21 Marzo 2011, 07.00
Lettere

Non dimentichiamoci del lavoro

di Giacinto Lucchini

«Fra le conquiste di questo secolo e mezzo di storia italiana non dimentichiamoci delle conquiste nel mondo del lavoro» è l'esortazione di un lettore.

In questi giorni caratterizzati dalle celebrazioni del 150°anniversario dell’Unità d’Italia vorrei ricordare anche il percorso che il nostro Paese ha fatto in questi anni in materia di tutela del lavoro dagli infortuni e dalle malattie professionali mostrando come ogni tappa storica ha avuto importanti risvolti anche in questo ambito.
 
Il problema della tutela dei lavoratori dagli infortuni e dalle malattie professionali cominciò a porsi all’attenzione dei politici italiani solo nella seconda metà dell’800 con l’intensificarsi del processo di industrializzazione del nascente Regno d’Italia e il passaggio di crescenti masse di lavoratori dall’agricoltura all’industria, alle cave, alle miniera e all’edilizia che portarono all’aggravamento repentino dei fenomeni infortunistici e all’insorgere di patologie legate alla mansione.
E’ così che inizia l’intervento del legislatore di allora, spinto anche dalle nascenti organizzazioni sindacali, ad adottare leggi di tutela del lavoro: viene così emanata la prima legge in Italia (Legge n. 80 del 17 Marzo 1898) che affrontava in modo organico il tema a cui faranno seguito numerosi altri dettami normativi, sempre però con un approccio in cui l’infortunio era concepito come “tragica fatalità†ineliminabile insita nella mansione lavorativa.

Bisogna aspettare il 1942 per l’emanazione del nuovo Codice Civile e della Costituzione repubblicana del 1948 per veder nascere il principio della “massima sicurezza tecnologicamente fattibile†che ancora oggi è valido in questo ambito e che è stato ispiratore dei decreti n. 547 del 1955 e n. 303 del 1956 in materia di prevenzione e igiene sul lavoro che hanno definito i doveri generali dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti e dei lavoratori e hanno dettato numerose regole e disposizioni generali di protezione che affiancano al dovere di rendere edotti i lavoratori dei rischi cui sono esposti, numerose altre disposizioni riguardanti i luoghi di lavoro, le attrezzature, la sicurezza elettrica, i mezzi di protezione affinché siano idonei ed adeguati durante lo svolgimento dell'attività lavorativa.

E’ l’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea che porta i successivi miglioramenti dei giorni nostri: l’obbligo del recepimento nel nostro ordinamento legislativo delle direttive comunitarie hanno imposto anche al nostro Paese la nascita all’interno delle aziende di figure professionali specifiche per la gestione dell’attività di protezione e prevenzione (D.lgs 626/ 1994 confluito oggi nel Testo Unico D.Lgs. n. 81/2008 di riordino di tutta la materia).
Dunque, quello del nostro Paese, un percorso formato da tante tappe storiche con importanti risvolti sociali e tante conquiste anche in materia di tutela del lavoro da infortuni e malattie professionali.
 
Giacinto Lucchini


Commenti:
ID7853 - 21/03/2011 18:14:11 - (Tattilio) - Quando si dice la memoria

Bravo Giacinto, spesso si dimentica che quello che oggi abbiamo è frutto di lotte, di fatica mediatoria, di rivendicazioni mai stanche. Per fortuna siamo in Europa, perchè noi Italiani impiegheremmo poco a perdere quello che abbiamo conquistato!

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