Snobbano e spiano il giornale fingendo disinteresse, pronti a far intervenire, protetti dall’anonimato, servizievoli supporter se qualche cosa urta la loro suscettibilità.
Ho sentito Latouche ieri sera a "servizio pubblico" , sinceramente non mi ha colpito la sua teoria sulla decrescita non tanto nel contenuto , che come tale rimane una delle tante e possibili verità , quanto nella forma e esposizione ; ma si sa , il video non è l'espressione più alta dell'intelligenza, in altra forma può darsi che le cose si mettano meglio per la sua teoria, almeno per quanto mi concerne. Il video è la forma più alta della tecnologia , ad oggi rimane la forma vincente.
e sono di Ponte Caffaro.
Presupporre che nell'anonimato si possa esprimere una libertà senza vincoli è una chimera. La libertà autentica è consapevolezza e la consapevolezza è responsabilità. Esattamente il contrario dell'anonimato dove l'irresponsabilità impera. In realtà l'anonimo, in una democrazia come la nostra dove la libertà d'espressione è nelle radici del sistema, è un debole che cerca forza dall'ombra per garantirsi un palcoscenico. Alla fine è solo un "servo" incazzato. Riccardo Corradini.
intendo mantenere l'anonimato. Luigi Melzani.
Caro Ric, non ti dice niente il detto "tanti nemici tanto onore"? E' il contrario del "ti piace vincere facile" dei politici di oggi. Meglio essere attaccati da un esercito di invisibili che essere invisibile. Destra e sinistra se si toglie Gavardo sono anonimi e invisibili. Il piccolo esercito leghista ( l'unico che ci mette la faccia) non potra' essere battuto da un enorme esercito invisibile ( te lo spiega Giulio Cesare nel De bello gallico). Se poi la lega sapesse darsi una struttura democratica e progressista potrebbe convincere anche quelli come me che insistono su altre anonime sponde.
Non so come mai intellettuali e giornalisti se ne escono ogni tanto con riferimenti a Sciascia che nulla c'entrano con il vero pensiero di questo grande scrittore. "Non viviamo in un romanzo di Sciascia." è un'allusione forse alle polemiche che lo scrittore suscitò con le sue posizioni su un certo modo di fare politica? Su un certo modo di essere stato dello stato? Forse Severgnini dovrebbe essere un po' più accorto nel tirare in causa Sciascia, il quale ha saputo da politico, quando fu eletto al parlamento, e da scrittore metterci al faccia sempre. Mi viene in mente una piccola grande metafora sui tempi di oggi di Fruttero e Lucentini: la prevalenza del cretino, ma poi andremmo fuori tema. Sergio
...e che non credo che lui si riferisse all'oggetto del Leretico , ma ho solo le poche parole scritte da Aldo e non intendo documentarmi su questo, troppo poco tempo per inoltrarmi nella assoluta assenza del personaggio citato , in riferimento a quanto detto . Oltre tutto Sciascia è l'uomo i suoi romanzi e scritti le sue fantasie, non credo che il piccolo Severgnini intendesse offendere Sciascia in riferimento al reale del quotidiano con i suoi scritti o detti. Di Sciascia politico e giornalista mi piace sempre ricordare la polemica aspra che ebbe con il giornalista Eugenio Scalfari a proposito del pool antimafia e suoi affini , così diceva Sciascia :Non sono infallibile; ma credo di aver detto qualche inoppugnabile verità. Ho sessantasette anni, ho da rimproverarmi e da rimpiangere tante cose; ma nessuna che abbia a che fare con la malafede, la vanità e gli interessi particolari.
Non ho, lo riconosco, il dono dell'opportunità e della prudenza. Ma si è come si è. Credo che si intuisca a chi e cosa si riferisse per ciò che concerne La Repubblica e il suo Editore .
Se il tema dell'articolo è l'ignavia di chi si nasconde dietro l'anonimato per non rischiare di affrontare i fischi anonimi o la cagnara dei commenti in rete, credo che Sciascia ne sia lontanissimo. Sciascia non ha bisogno di essere difeso, parlano le sue opere e qualcuno dimostra di non conoscerle. Uno che lo criticò duramente fu Scalfari che gli rispondeva in merito al libro l'Affaire Moro senza nemmeno averlo letto. Noto che il difetto persiste anche in altri giornalisti che pur sembrano preparati e capaci nell'uso della parola, ma spesso non hanno tempo di approfondire gli argomenti di cui professionalmente si occupano. Il tempo costa e la verità ci rimette quasi sempre. Ma alla politica non interessa la verità, soprattutto se è lontana da quella che sbandierano nella propria ideologia, che tutto salva e tutto copre. Se vogliamo parlare di Sciascia allora potremmo ricordare quando difese Tortora senza se e senza ma, quando chiese la
trattativa per liberazione del giudice D'urso in mano ai brigatisti rossi, dopo l'orrenda fine di Aldo Moro; quando fece causa a Berlinguer per aver smentito pubblicamente una dichiarazione di cui Sciascia era stato testimone e cioé che nel caso Moro erano implicati i servizi segreti dell'allora Cecoslovacchia. Insomma ce ne sarebbero da dire. Ma sicuramente non si può dire di Sciascia quello di essersi nascosto.Ho preso spunto da alcune parole qui pubblicate per precisare e spero di non avervi annoiato. Come spesso accade si parte da un punto e si arriva dove nemmeno l'autore avrebbe mai pensato di poter arrivare. Il destino di chi scrive e sempre quello di essere in qualche modo "interpretato". Il tema era un altro ma Sciascia è comunque un ottimo esempio da usare in positivo anche in questo caso.
Non sono nella testa di Severgnini, ma il riferimento a Sciascia mi sembra abbastanza semplice. Riguarda il suo romanzo piu' famoso " Il giorno della civetta" e il clima di omerta' della Sicilia rispetto alla mafia. Avrebbe potuto dire qui da noi non si rischia niente a firmarsi. Non serve troppo coraggio a fare accuse, non serve l'anonimato. Avrebbe reso meglio l'idea, ma poteva passare per leghista . Ha preferito la metafora.
l' argomento è la politica ; ma la politica , oggetto di questa conversazione , non può offuscare una mente così lucida come è quella di Aldo , può per quanto attinente con quella meno lucida di Severgnini e mi spiego : "ìl giorno della civetta" lo puoi definire il successo narrativo ma il successo di pensiero é " Uno, nessuno e centomila" e mi piacerebbe chiudere qui e pensare che basti questo per Aldo per una migliore comprensione di quanto vado dicendo qui da un po di tempo , altrimenti pazienza.
Non è come in questo romanzo , più che in altri , che si nasconde la chiave di lettura del nostro tempo ? non è qui più che là che siamo nessuno e per nasconderci dai centomila ci camuffiamo ? magari nell'anonimato troviamo una dimensione materna , genitrice per l'Io e le imposizioni di una società per noi ingiuste , magari lo facciamo anche solo istintivamente. Non era che si firmava Sciascia ma era Pirandello ?
Che poi si voglia attribuire a Platone la frase sopra : “ anche un uomo onesto dotato dell’invisibilità diventerebbe un ladro (tanto chi lo scopre)” mostra , ancora più fermamente , quanto espone Leretico sulla "verità" e il terreno ad essa poco incline del nostro tempo e lo mostra in quanto con 10 parole si può distruggere l'opera intera del massimo filosofo esistito. Mai Platone si sognerebbe che all'uomo onesto che potesse diventare invisibile verrebbe in mente di fare il ladro a meno che non si intendesse per uomo onesto colui che onesto lo è per imposizione. Non sono le circostanze , per quei filosofi là , che fanno dell'uomo un uomo onesto , ma qualcosa di ben più grande , qualcosa che travalica le società e le forme che essa impone , per Platone erano le Idee. Ecco qui l'Uno pirandelliano ( metafisica ) di cui la nostra società si è liberata, o almeno combatte ogni giorno per farlo ,
ecco perchè ora siamo in centomila , ma dovremo per forza tornare a quell'uno, a quell'essere se vogliamo che l'uomo riprenda ciò che egli stesso ha messo in discussione grazie al "suo" relativismo.
Quell'insieme di consuetudini, di atteggiamenti, di mentalita' che puoi trovare in Verga, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, fino a Camilleri, e' cio' che Sciascia definiva "Sicilitudine" e il tuo vedere lo scrittore come reincarnazione di Pirandello e' un modo per scorgerne la continuita'. La lezione di leretico su Sciascia non ha invece alcun valore, come afferma Severgnini e' "irrilevante", se non si conosce il background dell'autore. Il retroterra politico culturale di chi scrive ci aiuta a decifrare il messaggio che per la natura del mezzo non puo' essere un trattato. Non e' questione di pregiudizi, ma di completezza di informazioni.
Severgnini (e chi lo cita): anonimato non è libertà; anonimato è un invito all'irresponsabilità, copertura per l'ignavia; l'affermazione senza firma è poco interessante: non siamo in un romanzo di Sciascia dove queste cose accadono, cioé dove l'anonimato ha dignità, dove i politici non si firmano. Secondo Vaglia quanto sopra si riferisce a "il giorno della civetta" (1961 - 50 anni fa). Il clima di omertà della Sicilia rispetto alla Mafia. Per questo ha citato Severgnini. Ebbene, correndo il rischio di un'altra lezione "irrilevante", il romanzo di Sciascia non è sull'omertà e nemmeno sull'anonimato. Insomma il sillogismo citato non è pertinente e tanto più non lo è quanto più si tenta di strappare a Sciascia quello che non ha mai voluto dire. Alla fine rimane un sillogismo senza "civetta". E' vero, prima di citare bisognerebbe conoscere il background dell'autore.
Non e' colpa mia se non capisci le metafore. Fattele spiegare da chi le usa. Chiedi a Severgnini cosa voleva dire con "non siamo in un romanzo di Sciascia". Io l'ho capita in un certo senso, tu non l'hai capita per niente, ma hai la pretesa di dare lezioni gratis e anonime.
come il mio paesano giacomino voglio restare anonimo Mora Riccardo
Leretico non capisce le metafore: lo posso anche accettare e non voglio insegnare niente a nessuno. Sono un po' sensibile alle citazioni sul mio preferito che credo sia sempre citato "male". Comunque non sono un anonimo e mi ero già firmato.Sergio Piccerillo
non preoccuparti...siamo in tanti qui ad essere ignoranti
credo , mi sbaglierò , ma credo che Leretico abbia i mezzi per non ignorare , certo qui non li ha mostrati del tutto, ma non dal punto di vista del contenuto delle sue argomentazioni , quelle come possiamo noi comuni mortali di metterle in discussione, ma semmai dal punto di vista della forma e mi spiego : come obiettivo Leretico aveva in questo contesto di difendere Sciascia dalle interpretazioni fuorvianti e a suo vedere denigranti dello scrittore ; a parte che non vedo dove, non tanto in Aldo ma nemmeno in Severgnini , ma può darsi che sia io qui l'ignorante , palla al centro : cosa che è risultata subito è una mira sul protagonista dell'articolo , Aldo , che non era il demiurgo ma semmai l'ambasciatore di questo inciso su Sciascia. Ma può darsi che mi sbagli. Comunque complimenti a Leretico , mi fa ben sperare in questo luogo dove la "regola" è un passatempo poco adoperato , complimenti davvero.
Vorrei rassicurare paolob che da parte mia non c'e' alcuna intenzione di dare dell'ignorante a chicchessia. Con leretico serviva un chiarimento che alla fine c'e' stato. Considero le critiche il sale della democrazia e uno strumento utile per migliorarsi, questo non deve far pensare che si accettino supinamente le idee altrui senza far valere le proprie.
Anonimato o commenti firmati? Il «Punto di vista» del nostro Vaglia, oggi, è di quelli che appassionano il web da quando ci si fa informazione. Cioè da sempre.
Anonimi? Basta! Caro Direttore, devo confidarti che non sono mai riuscito ad entrare in sintonia con la novità dell'anonimato...
Meglio onesti e inetti o ladri ma capaci? Questo il motivo di una trasmissione che ho seguito con estremo disinteresse, dove Cirino Pomicino ex DC di un ex DC, e Sallusti, direttore di qualche giornale, hanno condotto, almeno nei termini di cui sopra
Destra e sinistra sono scatole vuote Nei prossimi mesi un’overdose di dichiarazioni su destra e sinistra, su ladri e comunisti, conservatori e riformisti,liberisti e statalisti, ingorgherà il dibattito politico e sarà tanto più urlata quanto meno gli schieramenti politici avranno da proporre discussioni sensate
La politica è allergica alla libera informazione Non è una questione di destra o sinistra, di nazionale o locale. Se i giornali non sono asserviti a questo o a quello schieramento, non riscuotono alcuna benevolenza da parte dei politici
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Una critica circostanziata della minoranza consiliare di Gavardo al Centro contro la municipalizzata gavardese e alcune scelte della giunta Vezzola su Tares e Ufficio di Polizia locale
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Girelli: «Quella della giunta Maroni è stata un'operazione di facciata e i ticket per i lombardi rimangono costosi ed iniqui». Il consigliere regionale rilancia
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(8)La giornata giusta per ricordarla era stata programmata per settembre, in occasione della visita del ministro Kyenge nel Bresciano, che poi non è avvenuta. Si farà questo lunedì
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ID16366 - 20/01/2012 10:03:05 - (paolob) - ...
vero.basta che la redazione al momento dell'iscrizione chieda i dati personali di una persona.come fanno altri siti.in effetti ci parecchie persone che utilizzano internet per sfogare una "specie" di rabbia repressa.Paolo Burlon(Prevalle)