03 Giugno 2013, 07.00
Politica&Giustizia

Guerra per una giustizia ingiusta

di Leretico

È da anni, sotto gli occhi di tutti, il conflitto tra magistratura e Berlusconi. La cosa è diventata ormai un tormentone: non c'è giorno in cui non ci sia un attacco reciproco

 
Ognuna delle parti si straccia le vesti per qualcosa che avrebbe fatto o avrebbe detto l'avversario.
La cosa preoccupante è che ci sia e si possa pensare ad un avversario della magistratura diverso dalla delinquenza, dal malaffare, dalla corruzione e dalla malversazione.
Eppure la magistratura è convinta che, perseguendo Berlusconi, sia giustamente in quel campo.
 
Per qualcun altro, invece, essa ha invaso il terreno politico come braccio armato di quella corrente anti-berlusconiana che ha dominato la sinistra degli ultimi anni e che ha polarizzato la lotta politica in uno stanco ritornello controproducente.
In un modo o nell'altro, per vent'anni si è parlato di Berlusconi, sia a destra che a sinistra, e non si può disconoscergli una capacità comunicativa superiore ai suoi avversari, visto questo esito.
 
I problemi, invece, sono nei contenuti di quella comunicazione e nei fatti, ma questo è un altro discorso.
 
Non si vuole qui entrare nel ginepraio del merito delle varie questioni giudiziarie, non si vuole quindi aggiungere la propria voce a quelle che su sponde opposte difendono da un lato i magistrati e dall'altro Berlusconi.
Si vuole solo registrare da un punto di vista esterno, quello del cittadino semplice, l'impressione che dànno queste vicende.
Soprattutto sottolineare come la questione giustizia sia entrata in una forma di stereotipizzazione, di schema sclerotizzato negativo, che ha come risultato l'impossibilità della critica, pena la "scomunica" da entrambi i lati con annessa ostracizzazione.
 
Così se si criticano i magistrati si diventa automaticamente berlusconiani anche se la critica è fondata su valide argomentazioni, come allo stesso modo si diventa "comunisti" se si fanno valere le proprie opinioni sulle vicende berlusconiane.
In questo modo passano in secondo piano i veri problemi della giustizia italiana e forse l'obiettivo è stato da sempre anche questo.
 
Ancora peggio è poi sapere che quasi metà della popolazione italiana, in questa temperie, non riesce più a riconoscere la necessaria credibilità alle azioni dei magistrati, per effetto di questa contrapposizione così cristallizzata. I giudici hanno, purtroppo, sacrificato un bene fondamentale: la terzietà; fornendo a Berlusconi un'arma eccezionale di resistenza e di contrasto: quella di poter ascrivere tutte le azioni giudiziarie a suo carico nella sfera della persecuzione.
 
Il sacrificio della "terzietà", delicato "bene comune", è avvenuto per continuo stillicidio e quindi molte volte.
La più eclatante fu senz'altro il caso dello "scoop" del 22 novembre 1994, messo a segno dal Corriere della Sera, che annunciò, un giorno prima della sua reale emissione, un invito a comparire in tribunale a Milano per Berlusconi, allora primo ministro, proprio durante una conferenza internazionale sulla criminalità che si teneva a Napoli e presieduta dallo stesso Berlusconi.
La cosa fu forse utile a Di Pietro, vista la carriera politica che ottenne in seguito, ma il prezzo fu altissimo per l'Italia, che ne vive oggi più che mai le conseguenze.
 
Tuttavia, memori della storia di Enzo Tortora, visto che lo si sente tirato in ballo ad ogni pie' sospinto, spesso a sproposito, ci sorprendiamo molto del parallelo fatto da Berlusconi a Brescia.
E la sorpresa viene dalla lontananza, direi abissale, per figura morale, senso del vissuto e percorso politico tra i due.
Ma la sorpresa si traduce in rassegnazione quando si considera questo paragone come parte di quel prezzo da pagare per la terzietà sacrificata di cui si parlava prima.
 
Enzo Tortora fu vittima di incompetenza, superficialità, invidia e clima politico ostile che insieme diedero un'immagine terribile dell'amministrazione della giustizia in Italia.
Da quella vicenda uscì il referendum sulla responsabilità dei magistrati, vittorioso ma puntualmente disatteso, nei suoi contenuti essenziali, dalla giustizia italiana.
Pura illusione che un potere utilizzi una legge contro se stesso.

A quella fotografia negativa e compromessa della giustizia guardano i cittadini quando si immaginano presi in quel meccanismo micidiale, tortura ignobile, soprattutto per gli innocenti.
E così il giudizio sulla magistratura dei giorni nostri si può scindere su due piani: quello di entità "kafkiana" in cui il potere giudiziario agisce con la faccia dell'inquisizione e il corpo micidiale composto di ingranaggi stritolatori; e quello dei tecnici specialisti delle leggi, che si sentono gli unici detentori della moralità pubblica da restaurare, gli unici in diritto di intervenire nella vita politica del paese, muovendosi purtroppo come il classico rinoceronte in un negozio di cristalli.
 
La cosa più antipatica per i comuni mortali è riscontrare giornalmente l'ingiustizia, quella dei delinquenti liberi dopo poche ore, quello degli "stalker" che ammazzano le donne non tutelate adeguatamente, quella dei bambini sequestrati a scuola dalla polizia, mentre questi signori, nelle loro nere e scintillanti toghe, si pavoneggiano nei vari telegiornali per casi più eclatanti, come se non fosse chiaro che dietro le quinte si svolgono puntualmente lotte fratricide per quella visibilità.
Una visibilità immorale ma necessaria per il successivo salto in politica, luogo della unificazione del potere giudiziario prima e legislativo poi, in barba al principio, vituperato ormai, della separazione dei poteri. Montesquieu, chi era costui?
 
La storia del magistrato Ingroia ha molto da insegnare in termini di inciviltà.
Ci si domanda, infatti, come sia possibile che una persona normale debba attendere tempi biblici per ottenere, per così dire, giustizia, mentre alcuni personaggi pubblici in pochi mesi  ottengono il processo.
E tanto sono lenti i primi quanto sono celeri i secondi, come se le due cose fossero tristemente in relazione.
 
Non si può allora non pensare che la velocità dei processi sia dettata da fini ulteriori, per mera deduzione.
Come a dire che ci sono esigenze primarie e secondarie a seconda che il cittadino sia di serie A o di serie B. Constatazione ironicamente vera quanto è drammaticamente falsa quella che la legge in Italia sia uguale per tutti.
 
Quante volte Enzo Tortora avrà pensato a quelle stesse parole, affisse alla parete sopra le teste dei suoi giudici nell'aula del tribunale di Napoli, e con disperazione.
Altrettante volte ci pensiamo noi, e sicuramente ogni volta che leggiamo delle arroganze della giustizia che dopo aver errato scrive sulle sentenze un semplice e insultante "ci scusi, ci siamo sbagliati", senza contare di aver distrutto vite e reputazioni.
 
Vittime collaterali?
Ogni guerra ha le sue, in maggior modo quelle per una giustizia ingiusta.
Un noto scrittore disse un volta che prima di diventare magistrati, i candidati a questa delicata funzione dovrebbero passare come minimo due settimane in carcere, in incognito, per capire il significato della sofferenza che si infligge e della tortura a cui si sottopongono gli innocenti che vi capitano ingiustamente.
Cosa dire? Forse qualche magistrato avrebbe bisogno di alcuni giorni in più dei quattordici suggeriti, e forse a certuni non basterebbero comunque per trarne il giusto senso.

Leretico
 


Commenti:
ID32600 - 03/06/2013 08:01:30 - (Dru) - Berlusconi il Cavaliere che si vuole disarcionare.

Lo stato lo ha fatto Cavaliere del lavoro, carica che viene istituita secondo il dettame del primo articolo della costituzione, il popolo lo ha fatto Re sulle fondamenta del suo passato di imprenditore e capace amministratore, è giusto che il potere giudiziario lo voglia disarcionare ? Si se ci sono fatti incontestabili e ritenuti tali da una magistratura super partes, no se i fatti vengono sistematicamente montati ad arte e la magistratura non fa gli interessi della giustizia ma quelli di una parte politica a dispetto di un'altra. A voi come sembra sia andata la storia a parte le simpatie e le antipatie per un personaggio sicuramente discutibile come discutibili erano Pericle, Cesare, Napoleone e Kennedy ?

ID32610 - 03/06/2013 10:52:14 - (bob63) - chi giudichera' i giudici ?

L'anti Berlusconismo e' da sempre cavallo di battaglia delle sinistre, incapaci di generare idee, troppo legate a luoghi comuni, e oltretutto incapaci di metterci la faccia inquestioni spinose come parlare di tagli alla spesa pubblica, ben sapendo di cozzare contro lobby da loro generate, la magistratura rossa non e' altro che il braccio armato da dubbie ambizioni, come togliere di mezzo l'unica alternativa alla sinistra se non demonizzando l'avversario? nemmeno 2 referendum sulle responsabilita' dei giudici sono servite a nulla, e quando il potere non tiene in considerazione il volere del popolo, si e' arrivati alla dittatura. La Costituzione, intoccabile per alcuni e' diventata la base dell' intoccabilita' di altri.

ID32616 - 03/06/2013 12:30:37 - (Capitano) - Che ci sia stato un accanimento

della magistratura nella prima fase della discesa sembra evidente. Sono partiti spavaldi volendo trovare forse quel palcoscenico mediatico che li avrebbe fatti emergere dall'anonimato (pensiamoci, i nomi dei magistrati famosi sono solo quelli che si sono occupati di VIP [Di Pietro, Bocassini, Woodcock]). Pensavano di "vincere facile". D'altronde, un cantante da crociera che, amico di Craxi, diventa dal nulla tra i più ricchi d'Italia, deve essersi per forza sporcato le mani (anche questo sembra evidente).. In alcuni casi i fatti lo hanno confermato. Questa è la storia. I magistrati di errori ne hanno fatti tanti, e una riforma della magistratura è sacrosanta. Ma qua oggi, ALLA LUCE DELL'EVIDENZA DEI FATTI, si parla di far rispettare la Legge, e non la volontà di un magistrato. E la legge vale anche per Silvio. Altrimenti, come per Tortora, vorrebbe dire che la Legge non è uguale per tutti.. e che quel qualcuno è più uguale di altri.

ID32622 - 03/06/2013 13:15:34 - (bob63) - x capitano

Giusto far rispettare la legge, specialmente se e' chiara, ma purtroppo in Italia le innumerevoli leggi non sono studiate per la tutela dei cittadini, anzi spesso servono a favorire l'interpretazione a discrezione dei giudici o magistrati.

ID32623 - 03/06/2013 13:16:45 - (Dru) - Esatto

Per questo motivo alla luce dell'evidenza dei fatti , ad oggi i fatti danno ragione a Silvio. Ma Capitano, il problema è che anche gli uomini possono sbagliare, figuriamoci i magistrati e continuando a perseverare vedrai che qualche fatto portato di porposito e artefatto in luce, condannerà un'innocente.

ID32625 - 03/06/2013 13:48:02 - (Aldo Vaglia) -

Il tema e' complesso e chiama in causa i due poteri che sono entrambi il rovescio della stessa medaglia. Narcisismo, mediocrita' e sudditanza sono le questioni di cui maggiormente soffrono i due poteri, non i vent'anni di fasullo accanimento nei confronti di uno spregiudicato faccendiere, che ha fatto i soldi con mafia e politica, o con politica mafiosa. Le carceri sono piene di straccioni che di criminale hanno piu' la nascita che la pratica. I ben vestiti e incravattati hanno tutti i riguardi prima di essere presi e tutte le garanzie una volta, per caso, acciuffati. Questa piu' che giustizia si chiama inquisizione e razzismo. Quando qualcuno in alto viene perseguito non puo' percio' che far sospettare che questo avvenga per invidia. In un racconto di Sciascia il dott. Michele Margotta nella sua vita attraverso' tre professioni: Avvocato, Magistrato, Notaio l'unica in cui dice di essere stato danneggiato dalla mafia e' quella di avvocato. Forse e' l'unica che qualche volta e'

ID32626 - 03/06/2013 13:49:39 - (Aldo Vaglia) -

controparte.

ID32628 - 03/06/2013 14:11:10 - (Capitano) - :D Gentile bob63

mi sembra di ricordare che Berlusconi abbia usufruito anche di leggi a favore fatte dai suoi governi (vedi la depenalizzazione del falso in bilancio e i vari lodi). E anche in questo caso la legge mi sembra non fosse a vantaggio dei cittadini.. Adesso la discussione nel PDL è sul semi-presidenzialismo.. Ma dico io, ma a chi caspita frega qualcosa in questa fase della vita del Paese? Stiamo affondando, l'Italia si sta desertificando economicamente e Alfano vuole il semi-presidenzialismo? Indovini perchè..

ID32630 - 03/06/2013 14:27:49 - (Capitano) - caro Dru, vediamo l'evidenza dei fatti..

vogliamo dire che Berlusconi è stato perseguitato dai magistrati? SI, lo è stato anche secondo me. Vogliamo dire che Berlusconi è stato giudicato colpevole di reati quando invece era innocente? SI, in diversi processi è stato assolto o il caso è stato archiviato. Vogliamo dire B. è una vittima innocente come Tortora? Assolutamente NO.. in 10 (dieci) processi è risultato colpevole del reato ascritto. Di queste condanne: 6 prescritte, 2 depenalizzate e su 2 ha goduto di amnistia. Questa è per me l'evidenza dei fatti!

ID32633 - 03/06/2013 14:47:21 - (Dru) - E'...

...evidente, caro Capitano, che Berlusconi è molto ma molto più potente di Tortora e questo uso della potenza mi fa una grandissima rabbia, ma mi fa anche vedere perché o si esce morti, come Tortora, dalle fauci della magistratura o qualcuno deve spaccare i denti di quelle fauci. "Possibile" che davvero la giustizia sia tramontata fino a questo punto? E' "possibile" che le società siano sempre più regolate dal prepotere e dalla volontà prevaricante e i deboli, benché e ancorché gentiluomini, debbano soccombere? Naturalmente la mia è una domanda retorica, sapete benissimo che io reputo per filosofia tramontate le verità tradizionali e la giustizia è una di queste, o credevate che i magistrati italiani facessero eccezione? Ecco quei "possibile" che ho messo tra virgolette richiamano prepotentemente l'ultimo mio scritto: se le verità tramontano e il limite si ridefinisce, ciò che era impossibile

ID32634 - 03/06/2013 14:48:41 - (Dru) -

ora è possibile e alle mie domande si sostituiscono nuove verità, nuove affermazioni...

ID32635 - 03/06/2013 14:51:19 - (bob63) - x capitano

Hai completamente ragione sui punti esposti, ma attenzione, questo accanimento di fatto e' stato comunque un freno per intere legislature, il caso B. ha interessato troppo la governabilita' del paese e di conseguenza il destino di tanti, non sto' contestando le accuse, ma sto' criticando tutto il sistema mediatico a beneficio dell'uno o dell'altro, anni di scoop televisivi, persone che si sono rese visibili cavalcando l'onda, privacy e segreto istruttorio sono su tutti i giornali scandalistici, informazioni che escono dai tribunali come nulla fosse, tutto questo non fa altro che ridicolizzare il paese, se poi addirittura la causa e' da attribuire alle istituzioni, be!! allora e' grave.

ID32637 - 03/06/2013 15:06:53 - (Leretico) - Il tema

Il passaggio che volevo sottolineare non è se B. sia o no colpevole né se la magistratura abbia ragione o meno sulla questione. Ma è quanto ci rimettono i normali cittadini, quelli senza difesa, per effetto e per colpa di chi manipola in un campo e nell'altro per ottenere la vittoria in questa logorante battaglia. Nella lotta contro la mafia chi osava criticare i magistrati di Palermo diventava automaticamente mafioso, chi critica B. diventa "comunista", chi critica i magistrati di Milano invece diventa come minimo amico e sodale dei corruttori. Non riusciamo a uscire da questo schema? Chi ci rimette in questa battaglia di potere? Penso che ai magistrati, come a B. di queste conseguenze non importi nulla. Ognuno preso a difendere il proprio giardinetto. I cittadini dovrebbero quindi protestare per riprendersi il Diritto, non a favore dell'uno o dell'altro, perché questi ultimi non sono che due facce del Potere.

ID32658 - 04/06/2013 13:51:16 - (Dolcestilnovo) - due cose

1) se l'esimio nano non evadesse il fisco come da lui dichiarato, non andasse con prostitute minorenni, non facesse indebite pressioni sulle istituzioni a lui sottoposte, e potrei continuare con una lista interminabile, ma per brevita' diciamo che se rispettasse le legg, inessun magistrato si sognerebbe di indagare su di lui, come non indagano su di me, su Leretico o su chiunque altro appunto rispetta le leggi.2) Attacco reciproco? Io vedo solo attacchi da parte del nano e dei suoi complici e la magistratura che risponde a questi attacchi, mai viceversa.3) Chiunque e' capace di comunicare come lo spregevole nano se gli si fa omaggio di 3 televisioni e nessuno mette in piedi una legge seria sul conflitto di interessi.4) smettiamola per piacere di parlare di "berlusconismo" elevando il pensiero che "ogni uomo ha il suo prezzo" al rango di teoria filosofica. Se il Silvio un nano fisicamente lo e' ben di piu' moralmente e nessuno come lui impersona il concetto cosi' bene espresso

ID32659 - 04/06/2013 13:55:29 - (Dolcestilnovo) -

da Fabrizio de Ande'.5) andiamo a vedere cosa ha fatto il nostro eroe quando era PdC con maggiioranza bulgara. Io mi ricordo solo la patente a punti, anch'essa figlia della credenza che ogni uomo ha un prezzo, per il resto solo disastri e leggi a suo favore.6) Leretico per piacere, non accusi i giudici di violare la terzieta', loro fanno solo il loro mestiere. Caso mai accusi il nano di violare la propria terza eta' volendo apparire cosa ahilui non e' piu'.

ID32666 - 04/06/2013 17:14:05 - (Dolcestilnovo) - mi spiace Dru

non avevo visto il suo commento ID32600, dove veramente insulta la sua intelligenza, cultura, preparazione confrontando un essere immondo a Grandi del passato come Cesare, Napoleone, Pericle. Lasci perdere certi confronti per cortesia. Come credo di avere gia' scritto su questo blog, certa gente deve pronunciare la parola mafioso solo quando e' davanti allo specchio per farsi la barba e uscire di notte incappucciata per non oltraggiare la brava gente. Un destino che sia appena appena giusto porta dritto dritto il nano a piazzale Loreto. Ed e' ancora poco.

ID32669 - 04/06/2013 17:27:43 - (Dru) - Perchè

lei crede che la fine dei personaggi che ho citato sia stata più pietosa nei loro confronti ?

ID32671 - 04/06/2013 17:53:51 - (Leretico) - La terzietà è un bene comune

Caro Dolcestilnovo, non voglio, come ho già sopra scritto, entrare nella polemica B. versus Magistratura, annosa questione che lascio alla sua legittima opinione, ma del valore di qualsiasi altra, anche ad essa contraria. Mi limito a non farle il piacere di contestare ai giudici il sacrificio della terzietà sull'altare della lotta contro un presunto avversario. Non sono io che ha dato questa definizione di B., è stato un magistrato che disse, meno poeticamente: "Io quello lo sfascio". Queso fatto, unito a quelli che ho enumerato nel mio articolo, e ne potrei mettere numerosi altri, non depone per la difesa della terzietà, ma ne costituisce un attacco e un sacrificio che danneggia solo quelli che ne avrebbero bisogno, della terzietà, e non ne hanno la garanzia. Terzietà significa non avere interessi in conflitto con l'esito di un procedimento giudiziario. Quale difesa della terzietà sarebbe ricevere un avviso di garanzia tramite i

ID32672 - 04/06/2013 18:03:00 - (Leretico) - continua

giornali? Oppure mi vuol far credere che per lei il fine giustifica i mezzi? Se proprio chi deve rispettare le norme non lo fa, mi scusi, ma mi fa dubitare della sua terzietà, perché quando nel meccanismo micidiale di questa giustizia ci fosse implicato un ignoto cittadino, non uno come B., l'ingiustizia, qualora fosse perpetrata, non potrebbe nemmeno venire a galla. E non sto assolutamente affermando che quella contro B. sia un'ingiustizia o una persecuzione. Se dovessi, qui ora, fare l'elenco delle ingiustizie provocate da questa amministrazione della giustizia, non basterebbero le pagine di tutto il blog, anzi di 1000 blog messi insieme. Spero che ne voglia convenire. Essere prigionieri dello stereotipo B. contro mafistrati impedisce oggi di parlarne, perché la discussione viene irrimediabilmente attratta nella polemica inutile di cui sopra. Le sue parole, Dolcestilnovo, ne sono una ennesima conferma, purtroppo.

ID32673 - 04/06/2013 18:28:52 - (Dru) - Queste cose che Leretico scrive sono solo una parte di quello che scrissi a suo tempo...

...e forse proprio a dolcestilnovo, ma non ricorco con precisione, dissi, credo, che alla potenza, in età di fede si può solo credere o non credere ma non si può chiedere la verità. La magistratura è forte ma Berlusconi lo è di più, tutto qui , prendersela per questo è sbagliato. Credere in una giustizia "giusta" è credere ai valori come venivano rappresentati e fondati un tempo sulla verità e chiedere a qualche cosa, la giustizia che si fonda sulla forza o resistenza del più forte, di perseguire la verità, è far violenza alla verità della giustizia , è chiedere l'impossibile caro Leretico e Dolcestilnovo.

ID32674 - 04/06/2013 18:34:27 - (Dru) - la giustizia terrena

non persegue più la verità , ma la forza e per fare ciò deve essere ingiusta nei confronti della giustizia(=la sua verità d'un tempo) e deve essere giusta nei confronti della forza(=la verità di oggi).

ID32681 - 05/06/2013 07:39:36 - (Dru) - potremmo dire allora...

...se la verità non esiste, non può esistere GIUSTIZIA che possa condannare con verità la devastazione dell'uomo.

ID32689 - 05/06/2013 11:41:45 - (Dru) - da filosofiazzero, un amico virtuale...

“Aveva ricevuto la spaventosa educazione di un ambiente in cui si commettono in una serata con le parole e con i pensieri più delitti di quanti non se ne presentino in corte d’assise, in cui si assassinano le più grandi idee con le battute, in cui si giudica in gamba chi vede giusto, e veder giusto significa non credere a nulla, non ai sentimenti, non agli uomini, nemmeno ai fatti, perché i fatti si costruiscono. Per vedere giusto, in quel mondo,bisogna tutte le mattine valutare quanto pesa la borsa dell’amico, mettersi politicamente al di sopra di ogni eventualità, non nutrire ammirazione per nulla, opere d’arte, nobili gesti, e considerare movente d’ogni cosa l’interesse personale.”[Honoré de Balzac "Eugénie Grandet"]

ID32720 - 05/06/2013 21:00:33 - (sonia.c) - rozmilla..

i suoi ultimi post ..meravigliosi! la citazione di Montaigne, la sottoscrivo in toto..bèh! fà piacere scoprire di avere idee e convinzioni condivise da tali illustri personaggi...a mia insaputa..allora non sono poi cosi ebete..

ID32724 - 05/06/2013 21:34:44 - (sonia.c) - tranquillo sior dru..

il suo "ebete" me lo tengo perchè è meritato.pensavo a quello che mi dicevano da piccola..azzzz! stè infanzia ingrata..

ID32729 - 06/06/2013 06:19:22 - (Dolcestilnovo) -

Caro Leretico, la terzieta' sara' anche un bene comune e sono arciconvinto che i giudici nella stragrande maggioranza dei casi rispettano questo principio. Essi devono indagare se ricevono notiziia di possibile reato. E sappiamo bene che il nostro non si tira mai indietro. Se poi un magistrato, tra l'altro uno degli allora piu' meritevoli, un giorno ha detto quella frase, non sara' stato perfettamente in linea con la terzieta' ma e' scusabile con l'ammontare e l'entita' dei reati commessi dal nano. Mi rendo anche conto che non sono obiettivo quando devo parlare di lui. Io lo farei morire mangiato vivo dalle formiche rosse nel deserto del Mojave o dalle pantegane delle fogne di Calcutta. Ammesso e non concesso che formiche e topi vogliano lordarsi nell' abboffarsi di tale orrido cibo.

ID32730 - 06/06/2013 07:56:16 - (Dru) - Beh Docestilnovo, che dirle...

lei crede agli asini che volano e ai giudici imparziali, ma vede, anche io a 18 anni avevo sul mio letto il poster del Che e credevo che il mondo lo avremmo cambiato io e il Che, poi mi sono chiesto, ma perché il Che è dovuto partire, lasciando solo la luce del suo ufficio accesa all'Avana e a governare è rimasto Fidel instaurando una delle dittature più ferree che umanità abbia subito? Semplicemente perché Fidel era studiato di uno studio che gli consentiva di capire il mondo e sapeva benissimo che per far giustizia (la sua) ci vuole la forza e questo il Che non lo capiva e non lo sopportava, perché lui aveva fatto studi di scienza e non di filosofia e a comandare uno stato lui non era portato, lui poteva al massimo esserne uno strumento come la scienza per la filosofia.

ID32739 - 06/06/2013 11:03:29 - (Dolcestilnovo) -

Pensi Dru che a 18 anni io avevo sul letto i poster di Gustavo Thoeni, Bob Morse e degli Eagles. E li porto ancora tutti nel cuore, non come ha fatto lei con il Che. Forse e' per quello che credo ad asini che volano e a giudici imparziali? E che non sopporto Berlusconi?

ID32742 - 06/06/2013 11:29:34 - (Dru) - se le dicessi di si...

...so che non mi crederebbe... Il Che è rimasto nel mio cuore, eccome, le mie parole sono dure nei confronti dei deboli e degli oppressi proprio per questo motivo e vedo nei potenti e nei prepotenti la forza che ai deboli manca, ma la vedo, caro Dolcestilnovo, cosa che lei non vede e non riconosce. Non è con le parole di disprezzo che fermerà la violenza, ma tramite la conoscenza dei suoi più intimi recessi. Con le parole di disprezzo o con l'arma del fucile o delle parole anche non violente, la violenza trionferà, adesso lei penserà che la sto lodando e sto parlando male della sua parte avversa, no, sto parlando proprio della sua di violenza. Ognuno di noi è violento allo stesso modo e sotto la stessa forma, certo l'espressione della violenza fisica ci sembra quella che più deve essere combattuta, quella tangibile, ma la violenza non è solo quella come ho detto se lei mi ha ascoltato fin qui...

ID32744 - 06/06/2013 11:42:59 - (Dru) - Il Che e Fidel

non erano amici degli oppressi, lo erano a parole, ma non comprendendo nemmeno loro cosa significhi violenza e la radice del suo significare per noi, erano a parole per gli oppressi e i deboli, a parole, ma erano parole contraddittorie...

ID32747 - 06/06/2013 12:05:36 - (Dolcestilnovo) -

beh Dru il suo e' pessimismo cosmico. Almeno Leopardi ci ha regalato versi immortali. Lei, con tutto il rispetto, ci invita a credere alla legge del pi forte. Io provo a elevarmi al di sopra di questa giungla e continuo a credere agli asini che volano e che le corde di una chitarra possano cambiare il mondo.

ID32749 - 06/06/2013 12:58:48 - (Dru) - io no invito a credere alla legge del più forte

invito a conoscerne i principi...

ID32750 - 06/06/2013 13:08:30 - (sonia.c) - dru continua a battere quel tasto..

la violenza ..lei chiama violenza quello che in verità si definisce ,FORZA! la forza positiva ,può anche permettersi di non essere violenta senza per questo perdere la sua carica ..la violenza che sempre evoca lei, lo sappiamo che è onnipotente.ma anche questa ha il suo tallone d'achille..morirà sansone con tutti i filistei...la guerra è assurda proprio per questo! non ci sono vincitori.solo vinti.

ID32757 - 06/06/2013 13:46:06 - (Dru) - mettiamola così, magari anche Sonia mi segue...

Gandi è un violento e così Maria Teresa di Calcutta e il Che alla pari di Hitler e Stalin. Non capire questo significa non comprendere i principi della violenza, lo so che è dura da comprendere ma non posso farci nulla, e dire che non è così e che la violenza, seppur sotto forme diverse, quella dell'amore di Gandi e quella della guerra di Hitler sono appunto diverse nella forma ma assolutamente uguali nella sostanza, è far violenza appunto. Io il discorso l'ho più volte affrontato anche con voi qui, ma questo è un discorso di filosofia e certo ci vuole comprensione per addentrarsi nelle spire della vera comprensione e per il senso comune può sembrare il mio un discorso violento.

ID32758 - 06/06/2013 14:06:41 - (Dolcestilnovo) -

i deboli sono violenti nella loro debolezza allora?

ID32759 - 06/06/2013 14:08:13 - (sonia.c) - madre teresa violenta? certo!

sior dru, come devo farle capire che capisco? nel momento stesso che AGIAMO facciamo violenza!sopratutto su noi stessi! un medico mi ha citato una volta , una frase del suo professore di psicologia.diceva: se riuscirete ,dopo 10 anni a far muovere un dito ,ad uno psicotico grave( c'è chi nemmeno cammina dalla paura psicotica ..)avrete raggiunto un traguardo immenso! prenda gli autistici: non è violenza cercare di portarli nel nostro mondo? in un certo senso si! e alora? che famo? cerchiamo di usare la FORZA che la natura ci ha dato guidandola come un cavallo potente.cercando di fare il danno minore..se la strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni,questo non vuol dire che ,le buone intenzioni, siano a priori sbagliate o inutili..

ID32762 - 06/06/2013 14:51:02 - (Dru) - il problema qui è il linguaggio Dolcestilnovo

i deboli allora sono i più violenti è in quel "più" che vuole una violenza oltre la violenza che ritiene una violenza modulabile perché crede, il mortale, che vi sia e violenza e violenza, una violenza diversa nel fare di un debole rispetto ad una violenza fatta dal prepotente e forte, e questo credere non è vero nella quantità ( i suoi diversi sviluppi), la sostanza per intenderci, e non nella qualità (la sua origine) , la forma. Per aggiustare il tiro sulla violenza, limitarne la quantità è utile alla violenza. La violenza è la volontà che vuole l'impossibile e l'impossibile è che una cosa diventi altro da sé.

ID32764 - 06/06/2013 15:16:17 - (Dru) - i deboli sono deboli, i violenti sono violenti

e i deboli che vogliono essere i violenti fanno violenza e i violenti che vogliono essere i deboli fanno violenza e i deboli che vogliono sconfiggere i violenti fanno violenza e i violenti che vogliono sconfiggere i deboli fanno violenza e i deboli che vogliono limitare i violenti fanno violenza e i violenti che vogliono limitare i deboli fanno violenza e i deboli che vogliono eliminare i violenti fanno violenza e i violenti che vogliono eliminare i deboli fanno violenza... ma quel "fare violenza" di cui parlo qui sopra è un fare che al dunque non riesce a fare nulla e l'angoscia per questo è profonda perché credere o avere fede nell'impossibile è l'origine della violenza, l'impossibile far diventare l'altro da sé l'esser sé di quell'altro e così per ogni forma di realtà, questa è la vera violenza. Uccidere per un mortale non rientra in questa forma, per il mortale uccidere è il possibile non è

ID32765 - 06/06/2013 15:16:37 - (Dru) -

l'impossibile.

ID32766 - 06/06/2013 15:29:35 - (Dru) - Quando i deboli sono forti.

i deboli che sono deboli lo sono nella loro debolezza e ogni qual volta credano di poter essere forti nella loro debolezza crederanno di poterlo essere, ma al dunque non potranno mai esserlo e il loro voler essere forti sarà, al dunque, un volere impossibile da realizzare. Ma vede Dolcestilnovo, nel linguaggio della verità non ci sono i deboli e i forti indipendentemente gli uni dagli altri perché i deboli sono veramente i forti e i forti sono veramente i deboli, questo nel linguaggio della verità è il possibile, in quello dell'alienazione della terra o in quello nichilista al dunque questa identità è impossibile e la violenza è ciò che vuole realizzato l'impossibile. e questo non significa che non si possa volere l'impossibile questo significa che non si realizza, non si può ottenere.

ID32767 - 06/06/2013 15:43:41 - (Dru) - Cioè

a=b a(=deboli), b(=forti) lo possiamo pensare davvero se pensiamo che a e b dicono "lo stesso" e non dicono "altro dello stesso".., segua Dolcestilnovo, ho detto che a e b dicono "lo stesso" e quindi questo "lo stesso" è la relazione tra a e b o identità dei diversi. Ma se noi pensiamo che a è indipendente da b e cioè pensiamo che a non dice lo stesso di b, come può pensare, dopo, una loro sintesi? impossibile appunto, ma veda è impossibile addirittura in questo pensare che a=a ( ma non dilunghiamoci). I deboli sono forti, questa frase ci violenta, ma i deboli diventano forti ? la digeriamo e mettiamo da parte che dire i deboli sono forti è diverso e contraddittorio dal dire i deboli diventano forti, ma crede davvero che le due forme diverse del dire dicano qualche cosa di diverso? o invece i due dire che sono espressi in forme diverse non celano una la forma impropria dell'altra che è la sua forma propria? Sempre per

ID32768 - 06/06/2013 15:44:58 - (Dru) -

riflettere assieme...

ID32771 - 06/06/2013 16:13:35 - (Dru) - allora

capito che dire i deboli diventano forti è una forma impropria del dire i deboli sono forti, se per noi dire i deboli sono forti è contraddirsi come dire che il cerchio è quadrato per deduzione dovrebbe concludere che nessun debole può diventare forte, cioè nessun essere sé dell'essente può divenire l'altro, questa è la vera origine della violenza.

ID32772 - 06/06/2013 16:15:19 - (Dru) - questo non significa che un debole non divenga un forte

nel linguaggio della verità e non significa neppure dire che allora il divenire non esiste, questo significa il dir lo stesso o la verità e che detta allora a=b altrimenti è solo un segno.

ID32773 - 06/06/2013 16:29:50 - (Dru) - scusate le virgole che vanno dopo ...

... il ... anzi faccio prima a metterle... questo non significa che un debole non divenga un forte nel linguaggio della verità e non significa neppure dire che il divenire non esiste, questo significa il dir lo stesso o la verità e significa che il dire a=b, questo dire identifica a con b fin dall'origine, altrimenti è solo un segno, ma il suo contenuto è impossibile, il suo dire è impossibile nel linguaggio del nichilista che "vuole mettere in sintesi ciò che prima ha isolato per sempre.il debole che diventa forte per il nichilista è: c'è nel forte qualcosa di quel debole che è andato nel nulla e c'è qualcosa in quel debole che per diventare forte viene dal nulla, appunto è un pensare l'impossibile, pensa che l'esser sé dell'essente diventa l'altro, diventa appunto il nulla.

ID32774 - 06/06/2013 16:38:22 - (Dru) - vedete

questo impossibile è l'impossibile che ci è nascosto, è ricoverato nel nostro subconscio, infatti dire "il forte è debole" ci ripugna e non ci ripugna dire "il forte diventa debole", ma questo perché l'autentico diventa man mano inautentico.Thauma, che in origine significava terrore, ora lo decliniamo con la parola meraviglia e pensiamo di essere al sicuro dicendoci bugie e cioè mettendo in un angolo del nostro inconscio questo diventare l'altro da sé, mascherandolo con predicati camuffati in nome dell'essere, e conviviamo con l'impossibile e lo mascheriamo con il nostro linguaggio nichilista, il forte può diventare debole, il forte è debole. Impossibile il forte non può diventare debole come il forte non può essere il debole.Ma allora se una cosa non può diventare l'altra da sé stessa è eterna e noi siamo eterni come ogni cosa che è eterna. Si.

ID32777 - 06/06/2013 17:00:14 - (Dru) - o qualcuno vuole mostrarmi

che siamo il nulla.

Aggiungi commento:

Vedi anche
09/02/2016 12:00

Aldo Moro: la giustizia riparativa Non sapevo cosa fosse la “giustizia riparativa” o meglio ne avevo memoria vaga pensando al Sud Africa e ai suoi tribunali per la “Restorative Justice”...

21/07/2014 10:25

L'assoluzione di Berlusconi L’assoluzione di Berlusconi, per non aver commesso il reato, pone nella condizione del perdente chi, pensando di essere il vincente,  credeva nella Giustizia come principio di moralità

17/01/2014 07:00

Renzi e Berlusconi, l'economia della politica "Comunque vada a finire" un articolo che scrissi il giorno prima la sentenza a Berlusconi, condannato dai giudici in Cassazione per frode fiscale

03/02/2022 09:56

«Sono tornato proprietario di casa mia» Dopo ben undici anni in cui l'inquilina occupava abusivamente la sua casa, un pensionato valsabbino è finalmente riuscito a riappropriarsene. Amara la riflessione sui tempi e i modi della giustizia

22/08/2014 07:01

La guerra davanti agli occhi dei bambini La guerra esibita in TV, i morti ammazzati di uomini, donne o bambini, la violenza dei conflitti in Palestina, in Iraq, sono davanti agli occhi di tutti e dunque anche dei bambini




Altre da
20/12/2013

«Precisazioni doverose»

Il sindaco di Gavardo, con un comunicato stampa, replica ad una delle accuse rivoltegli dalla minoranza consiliare anche dalle nostre pagine. Pubblichiamo in forma integrale

(1)
20/12/2013

Maroni: «Se necessaria l'emodinamica si farà»

Nei discorsi degli amministratori pubblici locali intervenuti nel corso della cerimonia, la richiesta alla Regione di garantire le risorse necessarie al funzionamento e quella di un nuovo reparto per l'emodinamica

19/12/2013

«Più trasparenza nei conti della Gavardo Servizi»

Una critica circostanziata della minoranza consiliare di Gavardo al Centro contro la municipalizzata gavardese e alcune scelte della giunta Vezzola su Tares e Ufficio di Polizia locale

19/12/2013

Mafia: unanimità d'intenti

Girelli: Ok dal Consiglio; Regione Lombardia sostenga gli Enti locali nel recupero dei beni confiscati alla mafia

(1)
17/12/2013

Presidio investigativo antimafia

Sull'onda delle dichiarazioni del procuratore antimafia Franco Roberti, il consigliere regionale Gianantonio Girelli chiede di istituire anche a Brescia un presidio della Dia

17/12/2013

«Rimpatriamo gli stranieri che delinquono»

In merito alla drammatica vicenda di Serle, prende posiizone la Lega Nord della Circoscrizione della Valle Sabbia. Pubblichiamo il comunicato a firma del segretario circoscrizionale Sebastiano Baruzzi

(27)
17/12/2013

Regalo di Natale per la Siae

Un balzello di 3 e 4 euro sul prezzo di smartphone, tablet e computer: in gran segreto sta per passare l'innalzamento di oltre il 300% della tassa sui dispositivi tecnologici destinato ad ingrossare le casse della Siae

17/12/2013

«Operazione di facciata»

Girelli: Quella della giunta Maroni stata un'operazione di facciata e i ticket per i lombardi rimangono costosi ed iniqui. Il consigliere regionale rilancia

(1)
15/12/2013

Forconi di Valsabbia

Anche la Valle Sabbia ha scoperto il suo movimento di protesta. Per ora poco organizzati, ma arrabbiati, si sono fatti vedere per la prima volta questa domenica sera a Pregastine

(8)
15/12/2013

Marina, motore vobarnese

La giornata giusta per ricordarla era stata programmata per settembre, in occasione della visita del ministro Kyenge nel Bresciano, che poi non avvenuta. Si far questo luned

(1)