riferisce il lettore è stato pubblicato sul giornale finanziario nel marzo scorso (qui una traduzione). È stato ripreso dalla stampa in questi giorni, da quando Mario Draghi è stato incaricato di formare un nuovo governo.


Si parla ormai da tempo di digitalizzazione nell’ambito di quella che viene definita la quarta rivoluzione industriale e ancora una volta, nel nostro Paese, sono evidenti delle grosse resistenze che ci impediscono di cavalcarne l’onda.

È chiaro che ogni cambiamento non avviene in modo naturale e spontaneo, ma richiede senza ombra di dubbio uno sforzo consapevole da parte di tutti, in quanto siamo chiamati a confrontarci con una nuova realtà emergente che si sta affermando prepotentemente e che non va ignorata o affrontata con totale indifferenza.

Dunque, in questo contesto, dovrebbe essere logico per chiunque abbia le possibilità e soprattutto le responsabilità, cercare di formarsi adeguatamente al fine di proporre delle soluzioni alternative e necessarie a stravolgere gli ormai obsoleti sistemi tradizionali.

Il futuro si gioca su idee ed innovazioni supportate dalle nuove tecnologie digitali (blockchain, big data, intelligenza artificiale), assolutamente indispensabili, in particolare per snellire la burocrazia nella quale ci troviamo impigliati da troppo tempo, approfittando anche dell’attuale crisi economica, complice la pandemia di Covid-19.

In questo senso Einstein ci insegna che “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le Nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato”.

Ciò nonostante, la tendenza è sempre quella di ripercorrere le vecchie vie, senza tener presente che il contesto attuale sta mutando radicalmente. Perciò dovremmo costantemente chiederci: “In un’economia particolarmente dinamica le strategie di ieri si adattano necessariamente anche all’oggi?”.

Se così non fosse, le nostre azioni potrebbero produrre degli effetti collaterali indesiderati, portandoci inevitabilmente a sbattere contro una barriera invalicabile. Sempre citando Einstein:” Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a farle nello stesso modo”.

Gilberto Gabrieli

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