Detraibili le spese scolastiche

Nuove detrazione per la frequenza delle scuole dell’infanzia, del primo ciclo di istruzione e del secondo grado sono state introdotte nel Tuir, con l’entrata in vigore della legge 107 del 2015 (cosiddetta «Buona scuola»).
L’atteso chiarimento sull’effetto pratico delle nuove detrazioni è contenuto nella circolare n. 3/e, emanata nei giorni scorsi dall’Agenzia delle entrate.

Considerate la rilevanza sociale e le implicazioni di carattere tecnico connesse all’attuazione delle nuove detrazioni, l’Agenzia delle entrate ha interpellato il ministero dell’Istruzione per individuare il preciso ambito applicativo delle stesse: secondo il dicastero di viale Trastevere, ad esempio, le spese per la mensa scolastica, la tassa di iscrizione e la tassa di frequenza sono detraibili nel limite massimo di spesa annua di 400 euro per alunno o studente, a partire dal 2015.

I contributi volontari consistenti in erogazioni liberali, finalizzate tanto all’innovazione tecnologica quanto l’ampliamento dell’offerta formativa o l’edilizia scolastica, sono invece detraibili senza limite d’importo.

Per esempio, l’acquisto di cartucce per le stampanti, il pagamento di piccoli e urgenti lavori di manutenzione o di riparazione degli edifici scolastici, l’acquisto di fotocopie per verifiche o approfondimenti degli alunni, sono ammesse in detrazione senza alcun tetto di spesa a condizione che il versamento delle stesse sia eseguito tramite sistemi di pagamento tracciabili, in applicazione al nuovo quadro normativo della lettera i-octies dell’articolo 15 del Tiur.

Chiaramente, quelli descritti nella circolare dell’Agenzia delle entrate, sono solo alcuni esempi pratici delle possibili spese che potranno fruire delle detrazioni Irpef, contenute nelle nuove disposizioni del Tiur in ambito scolastico.