Scontro in Consiglio
di val.
Si è dimessa, con strascico di polemiche, Adele Caini, capogruppo di maggioranza in seno all'amministrazione comunale di Odolo. Dopo la surroga già individuata la figura che la sostituirà con Cultura, Istruzione e Museo
«Ritengo non sussistano più i presupposti per un mio impegno all’interno della maggioranza, in quanto sono venuti a mancare quel rapporto di fiducia e quella comunicazione diretta, aperta, limpida e soprattutto rispettosa che considero indispensabile per poter esercitare un confronto costruttivo»
Così inizia, con una lunga lettera protocollata agli atti, a spiegare il motivo delle sue dimissioni la capogruppo di maggioranza, con delega a Cultura, Istruzione e Museo, del Comune di Odolo.
Preso di mira il sindaco Marino Zinelli, che non garantirebbe «una gestione amministrativa più democratica».
Da noi interpellato, il primo cittadino ha ritenuto di non rispondere «a pesanti esternazioni che sono il frutto di sue personalissime posizioni», affermando che la capogruppo «aveva carta bianca su tutte quelle che erano le sue competenze».
C’è anche l’accusa di essere stata scavalcata in più occasioni, come nel rapporto con l’istituzione scolastica: «Sono il sindaco, quando vengo interpellato non posso esimermi dall’intervenire».
Fra le accuse al primo cittadino «modalità accentratrici ed impositive», «accuse personali», «sondaggi di gradimento via chat sul mio operato, per altro definito “capriccioso”», «la minaccia di togliermi le deleghe», «i toni aggressivi».
Ma c’è anche la decisione presa in autonomia dal sindaco di diminuire le spese per garantire il diritto allo studio, motivandolo col fatto che «la scuola odolese ormai accoglie solo stranieri».
La fatidica “goccia” sarebbe l’essere contrario all’esposizione della bandiera della pace alla manifestazione del 4 novembre, che ha provocato anche la non partecipazione delle scuole medie.
Adele Caini è stata “surrogata” in Consiglio da Marco Galvani, primo dei non eletti.
Le sue deleghe sono in corso di affidamento a Carola Colbrelli.
«Ciò che mi lascia più amareggiata, il fatto che nessuno del gruppo, nei giorni successivi alle mie dimissioni, si sia fatto sentire».
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