23 Ottobre 2020, 07.48
Pensiero

«Rovelli e la sua lucida confusione»

di Dru

Carlo Rovelli, il fisico teorico che negli ultimi anni ci ha abituati ad una divulgazione che vuole mescolare la Fisica teorica con la filosofia della scienza o epistemologia, qualche giorno fa, invitato da Fabio Fazio, ci ha rivelato che la cosa in sé non esiste..



Sinceramente il Rovelli ci stupì solo qualche hanno fa affermando in un suo libro che il tempo non esiste.

Sulla teoria di Einstein è abbastanza intuitivo mostrare che il tempo è in funzione dello spazio e che dunque il tempo assoluto (cioè sciolto da qualsiasi relazione) è un errore della fisica classica.

Ma oggi Rovelli spinge la teoria oltre il tempo, per minacciare lo spazio.

Infatti la cosa in sé, già fortemente ridotta dalla conoscenza di Kant, sarebbe quell’essere che, con o senza relazione alcuna, esiste per sé e non per altro.

Ma il conoscerla diventa un impossibile in Kant, perché la conoscenza è principalmente qualcosa tra le cose in sé e non tutto ciò che le comprende.

Questa disposizione kantiana della conoscenza o criticismo è il risultato del razionalismo cartesiano e del realismo platonico.

Platone distingue le idee dal mondo materiale e afferma la reminiscenza di quelle in questo, cioè considera il mondo del sensibile come identico a quello ideale ma manchevole della totalità o unità.

Ma cosa significa fondamentalmente totalità?

Nasce il problema della relazione con Platone, con la soluzione della catarsi.

Il manchevole raggiunge la propria pienezza nella ricerca.

La ricerca non è altro che la produzione della relazione.

La conoscenza dell’essere in totalità è produzione della relazione tra mondo sensibile (o conoscenza e coscienza, cosa per sé)  e mondo delle idee (o essere, cosa in sé).

Con il razionalismo Cartesio non fa altro che acuire la distanza tra conoscenza e essere, tra res cogitans e res extensa.

Il cogitato già in Cartesio, non è più qualcosa tra le cose, per cui vi è identità del loro essere.

In Cartesio il cogitato è l’immagine di ciò che la cosa in sé riflette di sé, dunque tra immagine della cosa in sé e la cosa in sé si compie una frattura, opposizione, che Kant tratterà tramite la dialettica trascendentale.

Ma sia l’immagine di ciò che la cosa in sé riflette, che la dialettica tramite gli oggetti  a priori della coscienza sono due analisi della stessa produzione della relazione, che in principio l’ontologia platonica ha escogitato come rimedio per rimettere insieme ciò che è stato in principio separato: mondo sensibile, mondo delle idee.

Anche Nietzsche non si sottrae e anzi diventa lo strenuo risolutore di quella relazione in “tutto è interpretazione”.

Lo è perché con lucida mente, non confusa come quella di Rovelli, comprende l’origine della produzione della relazione.

Quell’origine sta proprio nella produzione

Se è Dio, il mondo delle idee, ciò che riflette l’immagine, gli a priori, la cosa in sé  a produrre noi, allora noi non produciamo, ma dato che i produttori siamo noi, allora Dio, il mondo delle idee, ciò che riflette l’immagine, gli a priori, la cosa in sé non esistono in quanto tale ma solo come interpretazione di ciò che la conoscenza è.

In “verità e menzogna in senso extramorale” così Nietzsche scrive “Solo quando l’uomo dimentica quel primitivo mondo di metafore, solo quando la massa originaria di immagini  (che sgorgano con ardente fluidità dalla primordiale fantasia umana) si indurisce e irrigidisce, solo quando si crede, con una fede invincibile, che “questo” sole, “questa” finestra, “questo” tavolo siano verità in sé: in breve, solo quando l’uomo dimentica se stesso in quanto soggetto “artisticamente creatore”, solo allora può vivere con una certa calma, sicurezza e coerenza”.

Il punto sta nella produzione della relazione o divenire.

Perché la relazione divenga il qualcosa, che unisce le differenti realtà che appaiono e scompaiono, cioè diventano, questa stessa  relazione tra la massa originaria di immagini e noi dimentichi di averla prodotta va prodotta da un Dio che ci annulla (quando l’uomo dimentica se stesso), per conseguire un mondo in Dio al sicuro, al coperto dagli imprevisti causati dalla produzione (cioè entificazione e nientificazione).

Ma, dopo, questa produzione ci soffoca (quella che ci ha fatto dimenticare cosa siamo, produttori)  e per liberarcene viene  da Nietzsche riconosciuta come prodotta da noi che per produrre  abbiamo bisogno di annullare un  Dio come agente, proprio quella cosa in sé che il Rovelli scopre solo ora come relazione prodotta.

Ora, perché intendo affermare la lucida confusione di Rovelli?

Lucida perché non dice nulla di nuovo della confusione come fusione di ideale e reale  che ha regnato la storia della filosofia.

Confusione perché vorrebbe sorprenderci, e la confusione nel Logos è la sorpresa che, dicendo in verità nulla di nuovo, si confonde.



Aggiungi commento:

Vedi anche
10/10/2015 09:50

La realtà siamo noi, Dru contro Rovelli «Sto leggendo un libro di Carlo Rovelli, lo scienziato che ha studiato e concepito in fisica sulla gravità quantistica a loop, il libro si intitola "la realtà non è come ci appare", il libro e lo scienziato mi incuriosiscono, come mi incuriosisce la sua ingenuità»

13/03/2015 09:00

Passeggiare tra le nebbie dell’ignoranza Gli scienziati sostengono che il nostro universo ha un’età di circa quattordici miliardi di anni e noi, genere umano, di esso conosciamo oggi, sì e no il cinque per cento

27/03/2013 07:07

Un viaggio tra Ecologia, Filosofia e Fisica da qualche tempo che filosofi ed ecologisti usano un termine che era proprio della fisico-chimica: Entropia. alla ricerca di un equilibrio fra produzione e consumo

26/06/2014 07:25

Restare liberi nella tecnica E' significativo il pensiero che rende il senso della cosa, o il significato che è la sua essenza. differentemente il suo esser quella cosa, quel pensiero, vuole la trasformazione di essa. La trasformazione di essa è lo scopo dell'azione voluta

18/06/2016 07:54

Non ho colpe perché ero comandato Dovete sapere che a Norimberga i nazisti ebbero l'ardire di mostrare cosa celasse il significato della tecnica nel suo lato peggiore...




Altre da Terza Pagina
24/04/2024

25 Aprile, la Festa della Liberazione in Valle Sabbia

Le cerimonie di commemorazione e i momenti di festa per il 79° Anniversario della Liberazione nei comuni valsabbini e limitrofi

22/04/2024

Il Giappone arriva a Gardone Riviera

Accompagnata, tra gli altri, da Nicola Bianco Speroni del Rotary Club valsabbino, la signora Kobayashi, moglie del Console Generale del Giappone, ha visitato i giardini della Fondazione Heller

22/04/2024

Gino Bartali, l'eroe silenzioso

Per la rassegna “Altri Sguardi” questo mercoledì, 24 aprile, Federica Molteni in scena nello spettacolo dedicato al ciclista italiano che salvò centinaia di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale

20/04/2024

L'Unione ristoranti del buon ricordo festeggia i 60 anni

Al sodalizio sono stati legati, nel corso degli anni, ristoranti valsabbini e gardesani che donavano ai commensali degli speciali piatti in ceramica decorati, ora oggetto di collezione

19/04/2024

L'attesa

Tutti noi abbiamo familiarità con l'attesa. Solitamente non la vediamo di buon occhio e, se fosse possibile accorciare i tempi per ottenere una determinata cosa, immagino che nessuno di noi si tirerebbe indietro. Ma l'attesa non potrebbe avere anche degli aspetti positivi?

17/04/2024

I Carminis Cantores sul podio al Concorso Città di Chiari

Il coro di Puegnago del Garda ha vinto il secondo premio al Concorso Corale Nazionale

15/04/2024

«Foglie al vento», Kaurismaki chiude la quadrilogia sul lavoro

Questo mercoledì, 17 aprile, al Cinema di Vestone la commedia amara del regisa finlandese, chiusura di una quadrilogia iniziata nel lontano 1986

14/04/2024

Gli attrezzi in legno di 4000 anni fa

Inaugurata alla presenza delle autorità la mostra “L’età del Legno. 4000 anni fa al Lucone” presso il Museo archeologico della Valle Sabbia

13/04/2024

La luce di Annalisa Durante

Annalisa Durante, la torcia che diffonde luce dovunque sia raccontata la sua storia

12/04/2024

Testimoni di Geova, la campagna contro le tossicodipendenze

La sezione valsabbina dei Testimoni di Geova è impegnata in un'importante campagna mediatica per combattere un fenomeno che coinvolge ormai circa 300 milioni di persone nel mondo