15 Dicembre 2023, 07.15
Eco del Perlasca

Non mollare mai!

di Aicha El Hamli

Lo scorso giugno, ho avuto il piacere di partecipare al Talent degli studenti bresciani e giustamente vi chiederete cosa sia. Per questo ci sono io!


Lo Student’s Got Talent è un concorso di arti performative, come canto, ballo, recitazione ecc., rivolto agli studenti delle scuole di Brescia e provincia, e, all’edizione a cui ho partecipato, era compresa anche la città di Bergamo e il suo territorio.

Un giorno, mentre sfogliavo le circolari sul Registro elettronico della scuola, la mia attenzione è stata catturata proprio dal titolo “Student’s Got Talent” e, solo per curiosità, iniziai a leggere di cosa si trattasse, fin quando, arrivata all’ultima pagina dove era allegato il documento per richiedere di partecipare, pensai che forse non fossi portata per questa tipologia di attività e lasciai perdere.

Successivamente, essendo un’appassionata dell’argomento “anti-mafia”, durante il tempo libero, riguardai il film “I Cento Passi” che, per chi non lo sapesse, racconta la storia di Giuseppe Impastato, detto Peppino.
Arrivata la scena dell’annuncio in radio del collega che lavorava con Peppino, ascoltando ancora una volta le sue parole colme di rammarico, rabbia, tristezza, delusione per avere perso un collega e amico che aveva deciso di non rimanere in silenzio di fronte al fenomeno mafioso che, purtroppo, regna sovrano ancora oggi, mi sono emozionata profondamente.

È stato proprio in quel momento che ho deciso di partecipare al concorso portando una delle storie che mi sta più a cuore: la storia di Peppino Impastato.
Dopo mesi di prove, pareri dei miei insegnanti e di chi mi vuole bene, arrivò il giorno delle selezioni, insieme alla paura di non essere scelta, all’ansia di sbagliare o dimenticare qualcosa, ad una possibile delusione che avrei dovuto superare.
Insomma, i pensieri erano tanti, ma una volta entrata in scena tutto sembrava essere svanito. Mi presentai e poi iniziai carica per raccontare la mia storia, esprimere la mia rabbia, per lasciare il mio segno.

Premetto che non ho mai preso lezioni di recitazione
o partecipato a attività di questo genere. Una volta terminato il mio monologo, tra i giudici alla domanda “Hai mai studiato recitazione?” e alla mia conseguente risposta negativa, uno di loro rimase sbalordito.
Custodisco le sue parole e consigli con grande cura. Dopo aver ottenuto il "sì" di tutti i giudici il mio nome finì tra i finalisti.

L’essermi messa in gioco mi ha permesso di crescere, poiché penso che ogni occasione sia una possibilità di crescita e, senza ombra di dubbio, quest’esperienza lo è stata.

Il 2 giugno presso il Teatro Santa Giulia
, al Villaggio Prealpino di Brescia, si è concluso questo concorso.
Ho riproposto lo stesso monologo con cui ho superato le selezioni perché per me era davvero importante mostrare anche al resto delle persone una storia che ci trafigge nel petto, portandoci inevitabilmente a riflettere riguardo al fenomeno mafioso.

Seppure mi sia classificata quinta, il mio intento non era quello di portarmi a casa la vittoria e, con essa, un premio, ma di far arrivare nel cuore di quelle persone qualcosa di profondo.
Posso dire di esserci riuscita, siccome la gentilissima signora Maria Grazia Prandini mi ha donato “Il Vaso di Paolo Staccioli”, approntato per UNICEF.
Quest’opera rimanda le immagini vitali e potenti di cavalli primordiali, dipinti sul Vaso circolare. Perché ricordate una lezione importante: dimenticanza è sciagura, mentre memoria è riscatto.

In conclusione, oggi, ripensando a quest’esperienza, mi congratulo con me stessa per essermi cimentata in qualcosa di diverso, di nuovo e che se non avessi seguito l’istinto non avrei potuto conoscere un lato di me che mai avrei considerato.
Ho imparato ad amare la recitazione e grazie a opinioni di esperti, come i giudici, ho compreso di avere tante abilità naturali in questo campo e non è poi così scontato possederle.

Però adesso basta parlare di me, quello che tengo a dire a tutti voi è di non perdere mai la voglia di mettervi in gioco e so bene che è difficile, ma: cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di correre dei rischi?
Quando sentite qualcosa che vi scalda il cuore, non domandatevi mai cosa sia, ma vivetelo fino in fondo, perché quella sensazione… si chiama vita.

Ognuno di noi ha i suoi tempi, quindi non preoccupatevi se vedete gli altri più avanti, non pensate di essere sbagliati o incapaci, non pensate di valere nulla; anche tu che stai leggendo hai i tuoi tempi, non è una gara a chi arriva primo.
L’importante è rimanere sé stessi: anche quando una situazione sembra complicata, tu non mollare!

Vi auguro di vivere a pieno la vita, di provare tante emozioni, di cambiare strade quando capite di non star facendo ciò che vi fa star bene, di realizzare ogni vostro obiettivo.
Ricordate che al di là della paura ci sarà sempre la vita e soprattutto la felicità.


Aicha El Hamli 4^B Servizi per la Sanità e l’Assistenza Sociale.




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